Prezzo del latte, nessun passo avanti

Lactalis: in aprile il pagamento scende da 41,5 a 40 centesimi al litro. Gli agricoltori: c’è un contratto in corso e i contratti vanno rispettati. Prossimo round il 3 giugno

Nessun passo avanti tra allevatori e Lactalis, il più grande acquirente di latte italiano, per trovare un nuovo accordo sul prezzo del latte dopo la decisione della multinazionale francese di abbassare unilateralmente il pagamento concordato da 41,5 a 40 centesimi al litro per il mese di aprile.
Le parti si sono incontrate per la prima volta al tavolo regionale del latte convocato il 14 maggio dall'assessore lombardo all'Agricoltura, Fabio Rolfi, e poi ancora il 27 maggio scorso a Casalpusterlengo presso la sede logistica della Galbani (che con Cademartori, Invernizzi e Parmalat fa parte del portafoglio-marchi di Lactalis).
A quest’ultimo incontro ha partecipato, oltre alla parte agricola rappresentata da Coldiretti, Confagricoltura e Cia, anche l’amministratore delegato di Lactalis Italia, Jean Marc Bernier, con l’obiettivo di spiegare le motivazioni della richiesta di una revisione del contratto: un prezzo del latte alla stalla troppo elevato rispetto al mercato in relazione anche all’attuale remunerazione per i formaggi freschi, principale destinazione del latte lavorato dalla multinazionale.
Bernier ha quindi chiesto una revisione del prezzo minimo di base, fissato a 37 centesimi al litro, e l’introduzione di un range di riferimento per il prezzo del Grana Padano, componente dell’indice che registra l’andamento del mercato e responsabile, secondo la Lactalis, della recente impennata del prezzo della materia prima alla stalla.

Coldiretti e Cia

«C’è un contratto in corso e i contratti vanno rispettati - ribatte Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia - e visto che si è trattato di un confronto che si è mantenuto su toni pacati ci riserviamo di riflettere sulle nuove richieste della controparte. Al momento, però, restiamo sulle nostre posizioni: non c’è motivo, da parte nostra, di rivedere quanto già concordato».
«La formazione di un prezzo del latte legato a un sistema di indicizzazione - ha commentato il presidente di Cia Provincia Centro Lombardia, Paolo Maccazzola, - è stato concordato fino al 31 dicembre. Non esistono le condizioni per una riduzione che avrebbe dovuto essere concordata tra le parti. Il prezzo del mese di aprile può sembrare fuori mercato, ma potrebbe risultare anche troppo basso nei mesi estivi quando, come da tradizione, si registrerà una riduzione dell’offerta di materia prima e un aumento dei consumi. Il nuovo appuntamento in Regione Lombardia per il tavolo sul latte è stato fissato il 3 giugno prossimo».

Rolfi e Confagricoltura

Il primo round delle trattative al tavolo regionale del latte si era tenuto in Regione Lombardia il 14 maggio scorso. In quella occasione l’assessore Rolfi aveva spiegato: «Ho condiviso con gli attori della filiera la proposta di iniziare un percorso comune che possa portare a stabilire un parametro di indicizzazione regionale del latte, tenendo conto degli andamenti e delle esigenze di mercato, nonché delle caratteristiche qualitative. Credo possa essere un buon modo per valorizzare il latte lombardo. La Regione Lombardia ovviamente non può intervenire su contratti privati di fornitura, - ha precisato - ma il Tavolo istituzionale vuole essere un momento di confronto con l'obiettivo di arrivare a scelte condivise». In questo contesto si inserisce anche l’esigenza di mettere a punto nuove iniziative di marketing per spingere i consumi del latte italiano e valorizzare le produzioni lattiero casearie.
Per il presidente di Confagricoltura Lombardia Antonio Boselli, che aveva partecipato al tavolo in Regione Lombardia, «la decisione di Lactalis va in netto contrasto con le condizioni di fornitura che sono state siglate perchè il prezzo medio del latte alla stalla viene calcolato con un sistema di indicizzazione c concordato tra le parti allo scopo di seguire l’andamento del mercato. Il prezzo è aumentato per una buona ripresa del prezzi del grana padano, uno dei prodotti di riferimento dell’indice che misura l’andamento del mercato. Lactalis - ha aggiunto – è comunque oggi l’unica azienda che siede al tavolo delle trattative con i produttori di latte per definire un prezzo di riferimento».

Il prezzo del latte spot

Ad aprile 2019 il prezzo del latte spot è stato quotato dalla Camera di Commercio di Milano, Monza-Brianza e Lodi 40,27 centesimi al litro e ha registrato un picco a febbraio arrivando a quota 43,82 centesimi al litro, il 40,5% in più rispetto a quella dello stesso mese del 2018. In particolare nella seduta del 20 maggio scorso il latte spot ha chiuso a 39 centesimi al chilo.
Invariate invece le quotazioni dello spot tedesco che si attestano a 34 centesimi e di quello francese che viene fissato a 33 centesimi.

Secondo gli industriali

«Il prezzo – si leggeva nel comunicato diramato da Italatte-Lactalis il 2 maggio scorso - ha toccato un livello tra i più alti degli ultimi anni. Tale situazione ha reso per noi estremamente complesso gestire la competitività nazionale ed internazionale. Alla luce di quanto sopra esposto, nella fattura del latte conferito nel mese di aprile inseriremo un prezzo di 400 euro per 1.000 litri salvo conguaglio».
Il presidente di Assolatte, Giuseppe Ambrosi, che non ha partecipato personalmente al tavolo regionale sul latte, sottolinea: “Si tratta di una trattativa aziendale, ma oggi c’è solo la richiesta di Lactalis di aprire un tavolo di confronto con la parte agricola per riallineare il prezzo su livelli competitivi anche per la parte industriale. L’indice che fa da riferimento per la formazione del prezzo è legato anche alle quotazioni del Grana Padano, attualmente sostenute, quindi troppo onerose per chi non produce Dop».

Prezzo del latte, nessun passo avanti - Ultima modifica: 2019-05-28T08:52:55+02:00 da Francesca Baccino

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