Prandini: il nuovo anno segnerà una svolta

Editoriale su IZ 1 del presidente della Coldiretti (nella foto). "Fra gli alti costi dei mangimi e la peste suina il 2022 non si apre certo sotto una nuova stella. Ma gli spunti per guardare al futuro con fiducia non mancano"

È iniziato un anno importante per l’agricoltura e l’agroalimentare, che potrà  segnare la svolta. Dopo un 2021 difficile per il sistema e in particolar modo per la zootecnia, stretta tra aumenti dei costi di produzione, pandemie (dalla aviaria alla peste suina africana) e prezzi, a partire dal latte, che non remunerano il lavoro degli agricoltori. Oltre alle fake che continuano a demonizzare le carni italiane.

Ma l’anno si è chiuso comunque con una Legge di Bilancio che grazie al pressing della Coldiretti ha assegnato risorse importanti all’agroalimentare, mentre nei prossimi mesi si giocherà la partita del Piano nazionale di riprese e resilienza (Pnrr) con una dote (tra interventi diretti e indiretti)  di circa 7 miliardi e una politica proiettata verso quelle che sono da anni le nostre strategie, dall’innovazione alle filiere fino alle agro energie.

Due norme: pratiche sleali ed etichetta trasparente

La fine dell’anno ci ha anche consegnato due provvedimenti che  riteniamo fondamentali per lo sviluppo del settore: l’operatività della direttiva di contrasto alle pratiche sleali commerciali che potrà trovare la sua prima applicazione proprio sul prezzo del latte su cui siamo pronti a far partire le denunce e la conferma dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine della materia prima di alimenti. Entrambi i provvedimenti sono cavalli di battaglia della Coldiretti determinanti per sostenere un settore come quello zootecnico sotto attacco delle speculazioni.

La norma sulle pratiche sleali consente di spezzare il meccanismo perverso che ha strappato reddito di agricoltori e allevatori costretti a sottostare ai ricatti dei soggetti più  forti della filiera e a vendere prodotti di qualità e sicuri a prezzi al di sotto dei costi di produzione. Una situazione che in questi ultimi mesi stiamo affrontando con il latte.
Con l’etichetta trasparente, come sosteniamo da anni chiedendone l’estensione in tutta la Ue, si garantisce trasparenza ai consumatori e si tutela il vero Made in Italy e quindi il nostro sistema agroalimentare.

Aviaria, peste suina, costi materie prime

Ma il nuovo anno non si apre certo sotto una buona stella. L’aviaria ha decimato drammaticamente gli allevamenti avicoli mentre la scoperta del primo caso di peste suina in un cinghiali è un campanello di allarme inquietamente per gli allevamenti suini.

Oggi siamo costretti ad affrontare la grave emergenza sanitaria della peste suina perché è mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali.  Servono ora interventi immeditati per fermare il proliferare dei cinghiali e garantire la sicurezza degli allevamenti ma occorre anche monitorare attentamente la situazione per evitare strumentalizzazioni e speculazioni a danno del settore.

E le nostre aziende si trovano ormai da mesi a fronteggiare l’impennata dei costi delle materie prime, un motivo in più per puntare sulle produzioni nazionali e assicurare la sovranità alimentare in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria in alcuni settori ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri.

Non mancano le tensioni per la bolletta energetica, che in particolare rischia di mettere ko molte imprese. Il costo dell’energia si riflette in tutta la filiera agroalimentare e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione, la distribuzione ed i trasporti. E tra i settori più penalizzati c’è sicuramente quello zootecnico particolarmente colpito dall’impennata dei costi dell’energia e dei mangimi.

Prezzo del latte, un nuovo modo di operare

Nell’ultimo anno agli allevatori non è stato riconosciuto il giusto prezzo del latte e questo ha messo a rischio oltre 26mila stalle. Solo in questi primi giorni di gennaio si è giunti ad un accordo che sebbene non esaustivo per il giusto prezzo del latte almeno fissa un prezzo minimo e soprattutto apre ad un nuovo modo di operare nella filiera coinvolgendo anche la Gdo.

Abbiamo ottenuto il via libera dell’Antitrust all’adeguamento deciso al tavolo convocato al Mipaaf e dunque oggi, grazie anche alla nuova legge contro le pratiche sleali, non ci possono essere più margini per tollerare la speculazione. Vanno riconosciuti ai nostri allevatori compensi giusti che tengano conto dei costi di produzione sempre più alti.

Il nutriscore penalizza salumi e formaggi

Ho più volte parlato di una forma di caporalato che colpisce in questo caso i nostri allevamenti. Resta comunque caldo anche il fronte dell’Unione europea, dove resta aperta la questione del Nutriscore che penalizza salumi e formaggi e che il nostro Governo si è impegnato a contrastare.

Ma che rappresenta comunque un rischio pesante per le nostre eccellenze sull’altare di un generico impegno a tutelare la salute dei cittadini che in realtà nasconde un condizionamento delle loro scelte verso bevande e cibi tutt’altro che salutari.

Il no di Coldiretti alla carne in provetta

E sempre in tema di fake si profila un tema su cui la Coldiretti è impegnata in prima fila. L’opposizione chiara alla carne in provetta. Ancora una volta un attacco alla nostra zootecnia.

Abbiamo smontato con informazioni scientifiche le grandi bugie propagandate sui cibi realizzati in laboratorio e su questo non abbasseremo mai la guardia. Non accettiamo lezioni di ambientalismo da salotto.

Prandini: il nuovo anno segnerà una svolta - Ultima modifica: 2022-01-12T13:33:58+01:00 da Giorgio Setti

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