Siamo oramai ai blocchi di partenza per le imminenti semine del mais da insilato. Anche quest’anno la campagna si prospetta una vera e propria corsa ad ostacoli. Dopo aver sciolto gli ultimissimi dubbi in merito alla nuova Pac tra rotazioni, deroghe ed eco-schemi siamo pronti al via.
Il tutto in uno scenario di mercato dove in generale i costi, seppur calanti, si sono assestati su livelli ancora sostenuti.
La minaccia più insidiosa sul tragitto resta però l’attuale carenza d’acqua. Dopo un anno di notevole scarsità d’acqua, anche in questa stagione invernale si è misurata una significativa riduzione di precipitazioni sia di neve che di pioggia, con una certa variabilità sulla Pianura Padana.
Così la stagione si presenta ancora più problematica di quella vissuta nel 2022. Gli occhi degli allevatori rischiano di rimanere rivolti al cielo o fissi sulle previsioni meteo.
PROGRESSIVA PRECOCIZZAZIONE
Come riempire allora la trincea al meglio? Lo slancio in partenza sarà fondamentale. A partire dalla scelta delle varietà di mais da trinciato. che dovranno caratterizzarsi da una progressiva precocizzazione.
Si può ad esempio scendere di una classe di maturità senza perdere in rese, visto il recente incremento delle potenzialità produttive degli ibridi con cicli di maturità più precoce; ma si può anticipare la raccolta anche con ibridi di pari classe che non allunghino eccessivamente il ciclo vegetativo.
In entrambi i casi si otterranno comunque trinciati che arrivano a maturazione con una irrigazione in meno, grazie a piante meno “lunghe” alla raccolta. La trincia entrerà in campo in anticipo riempiendo quanto prima trincee rimaste semivuote lo scorso anno in molti allevamenti.
DIVERSIFICAZIONE DEI CICLI
Un abile slalom rispetto al rischio dell’attuale andamento climatico dovrebbe includere tra le scelte varietali del mais da insilato anche la diversificazione dei cicli. Risulta opportuno scegliere classi di maturità differenti non solo per le diverse tipologie dei terreni ma anche per fronteggiare la reale evoluzione delle temperature estive, delle piogge e della disponibilità d’acqua nel proseguo della stagione.
Ciò consentirà di affrontare con discernimento i raccolti nelle ultime settimane critiche così da adattare in corso d’opera la strategia di destinazione dei raccolti, optando ad esempio tra pastone o insilato.
Facciamo poi tesoro dell’esperienza della scorsa campagna che ci ha permesso in generale di riconoscere gli ibridi delle diverse classi con maggiore tolleranza allo stress termico e idrico.
Sarà in aggiunta importante scansare gli insidiosi paletti di una trincea povera in amido, attraverso la scelta di ibridi che consentano la massimizzazione energetica dell’insilato. Energia preziosa che verrà poi trasformata in latte, carne o energia.
UN'ACCURATA GESTIONE AGRONOMICA PER RIDURRE GLI STRESS
La corsa ad ostacoli proseguirà poi con un’accurata gestione agronomica che salvaguardi la riduzione degli stress. Basti pensare all’ottimizzazione della nutrizione azotata e al suo graduale rilascio così che gli apporti del nutriente siano il più possibile allineati alle esigenze da parte della coltura.
L’innovazione tecnologica ci potrà poi aiutare ad aumentare l’efficienza idrica. Il semplice monitoraggio satellitare per valutare il fabbisogno idrico delle piante, l’utilizzo delle sonde di umidità o sistemi a rateo variabile, sono solo alcune delle opportunità a disposizione dell’allevatore, ma da valutare attentamente, anche a fronte dei corrispondenti impegni finanziari.
Sempre in tema di stress la protezione dagli attacchi della piralide o il biocontrollo tramite ceppi atossigeni di Aspergillus flavus rappresentano per gli impieghi zootecnici prassi indispensabili per proteggere la trincea in quantità e qualità.
MA IL METEO RESTA IMPREVEDIBILE
L’estate sarà lunga e un eventuale inasprimento di siccità e caldo si potrebbe interporre nel tragitto lungo la meta come ulteriore ostacolo per i secondi raccolti.
Seppur i presupposti alla campagna ci forniscano segnali di difficoltà, è pur vero che l’imprevedibilità del meteo potrebbe a lungo termine presentare condizioni più favorevoli.
La coltura del mais ricopre ancor oggi un ruolo chiave come materia prima principe nelle principali filiere produttive zootecniche. In questi giorni non scordiamoci quindi che una buona partenza faciliterà lo sprint e il risultato finale.
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(Cesare Soldi è il presidente dell’associazione italiana maiscoltori)