In Sardegna ma anche in Francia, più vicina alle regioni del Nord-Italia particolarmente vocate per gli allevamenti bovini, sale la tensione per la Dermatite nodulare contagiosa (Dnc).
In Sardegna si è fatto ricorso alla vaccinazione per contenere la diffusione della Lumpy skin disease che colpisce i bovini e che nell’isola ha infettato diversi allevamenti di cui alcuni abbattuti secondo le procedure sanitarie Ue a partire dallo scorso giugno.
Dopo l’unico caso scoperto e risolto a Porto Mantovano (a causa di un trasferimento di animali dalla Sardegna) la minaccia arriva oggi dalla Francia dove la trasmissione estesa e veloce della malattia (perché il virus circola attraverso insetti ematofagi, come alcune specie di mosche e zanzare, o le zecche), ha costretto il Governo dei cugini d’oltralpe a prendere misure molto restrittive inclusa la vaccinazione. Per dare un’idea dell’emergenza è stata persino deviata, il 25 luglio scorso, una tappa ciclistica del Tour de France.
Proprio dal Paese vicino, però, si teme che il virus possa lambire i confini nazionali mettendo a rischio, la zootecnia italiana nelle regioni più vocate del Nord-Italia (Lombardia, Piemonte e Veneto), anche da carne nel segmento dell'allevamento da ingrasso. Non solo, infatti, il contagio potrebbe arrivare dal Paese limitrofo che negli anni ha comunque ridotto la produzione di Broutard che l’Italia è costretta a importare per la cronica mancanza di una linea di produzione sufficiente vacca-vitello. L’alternativa per gli allevamenti italiani da ingrasso è ora l’importazione di vitelli dall'Europa Orientale come Romania e Bulgaria, dove anche lì il virus circola copiosamente.
In Sardegna si ricorre ai vaccini e il Consiglio di Stato ferma gli abbattimenti
In Sardegna la Regione ha fatto arrivare 300mila dosi di vaccino per cercare di arginare l’epidemia di dermatite nodulare contagiosa che rischia di dilagare tra i bovini dove secondo il Bollettino epidemiologico nazionale, al 27 luglio risultavano quasi 40 focolai, soprattutto nel nuorese con 41 capi morti e 479 abbattuti.
Le misure previste dall’Ue, in caso di accertamento della Lumpy skin Disease, includono isolamento immediato dell'azienda focolaio, delimitazione di zona infetta e zona di sorveglianza, abbattimento obbligatorio di tutti gli animali sensibili presenti nell'allevamento colpito, senza eccezioni, blocco delle movimentazioni, attivazione della vaccinazione d'emergenza su scala regionale, misure di biosicurezza e direttive dell’assessorato alla Sanità, sono multabili (fino a 20mila euro) e non riceveranno indennizzi in caso di danni subiti a causa della malattia, come ha ribadito l’assessore alla Sanità della regione Sardegna, Armando Bartolazzi, in Consiglio regionale.
Gli abbattimenti dei bovini sani negli allevamenti dove è comparsa la dermatite nodulare contagiosa, tuttavia, sono al momento stati fermati da un decreto del Consiglio di Stato, che è andato contro il verdetto del Tar che aveva deciso per la soppressione dei capi a rischio.
In Francia la trasmissione del virus favorita dall'allevamento al pascolo
In Francia il virus si è diffuso in Savoia e in Alta Savoia e contando un numero analogo di casi a quello della Sardegna procede verso est, quindi verso l’Italia, in particolare minacciando Valle d’Aosta e Piemonte. Il direttore generale della salute animale del ministero della Salute, Giovanni Filippini, dopo la convocazione dell’Unità Centrale di Crisi del 22 luglio, ha inserito una zona del territorio valdostano tra le arre di sorveglianza prevista dalla normativa europea.
Come ha fatto notare Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia «la situazione è più complessa in Francia dove le vacche sono al pascolo. Quindi proprio questo tipo di allevamento ha portato a una diffusione maggiore di questa malattia perché, se gli animali si possono muovere più liberamente hanno anche più occasioni di infettarsi. In Francia c’è stato anche un episodio singolare quando a difesa di un allevamento contagiato e destinato a essere abbattuto si erano schierati fisicamente alcuni colleghi allevatori che sono poi rientrati nelle loro aziende. Una mossa molto rischiosa perché spostarsi da un allevamento all’altro potrebbe favorire la trasmissione del virus della dermatite nodulare contagiosa». Quello che preoccupa maggiormente gli allevatori italiani sono le vacche al pascolo che per la Francia sono un obbligo per alcune produzioni Dop e possono contribuire a favorire la circolazione di alcune patologie virali. «In realtà è proprio la cosiddetta agricoltura intensiva, quella che viene sempre messa sul banco degli imputati, ad aiutare – conclude Boselli - a contenere la diffusione dei virus».
Timori per le importazioni dei capi da ingrasso
Secondo Boselli l'emergenza della Dnc ha messo in allarme gli allevatori italiani, perché il contagio potrebbe arrivare dalla Francia che però ha ridotto l’export di bruotard in Italia, ma anche dai Paesi dell’Ue come Romania e Bulgaria dove la diffusione di questa malattia purtroppo sta andando avanti. In questi Paesi dell’Ue – spiega – le certificazioni di partenza dei capi venduti risultano insufficienti ed essendoci la libera circolazione delle merci non se ne possono chiedere di ulteriori a garanzia. Possiamo controllarli quando sono arrivano, ma a questo punto l'abbiamo in casa».