È possibile un nuovo equilibrio per il mercato del latte?

Giovanni Guarneri è il coordinatore del Settore Lattiero Caseario dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.
I margini per gli allevatori non stanno aumentando, lo stimolo a una maggior produzione si sta affievolendo (editoriale di Giovanni Guarneri, di Alleanza Cooperative, per l’Informatore Zootecnico)

 

Per procedere a qualsiasi analisi dell’equilibrio lattiero-caseario del mercato italiano, e valutare l’evoluzione del prezzo del latte nei suoi vari segmenti di mercato, è necessario fare una analisi dei fattori attivi sul fronte della domanda e dell’offerta sui mercati di riferimento nazionali ed esteri. E valutarne gli effetti di medio termine.
    L’offerta
L’offerta di latte europea è debole per molteplici motivi. Solo per citare alcuni esempi:
- in Francia (-1,3% primo quadrimestre 2022) a causa di un difficile ricambio generazionale in corso per una conduzione quasi esclusivamente a manodopera familiare di stalle medio/piccole,
- in Germania (-1,7% primo quadrimestre 2022) per opportunità alternative più remunerative legate alla produzione di cereali e agroenergia,
- in Olanda (-2,0% primo quadrimestre 2022) per forti limiti ambientali.
D’altra parte i prezzi in crescita del latte alla stalla non comportano un aumento dei margini per gli allevatori a causa del forte aumento dei costi di produzione e l’effetto dello stimolo alla maggior produzione sta mancando. A dimostrazione di questo, il fatto che la produzione in Italia nel primo trimestre 2022 è stazionaria nonostante i prezzi in significativo aumento; addirittura marzo segna un -0,85%. Ciò significa che l’indice di fiducia degli allevatori è basso.
    La domanda
Dal lato della domanda sarà determinante verificare nei prossimi due-tre mesi quanto sarà rigida la domanda di prodotti alimentari messa in tensione dall’aumento dei prezzi al consumo.
Va considerato che i primi segnali indicano come sia elevata la convenienza relativa, nonostante gli aumenti, dei prodotti lattiero caseari rispetto ad altre categorie merceologiche, come carne e pesce, che nel mese di maggio ed a inizio giugno hanno visto calare le vendite.
Inoltre, si prospetta uno spostamento e una modifica dei pesi dei canali di vendita con forte crescita dei discount a discapito prevalentemente delle grandi superfici della Grande Distribuzione. La domanda nazionale collegata al canale HoReCa è attesa in crescita, sostenuta dalla ripresa turistica.
Si conferma l’interesse per formaggi italiani nella fascia premium del mercato internazionale, dove i duri Grana Padano e Parmigiano Reggiano continuano a crescere anche a due cifre in alcuni segmenti e trainano tutte le altre produzioni di pregio.
    Il prezzo
Fatte queste premesse, lo scenario del prezzo del latte alla stalla è ancora in aumento e ci si attende superi i livelli attuali di 48 €/100 litri nei prossimi mesi, così come è previsto in tensione il prezzo del latte spot.
È chiaro che ci sono incognite che possono pesare sul medio termine. La necessità di ridurre l’impatto ambientale delle produzioni zootecniche aumenterà di certo la complessità delle normative, così come i costi connessi alla produzione. Le imprese ridurranno l’impronta carbonica, ma a fronte di nuovi oneri.
Tra le più rilevanti incognite va ricordata la domanda cinese di prodotti lattiero-caseari, indebolita da fasi alterne di hard lockdown e da stock interni elevati di latte scremato in polvere, anche se la domanda mondiale di formaggi è attesa in costante crescita e l’Europa ne è il principale esportatore. Gli Usa stanno però aumentando la loro quota di export e si presentano come un concorrente efficace e agguerrito.
    Il problema del latte finto
È importante sottolineare infine che nel medio/lungo termine il maggiore valore del latte apre la strada alla produzione industriale di molecole simili a quelle lattiere con metodi di sintesi sviluppati in laboratorio.
Questa è una grande sfida in termini commerciali, di comunicazione e di normativa legislativa per il settore nel suo insieme perché si affaccia concretamente un nuovo competitor che sa attrarre molti investimenti.
    La cooperazione
In questo quadro la cooperazione sta sostenendo i propri soci aumentando i livelli sia dei pagamenti che degli acconti quando i meccanismi lo prevedono. E guadagna nel suo insieme quote di mercato del latte raccolto alla stalla perché può garantire ai soci allevatori la redistribuzione del maggior valore che si sta generando in questi mesi lungo la filiera.
Da un punto di vista strategico, inoltre, sostiene la diffusione delle migliori pratiche per innalzare il livello di sostenibilità e contribuisce allo sviluppo della coscienza di questa prospettiva futura presso gli allevatori.

 

È possibile un nuovo equilibrio per il mercato del latte? - Ultima modifica: 2022-06-28T08:56:45+02:00 da Giorgio Setti

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome