Da un’elaborazione dei dati della Banca dati nazionale di Teramo sulle consistenze dei capi nelle stalle Igp da ottobre 2020 a giugno 2024, emergono dati allarmanti sulle mandrie dei bovini delle razze Chianina, Marchigiana e Romagnola: i bovini di queste razze scontano una perdita di capi considerevole a causa di furti e mortalità.
D’altra parte queste tre razze bovine sono ad alto valore genetico (iscritte al Libro genealogico dell’Anabic) e hanno potenzialità commerciali interessanti legate alla certificazione Igp “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale".
La mortalità e i furti | |||||
Razza | n. capi | n. morti | % morti | n. furti | % furti |
Chianina | 32.954 | 1.893 | 5,74 | 430 | 1,30 |
Marchigiana | 27.992 | 1.350 | 4,82 | 790 | 2,82 |
Romagnola | 6.016 | 361 | 6,00 | 271 | 4,50 |
TOTALE | 66.962 | 3.604 | 5,38 | 1.491 | 2,23 |
La percentuale di mortalità e l'età | |||||
0-3 mesi | 5-8 mesi | ||||
Chianina | 49,45% | 10,35% | |||
Marchigiana | 48,07% | 14,00% | |||
Romagnola | 36,84% | 14,40% | |||
TOTALE | 43,65% | 11,92% |
Mortalità
Dal grafico 1 si evince che gran parte della mortalità dei capi è concentrata in due periodi: nei primi 2 mesi di vita (intorno al 50%), e poi a 5/6 mesi di età (causa trasferimento ristalli).
La mortalità più elevata nelle prime settimane dopo il parto nella filiera Igp è spesso causata da:
- affezioni gastrointestinali e polmonari per problemi legati alla cattiva gestione dei ricoveri,
- da un’insufficiente e poco tempestiva somministrazione del colostro,
- predazione (soprattutto lupi).
I vitelli nascono senza difese immunitarie, perché durante la gravidanza non ricevono anticorpi dalla madre a causa della struttura della placenta dei ruminanti, che non permette il passaggio degli anticorpi, fondamentale quindi la fase di colostratura, ovvero l’assunzione del colostro materno.
Altra causa di decessi per i vitelli è il batterio Escherichia coli, che può essere letale. Questo batterio si trova comunemente nelle feci e nella lettiera, perciò una corretta gestione della zona parto è fondamentale per ridurre il rischio di infezioni.
Esistono anche vaccini per le vacche contro l’Escherichia coli da praticare negli ultimi due mesi di gestazione, ma non sono efficaci se il vitello non riceve un’adeguata quantità di colostro, che resta quindi fondamentale come prevenzione.
Gran parte delle vacche Chianine, Marchigiane e Romagnole partoriscono al pascolo guadagnando sicuramente in benessere animale, ma possono accusare carenze da alimentazione non adeguata, parassitosi e predazione da parte dei lupi. Recinzioni, capi pastori e ricoveri notturni possono essere l’unica salvezza per i vitelli.
La mortalità tende a diminuire gradualmente dal secondo mese, mostrando un evidente aumento dai 5/8 mesi, periodo in cui i vitelli vengono movimentati e spostati nelle stalle di ingrasso. Il drastico cambiamento di ambiente e di alimentazione dei ristalli è un momento di forte stress per l’animale e tra le fasi più delicate di tutto il ciclo.
Fondamentale curare bene in questo periodo l’alimentazione, il trasporto, le nuove interazioni sociali, l’ambiente in stalla e soprattutto prevedere stalla di sosta e/o quarantena. Quest’ultima è fondamentale per svolgere le necessarie profilassi vaccinali, terapie antiparassitarie e antibiotiche.
Le razze con la percentuale di mortalità più alta sono la Romagnola e la Chianina, mentre quella della Marchigiana è inferiore di circa un punto percentuale (vedi tabelle). Oltre ad andare a cercare le cause di una differenza così importante fra le razze (genetica, rusticità, ambiente, etc.), è consigliabile lavorare sulla formazione dell’allevatore e degli addetti alla stalla, aiutandoli in materia di alimentazione, management aziendale, profilassi, igiene e benessere animale.
Furti, abigeato: problema crescente nelle aree rurali
Negli ultimi anni, i furti di bovini hanno assunto proporzioni allarmanti in diverse regioni rurali. Questo fenomeno non solo colpisce gli allevatori economicamente, ma mette anche in discussione la sicurezza e la stabilità delle comunità agricole.
Il grafico 2 mostra come il picco di furti per la Romagnola e Marchigiana sia collocato verso i 6/8 mesi di età, mentre per la Chianina lo è intorno ai 5 mesi.
I motivi dietro il crescente numero di furti di bovini possono essere molteplici. Tra i principali, vi è l'aumento del valore delle carni e dei prodotti lattiero-caseari, che ha attirato l'attenzione di criminali organizzati, che spesso agiscono in modo coordinato e con tecniche ben pianificate.
I furti non hanno solo un impatto finanziario immediato, ma creano anche una serie di problemi a lungo termine per gli allevatori. La perdita di animali significa non solo una diminuzione della produzione, ma anche un incremento dei costi operativi legati alla sostituzione di animali selezionati, con alto valore genetico nel caso delle razze italiane da carne Chianina, Romagnola e Marchigiana, iscritte al Libro genealogico nazionale dell’Anabic.
Le misure di sicurezza
Per affrontare il problema dei furti di bovini, è fondamentale che gli allevatori adottino misure di sicurezza più rigorose. Queste possono includere, ove possibile ovviamente:
- Sistemi di videosorveglianza: l'installazione di telecamere nelle aree di stabulazione può fungere da deterrente per i ladri.
- Recinzioni sicure: investire in recinzioni robuste e ben mantenute è essenziale per proteggere gli animali.
- Identificazione degli animali: l'uso di microchip o tatuaggi può facilitare il recupero degli animali rubati e rendere più difficile per i ladri rivendere il bestiame.
- Collaborazione con le forze dell’ordine: creare una rete di collaborazione con la polizia o con i carabinieri.
In sintonia con il territorio
Le razze Marchigiana, Chianina e Romagnola sono certificate Igp Vitellone Bianco dell’Appenino Centrale. L’Indicazione geografica protetta “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale” è stata il primo marchio di qualità per le carni bovine fresche approvato dall’Unione europea per l’Italia.
I profumi delle essenze dei prati e dei pascoli dell’Appennino centrale con cui si alimentano gli animali si ritrovano nell’aroma e nel sapore della carne, distinguendola da tutte le altre carni. Le carni prodotte dalle razze Chianina, Marchigiana e Romagnola (le uniche a potere essere certificate con il marchio Igp “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale”) si collocano tra le produzioni animali di alto pregio anche grazie a una fortunata combinazione che associa una precisa predisposizione genetica con sistemi naturali di allevamento e di alimentazione.
Il bovino Igp è inoltre considerato tra i più resistenti al clima tra le razze bovine: la sua adattabilità a terreni difficili lo rende un ottimo animale da pascolo. I bovini di queste razze hanno il mantello bianco (alla nascita è rosso fromentino, ma nei primi mesi di età cambia colore), ciò permette loro di tollerare le radiazioni del sole quando vivono all’aperto. La moderna opera di selezione ne ha inoltre migliorato l’attitudine alla produzione di carne, sia in termini di resa al macello che di qualità del prodotto.
Preservare e incentivare l’utilizzo di queste razze autoctone significa garantire la sostenibilità economico-ambientale dell’allevamento sul territorio dell’Italia Centrale sul lungo periodo. L’allevamento di queste razze favorisce il mantenimento dell’occupazione nelle aree di allevamento e dunque evitare lo spopolamento delle zone rurali marginali. Promuovere l’allevamento di questi bovini, storicamente presenti nei pascoli appenninici, significa anche preservare il patrimonio storico-culturale del territorio.