Zootecnia di montagna, costi più alti del 30%

zootecnia montagna
Il comparto genera valore per tutta la filiera. Ma in questi areali la redditività delle aziende è sempre più a rischio

Le aree montane, che in Europa occupano il 18% della superficie dell’Unione con quasi 2 milioni e mezzo di aziende agricole (Commissione europea, 2009), ricoprono un ruolo chiave non solo per l’attività agricola in quanto tale, ma anche per il ruolo insostituibile svolto dagli agricoltori per la tutela e la salvaguardia del territorio e per la valenza sociale ed economica che le attività connesse rivestono per le comunità locali.

Per tentare di ovviare ai limiti strutturali dell’agricoltura di montagna, l’Ue supporta queste aree con specifiche azioni: pur se non esiste una politica agricola specifica per le zone montane, l’attenzione per le problematiche di questi territori è ormai condivisa da tutti gli stati membri.

Per il settore lattiero-caseario italiano la zootecnia di montagna è alla base di produzioni casearie uniche per storia, caratterizzazione produttiva e qualità che danno all’offerta casearia nazionale una varietà e una molteplicità che generano valore per tutta la filiera. Nonostante questo ruolo importante e l’apprezzamento del mercato anche in Italia, la redditività delle aziende agricole che operano in montagna è sempre più a rischio e non sono pochi i casi in cui l’impossibilità di coprire i costi porta alla cessazione dell’attività.

All’Alleanza cooperative aderiscono gran parte delle cooperative che operano in regioni montane. Forte è quindi l’azione di tutela che poniamo al comparto: da anni abbiamo iniziato a seguire con interesse le problematiche che gravano sulle aziende che operano in zone montane e di recente abbiamo costituito un Gruppo di lavoro specifico sulla zootecnia di montagna.

I riscontri ricevuti dalle diverse realtà cooperative associate, dal Trentino Alto Adige al Piemonte, dal Veneto al Friuli Venezia Giulia, evidenziano come i costi di produzione in montagna (dall’energia elettrica all’acquisto di mangimi e carburanti, dal foraggio al noleggio) siano più alti del 30% circa rispetto a quelli delle altre aree.

Se l’azienda chiude poi non riaprirà

Tra costi alle stelle e calo della produzione di latte, la zootecnia di montagna è oggi tra i comparti maggiormente in sofferenza nel panorama produttivo agroalimentare: gli effetti della pesante crisi economica stanno provocando una costante e inesorabile riduzione del numero di animali allevati, che è la prima conseguenza di una oggettiva mancanza di liquidità delle aziende.

Quando un’azienda agricola di montagna chiude, è impossibile che riapra. Ma tutti sappiamo che senza aziende ciò che viene a mancare è l’intero presidio - e per certi versi la stessa economia - del territorio.

Lo scorso anno in Trentino Alto Adige si è registrato un calo della produzione che ha portato alla chiusura di 30 aziende. Molte, infatti, non riescono più a sostenere i costi del carburante necessario ad alimentare i camion per la raccolta del latte che percorrono su tutto il territorio montano decine di chilometri per andare a ritirare il latte dai soci allevatori, anche in piccolissime quantità e nelle zone più impervie.

Chiameremo a un confronto il 20 ottobre a Bergamo

Giovanni Guarneri è il coordinatore del Settore lattiero caseario di Alleanza cooperative agroalimentari

È nostro obiettivo tenere alta l’attenzione su una situazione di difficoltà per la quale vanno al più presto trovate soluzioni.

La cooperazione è l’unica forma di impresa possibile in queste zone, quindi il nostro sistema svolge un ruolo strategico per la tutela dell’agricoltura di montagna e la preservazione dei territori in cui opera.

Per questo chiameremo produttori e istituzioni a confronto in occasione del secondo Summit della Cooperazione lattiero-casearia di montagna, che l’Alleanza cooperative organizzerà il prossimo 20 ottobre a Bergamo, nell’ambito della manifestazione Forme.

Riteniamo infatti indispensabile individuare al più presto interventi per salvaguardare la sopravvivenza di aziende agricole che hanno anche un imprescindibile valore sociale. Veder diminuire di anno in anno le aziende sarebbe una perdita irreversibile: è per questo che occorre sollecitare meccanismi che vadano a compensare le strutture che continuano a produrre latte in zone svantaggiate.

Dal monitoraggio dei vari territori, sono emerse alcune iniziative attuate dalle Regioni e Provincie autonome con fondi propri sulla base dei rispettivi obiettivi di sviluppo e del contesto sociale e territoriale di riferimento. Il nostro obiettivo è di lavorare per individuare una proposta normativa, o misure di sostegno ad hoc, da rappresentare a livello nazionale, che tutelino la redditività del comparto e contribuiscano a superare le criticità nelle aree montane.

Zootecnia di montagna, costi più alti del 30% - Ultima modifica: 2023-10-06T16:54:30+02:00 da K4

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