Dazi al 30% sui prodotti dell’Unione europea spediti negli Usa. Il presidente Donald Trump aveva annunciato che ieri sarebbe arrivata la lettera con le nuove tariffe per l’Ue. Sul suo social “Truth” il presidente americano ha pubblicato la lettera inviata alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, per informare che le merci provenienti dai Paesi europei pagheranno dazi al 30%.
Le tariffe saranno imposte dal 1° agosto e non ammettono repliche: «Se per qualsiasi motivo decidete di aumentare le vostre tariffe e di reagire, l'importo, qualunque sia l'aumento scelto, verrà aggiunto al 30%», scrive Trump nella lettera.
«Vi preghiamo di comprendere - aggiunge Trump ancora nella lettera - che il 30% è di gran lunga inferiore a quanto necessario per eliminare il divario di deficit commerciale che abbiamo con l'Ue. Come sapete, non ci saranno tariffe doganali se l'Unione Europea, o le aziende all'interno dell'Ue, decidessero di costruire o produrre prodotti negli Stati Uniti e, di fatto, faremo tutto il possibile per ottenere le autorizzazioni rapidamente, professionalmente e regolarmente - in altre parole, nel giro di poche settimane».
Per il Brasile i dazi stabiliti da Trump saranno del 50% per il Canada del 35% come indicato nei giorni scorsi.
Berni, Grana Padano: «Trump un nemico, non un concorrente»
Duro il commento del direttore generale del Consorzio del Grana Padano, Stefano Berni: «La sua decisione equivale ad una vera dichiarazione di guerra economica. Quindi, da oggi l’Europa non può più considerarlo un competitor, ma così diventa un nemico».
«É necessario ricordare a tutti che Grana Padano da tanti anni sta scontando un dazio storico che era del 15% nelle esportazioni verso gli Stati Uniti – sottolinea Berni – Una gabella che dopo i primi mesi di presidenza Trump, è salita al 25% che quindi oggi incide per quasi 6 dollari al kg».
Per Berni a una prima stima «il dazio ora salirebbe a circa 10 dollari al chilogrammo di Grana Padano. Ma gli importatori e i distributori americani mettono in vendita al consumatore il Grana Padano moltiplicando per 2 il prezzo di partenza e tutti i costi logistici che hanno negli Usa. Ciò vuol dire che oggi lo pongono in vendita poco sotto i 40€ al kg; ma con un ulteriore dazio aggiuntivo del 30% che quindi porterà quello totale al 45%, il prezzo al consumo supererà ampiamente i 50 dollari al chilogrammo».
È pesantissimo, quindi, il quadro che si profila per la filiera della Dop che ha negli Usa il suo terzo mercato mondiale con oltre 220 mila forme esportate nel 2024. «Con un tale dazio saranno ovviamente ridotti i nostri consumi negli Stati Uniti – conclude Berni -. E questo drammatico errore sarà anche un danno per il consumatore americano che comunque consumerà, anche se di meno, grana padano, tanto che negli anni i consumatori Usa ci hanno premiato con una continua crescita del consumo.
«Ma contro l’Europa Trump ha compiuto un autentico e pesante atto di guerra, condotto con miope tracotanza e che rischia di sconvolgere anche gli equilibri geopolitici generali. É evidente che gli europei così perdono un paese amico».
Un costo per gli americani da oltre 2,3 miliardi di euro
I dazi al 30% annunciati dal presidente Usa Donald Trump sui prodotti europei potrebbero costare alle famiglie statunitensi e all’agroalimentare italiano oltre 2,3 miliardi di euro. E’ quanto emerge da una stima Coldiretti, effettuata sulla base dell’impatto per le filiere nazionali già sperimentato in occasione delle tariffe aggiuntive imposte dal tycoon nel suo primo mandato, che aveva portato a un calo delle vendite a doppia cifra per i prodotti colpiti.
L’impatto in termini di prezzi maggiorati per i consumatori americani si tradurrebbe inevitabilmente in ricadute anche sulle aziende italiane, vista la richiesta di "sconti" da parte degli importatori riscontrata nelle scorse settimane. La diminuzione dei consumi porta inevitabilmente a prodotto invenduto per le imprese tricolori, costrette a dover cercare nuovi mercati. Il tutto senza dimenticare il pericolo falsi, con gli Stati Uniti primo produttore mondiale di falso cibo Made in Italy. L’eventuale scomparsa di molti prodotti italiani dagli scaffali rappresenterebbe un assist per la già fiorente industria del tarocco, stimata in un valore di 40 miliardi.
Al danno immediato in termini di un probabile calo delle esportazioni andrebbe ad aggiungersi quello causato dalla mancata crescita, con il cibo Made in Italy in Usa che quest’anno puntava a superare il traguardo dei 9 miliardi di euro, dopo aver raggiunto lo scorso anno il valore record di 7,8 miliardi di euro, grazie a un incremento delle vendite del 17% rispetto al 2023, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat.
Le tariffe aggiuntive per i prodotti
A pesare è anche il fatto che le nuove tariffe aggiuntive andrebbero a sommarsi a quelle già esistenti, penalizzando in particolar modo alcune filiere cardine, a partire da quelle già sottoposte a dazio. Con il dazio al 30%, le tariffe aggiuntive per alcuni prodotti simbolo del Made in Italy arriverebbero al 45% per i formaggi, al 35% per i vini, al 42% per il pomodoro trasformato, al 36% per la pasta farcita e al 42% per marmellate e confetture omogeneizzate, secondo una proiezione Coldiretti.
Maretti, Legacoop Agroalimentare: «Impossibile tutelare completamente le produzioni agricole dei nostri soci»
Per Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, la questione è prevalentemente politica. «Tutti questi cambi di direzione di Trump degli ultimi mesi rischiano di essere una foglia di fico per nascondere la volontà politica di colpire un alleato storico come l’Europa».
Maretti chiede una risposta adeguata da parte della Ue. «Certo, noi saremo sempre dalla parte di chi evita di buttare benzina sul fuoco. Ma se un nostro alleato e “amico” di parte politica dà fuoco al nostro fienile, non possiamo certo usare i guanti bianchi e il fioretto per ragionare con lui».
Gli effetti dei dazi, sottolinea il presidente di Legacoop Agroalimentare, avranno effetti non solo in Italia. «Con i limitati margini che le cooperative agroalimentari hanno, sarà impossibile tutelare completamente le produzioni agricole dei nostri soci».
Ma effetti si avranno anche in Europa e negli stessi Usa. «Nessuno pensi - ha detto - che i dazi saranno un problema solo per chi esporta. Le ricadute sui consumi americani e sul mercato interno europeo saranno inevitabili», conclude Maretti.