Scanavino: «L’accordo ministeriale sul prezzo del latte è innovativo»

Per il presidente della Cia l'accordo sul prezzo potrebbe aprire una stagione di nuove relazioni all’interno della filiera lattiero-casearia

Un accordo stimolato e promosso per la prima volta dalla pubblica amministrazione a livello nazionale.

Un risultato importante l’accordo ministeriale per il prezzo del latte alla stalla, foriero, si auspica, di nuovi rapporti all’interno della filiera, intesa come meccanismo interconnesso da far funzionare e “oliare” bene in tutti i suoi ingranaggi, dal primo, quello l’agricoltura, all’ultimo, la distribuzione, passando per la trasformazione. Importante anche perché raggiunto grazie all’intervento diretto di un ministro che per la prima volta ha creato anche un tavolo permanente sul latte.

Così Dino Scanavino, presidente di Cia, sottolinea i punti fermi ma anche le novità di questo accordo sul prezzo del latte, raggiunto dopo circa un mese e mezzo di incontri, rinvii, negoziati, false ripartenze e annunci caduti nel vuoto. Un'intesa siglata per la prima volta anche dalla grande distribuzione organizzata che dovrebbe farsi carico di un contributo da versare ad altri anelli della filiera.

Presidente Scanavino, come valuta l’accordo ministeriale sul prezzo del latte a freddo, a qualche giorno dalla firma?

Si tratta di un accordo importante, prima di tutto perché scaturito dal tavolo nazionale presieduto dal ministro Patuanelli e perché potrebbe aprire a una nuova stagione di relazioni tra mondo agricolo, industriale e della distribuzione e andare verso un rapporto globale più progredito e innovativo. Vale a dire che se un ministro si spende personalmente la questione viene risolta in modo più veloce e ordinato. Entrando nel merito l’accordo certifica, ecco l’altro elemento importante, che nel momento in cui si si dovesse inserire un elemento distorsivo nel mercato, come un aumento esponenziale dei costi di produzione, a partire dalle materie prime, passando da gasolio ed energia elettrica, scatterebbe un meccanismo che parzialmente riconosce questa anomalia e interviene. Questo è un passo fondamentale perché dimostra che siamo passati a un concetto di filiera in cui si negozia sì un prezzo che però si lega a un sistema articolato in diverse componenti che viene stimolato e supportato dalla pubblica amministrazione. Questo sono i due punti fondamentali.

Anche la creazione di un tavolo sul latte permanente a livello nazionale che non è mai esistito prima d’ora?

Certo, vedremo come sarà costituito e come funzionerà. Sulla questione del latte occorre, comunque, riflettere su diversi mercati che corrispondono alle diverse destinazioni della materia prima. Il latte destinato alla caseificazione è valorizzato nei formaggi Dop che vengono esportati. Ci stiamo avvicinando all’autosufficienza produttiva e va detto a questo proposito che la nostra è comunque, sempre, un’autosufficienza teorica perché i surplus vengono utilizzati di solito e preferibilmente per produrre le grandi Dop che generano valore aggiunto alla materia prima, ma non per latte alimentare. In Germania l’Italia acquista latte Uht prodotto a costi più bassi di quello italiano che va tutelato come destinazione alimentare mantenendo la durata attuale della shelf life.

L’accordo è stato firmato anche dalla Gdo che è stata coinvolta

Sono convinto che il prezzo del latte aumenterà di 4 centesimi al litro grazie al contributo della Gdo e dell’industria. In Lombardia si dovrebbe arrivare a 41 centesimi al litro. A fine anno i contratti con Lactalis, multinazionale francese e maggiore buyer del latte italiano con Italatte, sono in scadenza. Questo accordo potrebbe spingere anche Lactalis a tenere conto di questo nuovo valore.

E se ci fosse qualcuno che paga già 41 centesimi?

E’ stato già fatto notare che se la soglia è fissata a 41 centesimi per chi già arriva a questo importo ci potrebbe essere un ulteriore incremento.  Le cooperative più virtuose potrebbe raggiungere i 42 o 43 centesimi al litro. Ci troviamo attualmente in una fase dinamica con il latte spot italiano che è arrivato a 46 centesimi e stiamo esportando, paradossalmente, anche un po’ di materia prima in Germania perché il settore è in fase di ristrutturazione. In questo periodo ci sono anche le cooperative che trasformano in formaggi Dop e si liberano di un po’ latte pagato a prezzi piuttosto remunerativi.

E come la mette il settore con la strategia Farm to fork?

Occorre lavorare per non dare un’interpretazione restrittiva della strategia, la sostenibilità resta un obiettivo da raggiungere ma occorre farlo in maniera non traumatica per le stalle. Occorre investire sulla ricerca e su nuove strategie anche industriali considerando glie normi progressi già compiti in questa direzione dagli allevamenti in termini di rispetto dell’ambiente.

Scanavino: «L’accordo ministeriale sul prezzo del latte è innovativo» - Ultima modifica: 2021-11-12T19:25:38+01:00 da Francesca Baccino

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