La Cooperativa Santangiolina Fattorie Lombarde ha radici storiche ben salde nel territorio, nel lodigiano e mantovano, dove è molto conosciuta e apprezzata anche all’interno del mondo cooperativo. Fondata nel 1961, negli ultimi 20 anni è cresciuta molto dedicandosi, a partire dal 2000, anche alla trasformazione: come raccolta di latte oggi mette assieme circa 230mila tonnellate di prodotto conferito da circa 240 soci allevatori e ha generato un fatturato aggregato di 142 milioni di euro nel 2023, forte di uno stabilimento a Pandino (Lo), uno a Cereta di Volta Mantovana oltre alla sede di San Colombano al Lambro (Lo). La cooperativa è, inoltre, socia di Trevalli Cooperlat nelle Marche e vanta una partecipazione di rilievo (secondo socio più grande), in Lsm (Latteria sociale Mantova).
Il salto dimensionale degli ultimi anni ha portato sicuramente onori, ma anche oneri, soprattutto oggi che la cooperativa si trova davanti a una tappa obbligata: consolidarsi per acquisire ancora più competitività ed efficienza, sotto tutti i punti di vista ma, soprattutto, aumentare il valore aggiunto, peraltro già esistente, attraverso un processo di valutazione e ottimizzazione dell’organizzazione produttiva e commerciale.
Lo ha spiegato in questo modo perchè è questa, appunto, la nuova mission di Alberto Dall’Asta, fresco di nomina come direttore generale (nominato dal consiglio di amministrazione della cooperativa lombarda lo scorso 17 febbraio) della Santangiolina dopo l'ultradecennale esperienza maturata in una multinazionale francese del settore lattiero caseario.
L’arena in cui dovrà misurarsi ancora è la stessa, ma lo farà da un’altra angolazione, dalla prospettiva degli allevatori che producono la materia prima e la trasformano per renderla ancora più remunerativa. L’annuncio è stato dato da una lettera inviata ai soci allevatori dal presidente Emilio Baietta, succeduto ad Antonio Baietta, scomparso di recente e che per molti anni si è speso per far crescere la Santangiolina.
Qual è oggi la prima esigenza della cooperativa?
Come ha detto il presidente, è quella di consolidare le attività industriali che sono la produzione di Grana Padano e altri prodotti Dop come il Taleggio e il Quartirolo e altri formaggi tipici, anche di capra, a muffa bianca. Questi ultimi sono prodotti nello stabilimento di Pandino dove sono in corso anche investimenti importanti per la produzione del burro. L’obiettivo è, in questo caso, rendere lo stabilimento sostenibile sia sotto l’aspetto economico che ambientale.
E poi?
Importante sarà anche il rapporto con le consociate che sono Trevalli Cooperlat e Lsm. Quest’ultimo gruppo cooperativo ha dimensioni imponenti e la partecipazione della Sant’Angiolina ha un peso importante all’interno della compagine. Nella produzione di Grana Padano, che è il core business di Lsm, quindi, anche la Santangiolina può dire la sua.
Quindi, quale sarà la prima mossa? Hanno scelto una figura di esperienza
Quando le aziende crescono hanno bisogno di riorganizzarsi per adeguarsi alla nuova dimensione. Spero negli anni di riconsegnare una cooperativa più organizzata ed efficiente. La mia nomina ha raccolto consensi sostanzialmente positivi da parte di tutti, anche dalle organizzazioni sindacali. La speranza di tutti è questa, lo dico con una battuta: «Abbiamo acquistato un bravo giocatore. Speriamo che in squadra funzioni».
Santangiolina è conosciuta e ha raggiunto tanti traguardi, ma ha bisogno di acquisire un’identità distintiva che la faccia veramente emergere. Credo che sarò sostenuto, in questo, da tanti soci. Certo, le aspettative sono molto alte, ma so che dovrò interfacciarmi con persone collaborative, che sanno ascoltare e sapranno fare, all’occorrenza, anche scelte coraggiose.
Senza spoilerare nulla, che cosa inizierà a valutare?
Il primo passo è quello di far conoscenza con tutti. Dalla settimana prossima sarò in visita negli stabilimenti. Ritengo, comunque, sia importante la centralità del socio, che in una cooperativa è una componente fondamentale. Mi spiego: il socio deve essere orgoglioso di farne parte. Se, invece, la percepisce come una controparte, vuol dire che c'è un problema. Incontrando i soci allevatori si potrà cominciare a capire come ottimizzare la strategia di sviluppo della cooperativa sia dal punto vista strutturale che commerciale.
Quale sarà l’obiettivo?
Quello di dare valore aggiunto alla cooperativa sia sotto il profilo produttivo che commerciale. Faremo riflessioni anche sul brand; occorrerà, infatti, lavorare anche sulla notorietà del marchio per migliorarla. È anche un’occasione di rilanciare l’immagine della cooperativa.
Ci saranno spedizioni all’estero nel futuro della Santangiolina?
A parte il Grana Padano che è una delle Dop più consumate al mondo e ha i numeri per l’export, occorrerà valutare quali potrebbero essere i prodotti della cooperativa adatti alla vendoita all'estero. Sicuramente sarà poco probabile che lo siano formaggi tipici noti a livello locale come ad esempio il Resegone, o troppo freschi.
Per quanto riguarda l'attuale mercato del latte alla stalla?
L'andamento del latte spot sta scendendo, ma febbraio per tradizione è il mese in cui la domanda è tendenzialmente alta. I prezzi del latte così elevati solo qualche anno fa non ce li saremmo mai immaginati. I costi di produzione sono calati nel 2023 rispetto a quelli dell'anno precedente, soprattutto a partire dal secondo semestre.
Il mercato del latte sembra essere ora in equilibrio. Ha ragione chi il latte lo produce, ha ragione chi trasforma e anche chi distribuisce. Se uno dei tre anelli della filiera non fosse allineato sorgerebbero dei problemi. Nel 2023 abbiamo beneficiato di un allineamento perfetto all’interno della filiera. Il 2022, invece, è stato un anno drammatico, ricco di colpi di scena anche per le ripercussioni geopolitiche relative allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina e per le condizioni climatiche avverse. Chi non era preparato all'estrema volatilità dei prezzi è stato colto di sorpresa e non è riuscito a gestire subito l'emergenza legata ai rincari.