Quasi al traguardo il via libera al Piano di governo della produzione del Parmigiano Reggiano. Il Cosorzio di tutela ha fatto sapere che «è stato raggiunto e ampiamente superato il quorum di adesioni del 66% per proseguire con l’iter di approvazione del Piano di regolazione dell’offerta 2023-2025 del Parmigiano Reggiano. Caseifici e allevatori hanno confermato l’orientamento positivo già espresso durante le riunioni zonali e l’Assemblea del 15 dicembre 2021 per assicurare condizioni di equilibrio rispetto alla capacità di assorbimento da parte della domanda nazionale ed estera».
Il Piano garantisce il futuro del Parmigiano Reggiano
Il prossimo passaggio sarà presentare il Piano al ministero delle Politiche agricole e alle Regioni del comprensorio per essere adottato dopo l’estate ed entrare in vigore dal primo gennaio 2023.
«Un risultato importante perché mette in cassaforte il futuro della Dop – ha affermato il presidente, Nicola Bertinelli –. Il Piano rappresenta un elemento di certezza in una fase storicamente difficile per le incertezze legate alla ripartenza post-Covid, alla guerra e ai rincari delle materie prime. Continua così il percorso di lavoro del nuovo Consiglio di Amministrazione per posizionare, ancora una volta, il Parmigiano Reggiano su una traiettoria di crescita forte e di lungo periodo”.
Si tratta di uno strumento previsto dal Regolamento Ue n. 261 del 2012 e ha l’obiettivo di definire le modalità di gestione dell’offerta di Parmigiano Reggiano al fine di adeguarla alla domanda.
Due le novità principali
Nel merito dei contenuti specifici, la novità più importanti sono due: consolidare, senza ulteriori aumenti, la produzione di fine 2021, prevedendo una riduzione delle riassegnazioni annuali (dal 10,0% allo 0,5%) e l’aumento degli importi di contribuzione aggiuntiva con Importo Unico da 18 a 25 €/quintale e Importo Grande Splafonatore da 30 a 40 €/quintale; la seconda è la generazione e distribuzione di nuove Quote Latte Parmigiano Reggiano agevolate per circa 1,8 milioni di quintali (gratuite e a prezzi agevolati) finalizzate a ridurre il livello di splafonamento, e di conseguenza di contribuzione economica aggiuntiva, per gli allevatori che rispetteranno i criteri specifici di non aumento produttivo.
Al fianco di tali interventi, la proposta introduce altri importanti novità e miglioramenti per sostenere politiche specifiche rivolte ai giovani e ai produttori di montagna, e introdurre leve di flessibilità per gestire lo strumento in correlazione ai bisogni reali del mercato e per dare maggiore efficacia al contrasto delle eventuali crisi di mercato.