In un mercato condizionato dalla chiusura di molte borse merci situate nelle regioni del Nord Italia, a seguito dei provvedimenti emanati dalle Autorità per limitare la diffusione del Covid-19, i listini all’ingrosso delle materie prime destinate alla zootecnia hanno mostrato poche variazioni in chiusura di febbraio. Gli scambi tra gli operatori sono stati limitati. La principale eccezione in questo scenario dominato dalla staticità è stato il segno “meno” della farina di soia, dettato dalla risalita dell’euro nei confronti del dollaro e dalle incertezze che nei mercati internazionali si continuano a registrare circa l’impatto dell’epidemia di Covid 19 sui consumi mondiali di materie prime, prodotti agricoli compresi. Lieve ribasso si è rilevato anche per la farina di girasole, a fronte della stabilità evidenziata da farina di colza e, sul versante cerealicolo, da orzo, mais e sorgo.
Alla Granaria di Milano, dove la commissione prezzi ha rilevato il listino, la farina di soia proteica nazionale è scesa nell’ultima rilevazione di febbraio sui 365-375 €/t, cedendo l’1,3% rispetto a sette giorni prima ma mantenendosi comunque più elevata del 6,2% rispetto a un anno fa. Come detto, i prezzi hanno risentito anche del rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro, con il cambio tornato in chiusura di settimana vicino alla soglia di 1,10.
Prezzi invariati in chiusura di febbraio per la farina di colza, fermi a Milano sui 266-267 €/t per la quinta settimana consecutiva. Rimane negativa la variazione rispetto allo scorso anno, con i prezzi attuali più bassi del 7,6%. Nel mercato europeo, intanto, i semi di colza hanno chiuso la settimana in forte calo, risentendo indirettamente del ribasso che ha colpito le quotazioni del petrolio. All’Euronext di Parigi i futures con scadenza maggio 2020 hanno chiuso la settimana sui 380,25 €/t, accusando un ribasso del 4,9% rispetto a sette giorni prima, ai minimi da fine ottobre.
Colza la cui produzione nell’Ue-27 è attesa nel 2020 sui 15,7 milioni di tonnellate (fonte Coceral), in aumento del 5% rispetto al 2019, anno però che si era contraddistinto per la forte contrazione del raccolto, sceso ai minimi del decennio.
Tornando all’analisi dei listini nazionali, prezzi all’ingrosso in lieve calo per la farina di girasole, che, presso la Borsa Merci di Roma ha ceduto l’1% su base settimanale, scendendo sui 191-192 €/t (farina integrale).
Nel mercato dei cereali foraggeri, l’offerta superiore alla domanda continua a imprimere stabilità ai prezzi dell’orzo nazionale per uso zootecnico, fermo a Roma sui 165-168 €/t (orzo pesante). Stabilità che caratterizza attualmente anche l’andamento dei prezzi nei principali mercati di riferimento europei. In Francia, le quotazioni sulla piazza di Rouen si sono attestate sui 171 €/t, appena 1 €/t rispetto alla settimana precedente. Scenario simile
in Germania, dove i valori sono rimasti fermi sui 172 €/t ad Amburgo.
E la stabilità ha contraddistinto anche l’andamento dei prezzi del mais, complice un mercato italiano che ha denotato ancora segnali di staticità. A Milano i prezzi del mais nazionale zootecnico (contratto 103 base) sono rimasti invariati sui 175-176 €/t.