La notizia rimbalza dai social. È la presidente della Commissione Ue Ursula von Der Leyen a scrivere su Twitter, dopo aver concluso una telefonata con il presidente Usa Joe Biden, che “Come nuovo inizio di partnership siamo d’accordo di sospendere i dazi relativi alle dispute riguardanti Airbus Boing per un periodo iniziale di quattro mesi. Ci siamo inoltre impegnati a risolvere questi disaccordi”.
L’annuncio innesca reazioni positive sul piano politico, ma anche sul piano economico e sindacale e degli operatori del comparto alimentare e lattiero caseario, alla luce dell’importanza che rivestono gli Stati Uniti per l’export italiano, che vale intorno ai 5 miliardi di euro solo nel segmento food & beverage.
Il sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio è fra i primi a commentare. “Una buona notizia per il made in Italy agroalimentare che esporta negli Stati Uniti – riportano le agenzie -. Con l’accordo Ue-Usa si torna al dialogo e si sospendono i dazi che hanno penalizzato il comparto a causa della disputa Airbus-Boeing. Ora lavoreremo da subito per una soluzione negoziata, che sia definitiva e che tuteli le nostre eccellenze e le imprese che le producono”.
L’europarlamentare Paolo De Castro si affida a un cinguettio su Twitter e pone l’accento sul nuovo corso in termini di rapporti amicali fra i due blocchi del pianeta, da decenni alleati. “Rinnovata partnership Ue-Usa. Torna dialogo. Una moratoria di almeno 4 mesi su tutte le tariffe di ritorsione, che colpiscono in particolare i prodotti agroalimentari dell’Ue. È tornato il tempo del dialogo e della fiducia: lavoriamo ora per soluzione negoziata e duratura”, scrive l’on. De Castro.
Anche l’industria alimentare si dichiara soddisfatta. Il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, parla di battaglia vinta e di un “segnale positivo in un momento particolarmente difficile per la nostra economia”.
Per il numero uno di Federalimentare si tratta di “un elemento di distensione che speriamo possa diventare permanente: gli Stati Uniti rappresentano per l’industria alimentare il secondo mercato a livello mondiale e questa sospensione vale, per il nostro export in Usa, 500 milioni. Ecco perché l’interruzione dei dazi rappresenta per l’industria alimentare una battaglia vinta”, alla quale si aggiungono anche altri temi da affrontare nei mesi a venire, “dalla sostenibilità, alla Farm to Fork, fino ai sistemi di etichettatura”.
Le reazioni del mondo agricolo
Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, afferma che “l’annuncio della presidente von der Leyen è di estrema importanza e va nella direzione da noi auspicata e caldeggiata a livello europeo”, ricordando anche che l’annuncio della sospensione per quattro mesi dei dazi segue l’accordo siglato il giorno precedente tra Usa e Regno Unito e lo ricalca nella forma.
Essenziale, per Giansanti, “rilanciare la gestione degli scambi commerciali su base multilaterale”. Confagricoltura ricorda che i dazi aggiuntivi Usa sulle importazioni agroalimentari dalla Ue sono in vigore dall’ottobre 2019, per un controvalore di poco inferiore a 7 miliardi di euro.
Restringendo l’indagine al solo settore agroalimentare, i dazi aggiuntivi americani – puntualizza Coldiretti - colpiscono le esportazioni agroalimentari Made in Italy per un valore di circa mezzo miliardo di euro su prodotti come Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi, cordiali e liquori come amari e limoncello.
“Con il nuovo presidente Usa Biden occorre ora avviare un dialogo costruttivo tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia”, auspica il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, sottolineando che “gli Stati Uniti rappresentano nell’agroalimentare Made in Italy il primo mercato di sbocco fuori dai confini comunitari per un valore record vicino ai 5 miliardi nel 2020, in crescita del 5%, secondo la proiezione Coldiretti su dati Istat”.
Per il numero uno di Copagri, Franco Verrascina, siamo di fronte a “una decisione sensata, che fa giustizia su una controversia che nulla aveva a che fare con il made in Italy agroalimentare. Una notizia positiva che ci aspettavamo con il cambio di guardia alla Casa Bianca, ma che deve portare anche a un cambio di passo in Europa”. Per Verrascina è evidente che “le guerre commerciali non hanno vincitori. Occorre dunque ora lavorare per arrivare a una soluzione definitiva e strutturata”.
Giorgio Mercuri, al vertice dell’Alleanza delle Cooperative agroalimentari, evidenzia che l’intesa raggiunta sulla sospensione dei dazi, seppure limitata a livello temporale, “sia l’inizio di un’eliminazione totale dei dazi”.
“Si evita così il rischio – prosegue Mercuri - che i dazi possano colpire anche i nostri vini, che rappresentano un ulteriore export da 1,5 miliardi di euro. Per tutte le cooperative che lavorano per esportare negli Stati Uniti i propri prodotti d’eccellenza, questo significa poter lavorare con serenità e poter fare progetti a lungo periodo”.
In vigore dal 18 ottobre 2019 come ritorsione per Boeing-Airbus
I dazi applicati dagli Usa sono entrati in vigore il 18 ottobre 2019, sotto forma di una tariffa aggiuntiva del 25% su una lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’Unione europea, per iniziativa di Donald Trump – ricorda Coldiretti - alla quale ha fatto successivamente seguito una escalation che ha portato all’entrata in vigore il 10 novembre 2019 di tariffe aggiuntive della Ue sui prodotti Usa pari al 15% per gli aerei, che salgono al 25% su ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate insieme a trattori, consolle e video giochi alla quale gli Stati Uniti hanno replicato colpendo l’importazione di parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, i vini, il cognac e brandy francesi e tedeschi, che sono stati inseriti nell’elenco dei prodotti tassati a partire dal 12 gennaio.
Le tensioni commerciali sono frutto di una querelle nata in ambito aerospaziale 17 anni fa per aiuti all’europea Airbus e alla statunitense Boeing. I dazi sono stati autorizzati dall’Organizzazione mondiale del commercio, valgono circa 11,5 miliardi di dollari e interessano una gamma di beni industriali, agricoli e di consumo.