Ha appena festeggiato il prestigioso traguardo di 120 anni di storia e vanta il primato di essere la prima azienda produttrice al mondo di Grana Padano Dop, con 550.000 forme all’anno. È una delle realtà più importanti del settore lattiero-caseario italiano, con standard qualitativi di assoluta eccellenza. Una cooperativa che ha saputo far leva su innovazione, crescita e sostenibilità per reggere la sfida della competitività. Con un’attenzione e una cura straordinaria rivolta ai propri soci e ai consumatori.
Parliamo della Latteria Soresina, con sede principale a Soresina (Cr), che proviamo a conoscere da vicino attraverso il racconto del suo presidente, Tiziano Fusar Poli.
Presidente Fusar Poli, avete festeggiato da poco un compleanno importante, 120 anni. Cosa può raccontarci della storia della Latteria?
La data che ha segnato la nascita della cooperativa è stata il 5 febbraio 1900, giorno in cui 19 agricoltori, che divennero in pochissimo tempo 91, tutti situati nella zona di Soresina-Castelleone, presero una decisione economica che si rivelò vincente per l’agricoltura cremonese e padana. In quegli anni, i casari che acquistavano il latte dagli allevatori per produrre formaggi, mettevano spesso in forse i contratti in essere o ne condizionavano il rinnovo con pesanti ribassi nei prezzi del latte. Fu per non subire più tali arbitrarie imposizioni che i primi soci decisero di costituire, sotto forma giuridica di cooperativa, la Latteria Soresinese, alla quale fornirono anche le risorse economiche necessarie per gestire l’attività di trasformazione del latte.
A quanto ammontava il capitale sociale iniziale?
La cooperativa entrò in funzione l’11 novembre 1900, quando i 91 soci sottoscrissero 2.918 azioni del valore di 50 lire, per un capitale sociale di 145.900 lire (75,35 €). Le sorti della cooperativa furono affidati ad un uomo di grande levatura, oltre che valido amministratore, l’ingegner Antonio Landriani. In virtù della loro elevata qualità i prodotti della Latteria Soresinese si affermarono presto sul mercato e tra i consumatori, prima in Italia e poi in tutto il mondo.
E quando sopraggiunsero le due guerre mondiali, l’attività della Latteria proseguì o fu interrotta?
Durante i due conflitti mondiali, le produzioni di Latteria Soresinese furono fortemente limitate per il mercato tradizionale, perché divenne prioritario assicurare il rifornimento di formaggio e di latte sterilizzato all’Esercito Italiano, agli ospedali e ai grandi centri urbani. Una decisione che ovviamente anteponeva i bisogni dei reparti in guerra e delle popolazioni civili a qualsivoglia esigenza di mercato.
Con il secondo dopoguerra la musica cambiò decisamente…
Sì, dopo la fine della seconda guerra mondiale, Latteria Soresinese poté riprendere con decisione la produzione destinandola ai vecchi sbocchi di consumo: in pochissimi anni la cooperativa rafforzò la sua posizione nell’industria casearia italiana anche attraverso un potenziamento dell’organizzazione industriale e commerciale.
I quantitativi di latte prodotto e consegnati dalle aziende dei soci per la lavorazione passarono dagli iniziali 45.000 quintali a 270.000 quintali annui nel periodo appena successivo alla fine della seconda guerra mondiale e raggiunsero quota 800.000 all’inizio degli anni Settanta.
Quelli che seguirono furono anni intensi, con continui e notevoli sforzi per accrescere la potenzialità ricettiva e lavorativa degli stabilimenti, per creare nuovi reparti con nuovi impianti e nuovi magazzini. Altrettanta cura e impegno venne riversata per il trattamento e il controllo del latte: l’attività di assistenza alle stalle di produzione e il servizio analisi furono implementati e si andò verso una progressiva diversificazione dei vari tipi di formaggi, sempre alla ricerca della migliore qualità.
Quale era il vostro prodotto di punta?
Beh, senza dubbio il burro, produzione di assoluta eccellenza per la quale la latteria divenne famosa, a tal punto che “Soresina” divenne presto sinonimo di burro buono.
Soresina era intanto diventato il vostro nuovo nome?
Sì, da 20 anni siamo sul mercato con questo brand: nell’anno del centenario (2000) la Latteria Soresinese si è infatti trasformata in “Latteria Soresina”. Il 2000 è stato un anno in qualche modo spartiacque nella storia della nostra cooperativa, poiché ha dato il via ad una serie di fusioni che ci hanno consentito una crescita dimensionale significativa e un posizionamento sul mercato senza precedenti.
Di quali fusioni si tratta?
Nel settembre 2001 venne completata la fusione con la Cooperativa Forcello, un evento significativo per la storia del mondo lattiero-caseario in quanto fu la prima volta in cui ad unirsi furono due cooperative “sane”. Due anni dopo, nel 2003, Latteria Soresina perfezionò la seconda fusione della sua storia incorporando la LARC (Latterie Agricole Riunite Cremona) di Sospiro, consolidando così la propria leadership di produzione sul Grana Padano.
Ancora altri due anni e Latteria Soresina, nel dicembre 2005, arrivò a rilevare e il 100% del pacchetto azionario di Alimentari Val D’Enza S.P.A., che fu incorporata successivamente in Latteria Soresina: si trattò di un’operazione di grande portata che consentì all’azienda di entrare in modo deciso anche nel mercato del Parmigiano Reggiano.
Vi siete fermati qui?
No, ci sono state ancora tre ultime tappe, tutte successive al 2008, anno in cui Latteria Soresina entra ufficialmente nel mercato del latte fresco, differenziando così le proprie strategie di mercato e di produzione. Nel maggio 2008 Soresina incorpora con fusione Latteria di Piadena e Latteria Cà de Corti, rafforzando le sue quote di mercato nella produzione di Grana Padano e Provolone.
Nel maggio 2012 prende in gestione il Consorzio produttori Latte Lombardia tramite affitto di ramo di azienda che prevede la gestione dei marchi Latte Milano, Latte Bergamo, Pavilat e Latte Clab, dello stabilimento di Peschiera Borromeo e della struttura commerciale. Infine, a maggio 2013 c’è la definitiva acquisizione del ramo di azienda del Consorzio Produttori Latte Lombardia con i relativi marchi e nel maggio 2017 l’acquisizione di Brescialat col suo stabilimento ed i marchi proprietari.
Dopo questi notevoli processi aggregativi, quali sono oggi le dimensioni dell’azienda?
Oggi i soci della cooperativa sono circa 200, che conferiscono 500.000 tonnellate di latte. Un incremento considerevole se si pensa che nel 2000 i quantitativi consegnati erano pari a 167.000 tonnellate. Il nostro giro d’affari è aumentato nel 2019 di oltre 35 milioni di euro (+9,6%), passando dai 375 milioni del 2018 agli oltre 411 milioni di euro nel 2019. Situazione molto positiva anche per il fatturato export che è cresciuto del 12,3% rispetto al 2018, toccando circa 92 milioni di euro, grazie alla presenza in 64 paesi. Oggi l’export vale il 22% del totale del fatturato.
Risultati assai lusinghieri! Cosa vi ha portato ad avere tale successo?
La forza della nostra cooperativa, che è indiscutibilmente riconosciuta, discende proprio dalla tradizione e dall’eccellenza dei nostri prodotti tipici, resa possibile da una struttura produttiva che è riuscita ad essere da oltre un secolo sempre all’insegna della modernità e della massima efficienza. Un valore importantissimo è anche rivestito dai soci conferenti, che fanno arrivare alla Latteria Soresina una materia prima di altissima qualità.
Innovazione, crescita dimensionale e promozione hanno fatto il resto.
Sì, nel 2002 Soresina siamo stati i primi in Italia ad ottenere la certificazione di controllo e rintracciabilità di filiera sui prodotti Grana Padano, Provolone, Burro e Latte UHT. Oggi copriamo con circa 186 stalle l’11% del fabbisogno di latte della Lombardia, pari a più del 5% a livello nazionale. Un successo che deriva dal perseguimento di una strategia di crescita continua, puntando su derivati del latte di grandissima qualità.
A partire dal 2004, anno in cui fu lanciata una importante campagna di comunicazione sulle principali reti nazionali, abbiamo anche avviato una vera e propria politica di marca per valorizzare le nostre produzioni più importanti.
Quali sono i vostri prodotti di punta?
Oltre al burro, di cui abbiamo già parlato, siamo il primo produttore al mondo di Grana Padano, con 550.000 forme prodotte all’anno, la metà delle quali proviene dal Caseificio CR117, uno dei più storici e importanti d’Italia, situato proprio a Soresina, in provincia di Cremona. In questo caseificio arriva latte proveniente solo da allevamenti situati a una distanza massima di 40 km che viene destinato alla produzione di una linea denominata Grana Padano CR117, caratterizzata da una stagionatura particolare di oltre 16 mesi.
Un altro gioiello di Latteria Soresina è il Provolone piccante Selezione, contraddistinto da un gusto deciso e un profumo intenso, resi possibili da una lavorazione artigianale con diverse fasi del processo produttivo realizzate a mano.
Come avete festeggiato i vostri 120 anni di storia?
Per il 120° anniversario abbiamo scelto come simbolo un anello trilogy composto da tre pietre preziose a rappresentare i gioielli del gusto che contraddistinguono il portafoglio prodotti dell’azienda: il Grana Padano, il Provolone Selezione e il Burro nella famosa lattina gialla.
Per l’occasione, il burro ha assunto una veste nuova: è stata realizzata infatti un’edizione limitata nei formati 125, 250 e 500 grammi con tre diverse immagini storiche dell’azienda: la consegna del latte alla bottega (1925), il ricevimento del latte (1915) e l’ingresso storico della sede (1966).
Le lattine di burro sono state prodotte nel nuovo burrificio di Soresina entrato in piena funzione nel 2019. Un investimento da 15 milioni di euro, reso possibile grazie anche al contributo della Regione Lombardia.
Per continuare a competere a livello globale quali altri investimenti o strategie di sviluppo avete messo a punto?
Abbiamo appena realizzato una importantissima operazione economica: dopo un lungo dibattito tra i soci, lo scorso dicembre abbiamo portato il nostro capitale sociale da 12.179.650 ad oltre 38.600.000 di euro. È stata una grandissima operazione: abbiamo triplicato il capitale sociale e deliberato una modifica dello statuto (l’entità della sottoscrizione dell’aumento di capitale passa da 25 a 85 euro alla tonnellata).
L’operazione ha previsto anche l’ingresso di un investitore esterno nel capitale di Latteria Soresina: si tratta di Fondosviluppo, fondo di promozione della Confcooperative alimentato dalle cooperative stesse, che ha sottoscritto uno strumento finanziario “ibrido” per il valore di 2.500.000 euro, entrando così nella società e nel suo patrimonio. Il patrimonio complessivo della cooperativa è così passato da 33.604.000 a 62.915.000 euro.
Oltre alla solidità economica-finanziaria, la vostra realtà è un fiore all’occhiello in tema di benessere animale. Avete avuto il merito di coglierne la valenza in anticipo rispetto ad altre aziende?
Per noi vale un assunto di base, ovvero che gli animali mantenuti in condizioni di benessere producono un latte migliore e quindi indirettamente contribuiscono al benessere umano. Un latte più buono e più “etico” permette di fare formaggi e burro eccezionali a beneficio della salute e del piacere della tavola.
Abbiamo lanciato già nel 2017 un piano di formazione e di innovazione degli allevamenti dei propri soci che ci ha messo in grado oggi di poter garantire uno standard di benessere animale molto alto, offrendo al consumatore un valore aggiunto, non obbligatorio per legge. Oggi la quasi totalità delle nostre aziende agricole socie ha ottenuto la certificazione di benessere animale, con il metodo Crenba (Centro di referenza nazionale per il benessere animale). Una certificazione che riguarda 90 punti focali del ciclo di allevamento, che va dal vitello appena nato fino all’età adulta degli animali e va a parametrare aspetti come l’alimentazione, la qualità del luogo in cui vivono, la dimensione degli spazi, l’igiene e la bio-sicurezza, intesa come diminuzione del rischio di contrarre patologie, la gestione dei farmaci, i controlli dei punti di abbeverata, la presenza di impianti di raffrescamento. Alcuni nostri soci si avvalgono anche dell’utilizzo della musica per tranquillizzare le mucche durante la fase di mungitura meccanizzata.
La cooperativa in pillole
Denominazione: Latteria Soresina.
Anno di fondazione: 1900
Sede principale: Soresina (Cr). Sette stabilimenti produttivi e di stagionatura.
Aziende agricole associate: 186 stalle.
Dipendenti: 650.
Produzione: quasi 500mila quintali di latte lavorato/anno, pari al 10% del latte della Lombardia e al 5% di quello nazionale.
Fatturato: 411 milioni di euro.
Sito web: www.latteriasoresina.it
Email: info@latteriasoresina.it
Facebook: latteriasoresina
Instagram: @latteriasoresina
LE 21 COOPERATIVE DI VERDE LATTE ROSSO
Questo è il tredicesimo articolo che IZ dedica alle ventuno cooperative lattiero-casearie, riunite nell’Alleanza Cooperative Agroalimentari, che hanno promosso e finanziato la campagna di comunicazione Verde Latte Rosso. Una serie di articoli, questa su IZ, che ha l’obiettivo di raccontare l’eccellenza del latte italiano e delle sue produzioni di qualità.
Nei dodici numeri scorsi dell’Informatore Zootecnico sono stati pubblicati report sulla Latterie Plac di Cremona, sulla TreValli Cooperlat di Jesi, su Arborea, su Ca’ de’ Stefani, sul Consorzio zootecnico di Vicenza, su Latte Maremma, su Lattebusche, su Latterie Vicentine, su Granterre/Parmareggio, su Piemonte Latte, su Latteria Soligo, su Granlatte/Granarolo.
Ora è la volta dunque di Latteria Soresina. Seguiranno singoli articoli sulle altre cooperative: Sant’Andrea, Santangiolina, Pennar di Asiago, San Donato, Trentingrana, Valsabbino, Venchiaredo, Virgilio.