Sarà convocato il 17 febbraio prossimo il tavolo latte in Lombardia, regione leader del latte nazionale, per un nuovo confronto sull'accordo ministeriale latte firmato nel novembre scorso, ma mai applicato finora, che avrebbe dovuto portare il prezzo a 41 centesimi al litro aggiungendo il premio d’emergenza per gli allevatori.
Lo annunciato l’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, Fabio Rolfi: «Nei mesi scorsi – ha spiegato - è stato sottoscritto un accordo nazionale sul prezzo del latte. È stato firmato da tutti gli attori della filiera e chiediamo semplicemente che venga rispettato, anche perché gli allevatori stanno già attraversando difficoltà oggettive legate all'aumento esponenziale dei costi di produzione».
Il decreto sulle pratiche sleali vieta di pagare sottocosto
«Ricordo - sottolinea l'assessore - che è stato anche approvato un decreto a livello nazionale che stabilisce come pagare un prodotto agricolo al di sotto del costo di produzione sia una pratica sleale».
La Regione, al termine di un incontro con i vertici di Coldiretti , convocherà - ha riferito Rolfi - per giovedì 17 febbraio un tavolo sul latte, al quale siederanno tutti gli attori della filiera, dalle associazioni agricole di categoria ai rappresentanti dei trasformatori e della grande distribuzione. È necessario per un confronto e una verifica dello stato di attuazione dell'accordo nazionale».
Rolfi ha fatto anche sapere che parteciperà domani alle iniziative organizzate dagli allevatori come quella del presidio organizzato da Confagricoltura Lombardia a Cremona.
Soddisfazione per la convocazione del tavolo regionale
Positivo il commento di Coldiretti Lombardia che ha sottolineato l’esigenza di «rendere immediatamente operativo l’accordo di filiera per fermare la speculazione in atto sul prezzo del latte alla stalla, che rischia di far saltare uno dei comparti cardine del nostro agroalimentare».
La Coldiretti ha aggiunto di essere impegnata «su tutti i fronti, dal livello governativo a quello territoriale», per salvaguardare le stalle italiane alle prese con un periodo di grave crisi.
«Gli allevatori sono strozzati dai continui aumenti dei costi di produzione non compensati da un prezzo di vendita adeguato, come ha spiegato Coldiretti Lombardia – e in molti casi si trovano costretti ormai da mesi a vendere sottocosto per effetto di dinamiche speculative che ricadono interamente sulle loro spalle». Per l’organizzazione agricola è necessario arrivare subito al riconoscimento di un prezzo che tenga conto della continua escalation dei costi di energia e mangimi.