Ridurre le emissioni, obiettivo centrato per Lactalis in Italia. Con le aziende Galbani, Parmalat, Nuova Castelli e Leerdammer la multinazionale francese ha fatto sapere di essersi impegnata in tema di sostenibilità raggiungendo, nel 2022, tre risultati importanti: la fabbrica simbolo di Parmalat a Collecchio (Parma) ha raggiunto un’autosufficienza energetica del 94%, mentre gli impianti Galbani di Corteolona (Pavia) e Casale Cremasco (Cremona) rispettivamente del 90% e del 93%, con conseguenti benefici anche in termini di riduzione di emissioni di CO2.
«Nonostante l’aumento del costi - afferma Giovanni Pomella, general manager di Lactalis in Italia - abbia generato un impatto devastante sulla nostra organizzazione, resta comunque prioritaria l’attenzione all’ambiente anche attraverso una serie di robusti investimenti per l’efficientamento energetico della nostra attività al fine di raggiungere gli obiettivi che, come Gruppo, ci siamo prefissati».
Emissioni ridotte con tecnologie di cogenerazione e trigenerazione
La riduzione dell’impatto sulle emissioni è ottenuta anche attraverso il ricorso a tecnologie di cogenerazione e trigenerazione, che impiegano turbine e motori alimentati a gas naturale in grado di garantire un elevato livello e percentuale di autoproduzione di energia elettrica e parte del fabbisogno di energia termica.
Queste tecnologie permettono infatti di ridurre il consumo di energia primaria fino anche al 35% grazie a una maggiore efficienza, e quindi a ridurre in modo significativo l’impatto ambientale.
Parmalat, energia elettrica da cogenerazione
Analizzando le performance di alcuni stabilimenti di Parmalat: solo da gennaio a oggi, la produzione lorda di energia elettrica da cogenerazione nell’impianto di Collecchio è stata di oltre 29milioni di kWh, equivalente a quanto possono consumare oltre 22 mila famiglie (da 4 persone per nucleo) in un anno, a cui si aggiungono ulteriori 207 mila kWh tramite fotovoltaico, dato che si prevede in crescita con l’installazione di nuovi impianti nello stabilimento emilian.
A Zevio (Verona), infine, la produzione di energia lorda di energia tramite cogeneratore è stata di oltre 8 milioni di kWh in 8 mesi, pari a circa l’82% del fabbisogno della fabbrica.
Per i prossimi mesi, inoltre, sono previsti forti investimenti sul fotovoltaico nei maggiori stabilimenti Parmalat, per andare ad per incrementare la quota di energia elettrica rinnovabile prodotta e consumata.
Galbani, autoproduzione di energia all'88%
Per quanto riguarda Galbani, invece, l’autoproduzione di tutti gli stabilimenti ammonta in media all’88%, con impianti di cogenerazione a gas naturale e biogas autoprodotto dalla digestione anaerobica delle acque reflue.
In particolare, nell’impianto di Corteolona (Pavia), l’autoproduzione di energia elettrica è stata di oltre 51,7 milioni di kWh, mentre in quello di Casale Cremasco (Cremona) l’installazione della terza unità di cogenerazione ha permesso di rendere la fabbrica autosufficiente al 93%.
Accanto a questo, si sono accompagnati negli anni ulteriori interventi strutturali – come l’installazione di caldaie ad alta efficienza e la sostituzione delle apparecchiature nei sistemi di refrigerazione presso gli stabilimenti di Corteolona, Certosa e Casale Cremasco – che hanno portato ad un risparmio di gas naturale con impatti di riduzione delle emissioni, ed hanno permesso di ridurre i consumi elettrici del 25%.
Ma i progetti non finiscono qui: per il 2023 è prevista l’installazione di una pompa di calore a Corteolona e di impianti fotovoltaici in tutti gli stabilimenti di Galbani per incrementare la produzione e il consumo di energia elettrica rinnovabile.