La proposta di legge "Gioventù agricola" rivolta ai giovani agricoltori è legge. «I ragazzi e la terra sono il nostro futuro, a loro dico che l’agricoltura non è un lavoro di ripiego ma è il lavoro su cui puntare». Questo il commento a caldo del deputato della Lega Mirco Carloni, presidente della Commissione Agricoltura e primo firmatario della proposta di legge, dopo il voto favorevole del Senato che segna la definitiva approvazione della proposta (che aveva ottenuto il via libera della Camera lo scorso 9 novembre).
«Porre attenzione sul ricambio generazionale, una delle maggiori sfide per la nostra agricoltura, non era più rinviabile – ha puntualizzato Carloni –. In Italia, solo una esigua percentuale, il 13,4%, dei titolari di impresa agricola è sotto i 44 anni. Cresce leggermente il dato di quelle condotte da under 35, pur rimanendo ben al di sotto della media europea. Con questa legge abbiamo messo in campo strumenti di accompagnamento per i giovani, attraverso un contributo dilatato nel tempo, misure strutturali che non richiedono proroghe ogni anno e non sono soggette a continui ripensamenti e modifiche, al fine di fornire un quadro normativo certo e con una visione chiara».
Le misure per il primo insediamento, la permanenza e il ricambio generazionale
Le risorse complessive stanziate dalla legge sono 169,64 milioni di euro a decorrere dal 2024 al 2029 e 31,41 milioni annui dal 2030, tra agevolazioni e contributi diretti.
La legge istituisce un fondo nello stato di previsione del Masaf che verrà utilizzato per l’acquisto di terreni e strutture necessari per l’avvio dell’attività imprenditoriale agricola e l’acquisto di beni strumentali.
Previste agevolazioni sull’ampliamento dell’unità minima produttiva e sull’acquisto di complessi aziendali già operativi.
Un contributo a fondo perduto per il primo insediamento: stabilita una dotazione di 15 milioni di euro annui a decorrere dal 2024. Previsto anche un regime fiscale agevolato per l’insediamento delle imprese giovanili, consistente nel pagamento di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, delle relative addizionali e dell’imposta regionale sulle attività produttive, determinata applicando l’aliquota del 12,5% alla base imponibile costituita dal reddito d’impresa prodotto nel periodo d’imposta. L’opzione ha effetto per il periodo d’imposta in cui l’attività è iniziata e per i quattro periodi d’imposta successivi.
Agevolazioni in materia di compravendita di fondi rustici: dimezza le spese notarili in caso di compravendita di terreni agricoli e loro pertinenze, per un corrispettivo non superiore a 200mila euro.
Agevolazioni fiscali per l’ampliamento delle superfici coltivate (l’imposta di registro e le imposte ipotecaria e catastale sono versate nella misura del 60% di quelle, ordinarie o ridotte, previste dalla legislazione vigente). E ancora, diritto di prelazione sui terreni confinanti. Definito un contributo sotto forma di credito d’imposta per le spese sostenute per la partecipazione a corsi di formazione per la gestione dell’azienda agricola, pari all’80% delle spese sostenute nell’anno 2024. La legge infine incentiva la vendita diretta e istituisce l’Osservatorio nazionale per l’imprenditoria e il lavoro giovanile nell’agricoltura.
Il plauso delle organizzazioni professionali, che però evidenziano alcune carenze
«Incrementare le risorse». «Abbiamo finalmente la nostra legge sull’imprenditoria agricola giovanile – ha commentato il presidente di Agia-Cia Enrico Calentini –. L’attenzione dimostrata al tema dell’accesso alla terra, come alla formazione e al credito ha chiarito sin da subito che i tempi erano maturi per portare a compimento un percorso solido e incentivante, realizzato insieme ai giovani agricoltori. Ma se si vuole pensare seriamente alla Banca delle Terre agricole, all’Osservatorio sui terreni, al ritorno dei voucher, al rilancio dell’Istruzione tecnica superiore e ancora di più alla transizione digitale servirà un impegno deciso e corale per arrivare a stanziamenti più importanti. Servono più risorse dal 2025, in particolare sulla decontribuzione per i neo insediati che ora con la legge Carloni passa da 24 a 36 mesi».
«Semplificare l’accesso al credito». «Come giovani vogliamo maggiori semplificazioni per l’accesso al credito e alla terra. Abbiamo idee e voglia di investire, ma la burocrazia è un freno – ha sottolineato il delegato nazionale di Coldiretti Giovani Enrico Parisi –. Le imprese giovani hanno di fatto rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore impegnandosi soprattutto in attività multifunzionali. Noi ci siamo, senza ragazze e ragazzi in agricoltura l’Europa sarà più fragile e dipendente dalle importazioni».
«Si poteva fare di più sui crediti di imposta». «Promuovere l’imprenditoria giovanile è un segnale forte e positivo, necessario in questa fase difficile per il settore primario – ha affermato il presidente dell’Anga di Confagricoltura Giovanni Gioia –. Rimangono le nostre preoccupazioni rispetto alle fasi di avviamento e di accesso al credito e la mancanza di aliquote di favore, sui crediti di imposta, per i giovani agricoltori impegnati nella costruzione e ristrutturazione di fabbricati rurali e nell’acquisizione di beni strumentali».
Le ragioni di chi ha votato contro
Il capogruppo M5S Commissione Agricoltura Camera, Alessandro Caramiello, definendo la legge Carloni «monca, incompleta e svuotata di contenuti e risorse», ha sottolineato che nel testo della proposta di legge, così come riformulato a seguito dell’approvazione delle proposte emendative votate nel corso delle sedute della XIII Commissione dell’11 e il 25 ottobre 2023, sono stati soppressi e modificati alcuni articoli rispetto alla Pdl originaria.
Tra le misure contestate: la riduzione del fondo per favorire il primo insediamento dei giovani in agricoltura. La soppressione dello sgravio dagli oneri contributivi per un periodo massimo di cinque anni al fine di incentivare l’ingresso nell’agricoltura di giovani fino a quarant’anni di età. L’annullamento della norma sulle agevolazioni fiscali per i redditi derivanti da agricoltura multifunzionale. L’abolizione del credito d’imposta per interventi di riqualificazione di fabbricati rurali, pari al 25% delle spese. L’annullamento delle misure per favorire l’accesso al credito e al microcredito.
Braga: «Un buon germoglio.. Puntare sulla formazione dei giovani»
Positivo il commento del presidente del Collegio nazionale Periti agrari Mario Braga: «La Legge approvata, attesa, sostenuta e accompagnata anche da risorse economiche significative, come un buon germoglio, s’innesta sull’obiettivo della Pac 2023- 2027 - insediamento dei giovani nell’agricoltura - con l’obiettivo di un ricambio generazionale urgente. “Sancire” un principio dinamico di avvicendamento generazionale e di sostegno delle giovani generazioni quali presidi economicamente sostenibili dei territori è già di per sé un grande traguardo».
«Ma lo sarà ancor di più se riusciremo a superare quella difficoltà degli imprenditori agricoli ad immettersi in un processo di formazione permanente (seria), non tanto, o non solo, per i crediti d’imposta riconosciuti (ogni stimolo è positivo). Un ruolo sicuramente rilevante potrà svolgerlo l’Osservatorio nazionale, se saprà superare quelle criticità che si riscontrarono nel vecchio Oiga, diventando luogo dove scuola e università, professionisti e imprenditori si possano incontrare per assumere l’impegno di strutturare il progetto di nuovi innesti nelle agricolture del nostro Paese, con un’attenzione particolare per le aree “sfiduciate” del Sud Italia».