La premessa è quasi scontata: nessuno ha la sfera di cristallo per leggere il futuro. Tuttavia, da alcuni segnali di mercato con i quali si è aperto il 2022 è possibile cimentarsi in previsioni sull’andamento del mercato del latte nei prossimi due o tre mesi.
Si parte, quindi, dai dati attuali considerando le differenti condizioni fra il latte spot, soggetto a oscillazioni di mercato più immediate, in quanto legato alla disponibilità del prodotto e all’esigenza di trasformazione contingente, e il prezzo del latte alla stalla, che vive dinamiche più strutturate nel tempo, comprese politiche di programmazione della produzione basate su un periodo più lungo (ove possibile).
Col freno tirato i grandi esportatori mondiali di latte
Fra gennaio e novembre del 2021 si è osservata, innanzitutto, da parte dei principali Paesi esportatori a livello mondiale (Argentina, Australia, Bielorussia, Cile, Nuova Zelanda, Ucraina, Ue-27, Usa, Uruguay), una produzione stabile - in linea con le elaborazioni di Clal.it - rispetto ai quantitativi prodotti nello stesso periodo del 2020.
Evitare gli eccessi di materia prima (che potrebbero deprimere i listini) rappresenta, infatti, una garanzia di stabilità dei prezzi in una fase che oggi vede sempre più fattori contribuire a “spegnere” la vivacità dei commerci internazionali: i costi dell’energia alle stelle, il ritorno di fiamma del Covid-19 in molte aree del mondo (compresa la Cina, che non ha abbandonato la strategia Covid-free, con conseguenti lockdown mirati), le difficoltà e la lentezza nella logistica, il boom dei prezzi degli imballaggi.
Tutti aspetti che, nel loro complesso, rallentano le catene di approvvigionamento e rendono più complicato l’export. Lo si evince dalla tendenza a vendere, oltre i propri confini dell’Ue-27, a settembre e ottobre 2021, mesi in leggera flessione tendenziale, che evidenziano una leggera flessione tendenziale.
Prezzi di latte e derivati in crescita
I prezzi del latte e dei prodotti derivati si collocano su un quadrante positivo. Appare chiaramente osservando l’homepage di Clal.it, in cui la tabella che elenca i prodotti (formaggio, burro, latte scremato in polvere scremato, latte intero in polvere, siero in polvere, latte) delle diverse aree del mondo centrali per il mercato lattiero caseario (Usa, Oceania, Ue, Global dairy trade) è accompagnata da cifre positive.
Unici due dati che segnano una flessione rispetto alla quotazione precedente sono i prezzi del latte intero in polvere (Wmp) in Oceania e al Global dairy trade. Il calo, in questi ultimi due casi, appare come una strategia per rivitalizzare il comparto e le esportazioni, così da ridare slancio e competitività a un settore chiave per Nuova Zelanda e Australia.
Fatta questa eccezione, i prezzi continuano, dunque, a rimanere sostenuti a livello internazionale evidenziando ricavi settimanali che, secondo elaborazioni di Clal.it, vedono il latte destinato a latte scremato in polvere (Smp) più burro (riguarda i paesi produttori, Germania, Olanda e Francia) collocarsi su valori vicini ai 55 euro/100 Kg (vedi grafico 1).
Aumenta il prezzo del latte della Friesland Campina
La conferma di una situazione favorevole del mercato arriva anche dal prezzo del latte assicurato dalla cooperativa olandese Friesland Campina, una delle realtà più strutturate a livello europeo: per il mese di gennaio è previsto un incremento dei prezzi di 1,28 euro/100 Kg destinato a raggiungere la cifra record di 45 euro al quintale.
La situazione olandese s’inserisce all’interno di una strategia governativa che punta ad alleggerire il carico zootecnico nel Paese, sostenuta da un’opinione pubblica molto attenta alla sostenibilità ambientale e al benessere animale. Nei primi 11 mesi del 2021 le produzioni di latte nei Paesi Bassi sono diminuite del 2,6% su base tendenziale e il governo si sta concentrando per migliorare le tecnologie in campo per ridurre l’inquinamento, le emissioni di gas serra e i reflui zootecnici.
Rally di fine anno in 13 Paesi europei
Tornando al mercato il prezzo medio del latte alla stalla nei 13 Paesi europei oggetto di rilevazione da parte di Clal.it, è stato, a dicembre 2021, superiore del 15,6% rispetto a quello dei dodici mesi precedenti. Il valore della materia prima ha superato, inoltre, del 4,7% quello di novembre 2021.
Le prospettive, dunque, grazie anche a consegne di latte che nell’Ue-27 sono risultate più contenute (-0,1% fra gennaio e novembre 2021 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), restano positive per il mercato, almeno per tutto il primo trimestre del 2022.
Latte spot in flessione non solo in Italia
Non desta particolare preoccupazione, dunque, la flessione del prezzo del latte spot rilevata nelle ultime quotazioni sulle piazze di Milano e Verona. I prezzi del latte spot nazionale evidenziati da Clal.it si collocano a 45 euro/100 Kg (Milano, -3,23% sulla quotazione precedente) e a 45,50 euro/100 Kg a Verona (-4,21% congiunturale).
Curva discendente anche per il latte in cisterna importato dalla Francia (43,25 euro/100 Kg nella seduta di lunedì 10 gennaio in Borsa merci di Milano, -2,26% congiunturale), per il latte spot proveniente dalla Germania (46,25 euro/100 Kg, Borsa merci di Milano, -2,12% congiunturale) e 47,50 euro/100 Kg per il latte intero spot di provenienza Austria e Germania (lunedì 10 gennaio, Borsa merci di Verona, -4,04% congiunturale).
Stabilità per le grandi Dop
Sostanzialmente stabili i prezzi delle due grandi Dop casearie a pasta dura, Grana Padano e Parmigiano Reggiano. L’unica variazione di mercato d’inizio gennaio mostra una tendenza rialzista e riguarda la categoria del Parmigiano Reggiano stagionato 12 mesi, che segna un +0,49% e raggiunge i 10,33 euro/Kg.
In particolare, i valori positivi messi a segno dal Parmigiano Reggiano sono merito anche dell’aumento dei consumi dovuti al lockdown. Ne sono prova i dati diffusi dal Consorzio di tutela nei giorni scorsi: nel 2021 sono state prodotte 4.110.000 forme contro le 3.940.000 del 2020. Per il 2024 è stata programmata un’offerta di 4.180.000 forme con l’obiettivo di un rafforzamento dell’export e dei consumi interni.
Il lockdown ha spinto in modo incredibile i consumi, perché con la chiusura dei ristoranti è aumentata la richiesta di prodotti italiani. Un quadro che ha portato a un aumento del 7,8% delle vendite di Parmigiano Reggiano in Italia e del 10,7% all’estero.
Le previsioni per il latte spot e il latte contrattualizzato
Secondo alcuni importanti player del mercato nazionale il prezzo del latte spot dovrebbe mantenersi intorno ai 43-45 euro/100 Kg per i prossimi tre-quattro mesi, mentre il valore contrattualizzato del latte alla stalla potrebbe adeguarsi intorno ai 40-42 euro/100 Kg, grazie a una stabilità di mercato che dovrebbe vedere i prezzi del Grana Padano – importante driver di mercato – su una posizione di recupero di valore.
Resta da risolvere il nodo dei rincari, che pesano lungo la catena di approvvigionamento, dalla stalla fino al distributore finale. Secondo le elaborazioni di Teseo.Clal.it il costo dell’alimento simulato (vedi secondo grafico) è salito ulteriormente a gennaio, collocandosi su un valore di 35,15 euro/100 Kg, mentre il prezzo del latte alla stalla si aggira intorno a 38,31 euro/100 Kg.