Con più di 15 miliardi di euro di fatturato in Italia, e protagonista nell’export con oltre 330mila tonnellate e 2,5 miliardi di euro, il settore lattiero-caseario si conferma il primo comparto alimentare del Paese. Sul fronte dell’export il 2014 è stato positivo, seppure con un ritmo rallentato rispetto al recente passato: dall’Italia sono partite per l'estero oltre 330mila tonnellate di formaggi per un fatturato che ha sfondato il tetto dei 2,5 miliardi di euro, mettendo a segno una crescita del 3,3% a volume e del 5% a valore rispetto al 2013. Oggi, quasi 1 formaggio su 3 prodotto in Italia viene venduto all’estero.
Sono i dati diffusi nel corso dell'assemblea annuale di Assolatte, che ha celebrato a Roma il 70esimo anniversario dalla sua fondazione. "Non esportiamo solo prodotti, ma un modello culturale e di impresa che il mondo ci invidia. Il nostro obiettivo? Arrivare a 3,5 miliardi di export entro il 2020", ha sottolineato Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte.
Fin qui l'export. Ma all'assemblea Assolatte sono usciti anche dati importanti sulla produzione e sui consumi nazionali.
Nel 2014 il comparto lattiero-caseario italiano ha registrato un‘inversione di tendenza. La maggiore disponibilità di latte (+3%) ha permesso alle imprese lattiero-casearie di far lavorare gli impianti a pieno ritmo e così, dopo anni di ininterrotta flessione, il fatturato e la produzione del settore hanno ripreso a crescere. Complessivamente, nel 2014 dagli stabilimenti italiani sono usciti 2,5 milioni di tonnellate di latte da bere, oltre un milione di tonnellate di formaggio, 160.000 tonnellate di burro e 200.000 tonnellate di yogurt.
Però l’accresciuta offerta di latte, yogurt, burro e formaggi non ha determinato un aumento degli acquisti da parte degli italiani. Anzi. Nel 2014 le vendite di prodotti lattiero-caseari hanno registrato un ulteriore calo, che si somma a quello registrato negli anni precedenti. Complessivamente, tra 2011 e 2014, la spesa destinata all’acquisto dei latte e formaggi è crollata del 12%. “Purtroppo non riteniamo possibile un’inversione di tendenza nel corso del 2015 – è stato detto in assemblea – perché i consumatori si fanno sempre più attenti a quel che comprano. Quest‘alleggerimento del carrello della spesa sembra più strutturale che congiunturale e sta penalizzando anche i prodotti lattiero-caseari, da sempre espressione di un ottimo rapporto qualità/prezzo“.
L’aumento produttivo registrato nel 2014 ha riguardato soprattutto i formaggi Dop, che hanno sfiorato le 500mila tonnellate, con un aumento del 3% circa sui livelli del 2013. All’interno di questo segmento, gli incrementi più importanti in quantità sono stati messi a segno da Grana Padano e Gorgonzola (+6%). Anche i volumi di Montasio e Piave sono aumentati in modo significativo (+13%), mentre sono stati registrati incrementi più contenuti per il Taleggio (+3%) e la Mozzarella di Bufala Campana (+2%). Stabili o in leggera diminuzione i volumi degli altri formaggi, compresa la mozzarella, che comunque si conferma ancora una volta la regina dei formaggi italiani.