Semaforo verde al pacchetto di misure che incentivano il settore del biogas e biometano agricololo da parte delle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera, nell’ambito dell'iter di conversione in legge del dl energia (n. 181/2023).
Si tratta del decreto “Disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, al momento è in Aula a Montecitorio e dovrà essere convertito entro il prossimo 7 febbraio.
Lo ha reso noto il Cib (Consorzio italiano Biogas) che ha espresso «forte soddisfazione», in particolare, per quanto riguarda la produzione di biometano liquido per il settore dei trasporti.
Interventi migliorativi per la produzione di biometano nella conversione del dl energia
«Le misure approvate nel dl energia permettono - ha dichiarato Piero Gattoni, presidente del Cib - di non frenare il percorso di attuazione delle progettualità del Pnrr e di raccordarle con le misure già previste nel 2018 per lo sviluppo del biometano. Ogni passo verso un quadro normativo organico e di ampio respiro ci avvicina al raggiungimento degli obiettivi di produzione di biometano indispensabili per la sicurezza energetica del nostro Paese».
Sono state superate secondo il Cib le criticità accentuate dalla scarsa compatibilità del Dm biometano del 2 marzo 2018 con quanto stabilito dal decreto che ha aggiornato il sistema delle garanzie di origine. Inoltre, sono stati adeguati i parametri di calcolo degli incentivi del Dm 2018 per renderli coerenti con il metodo di calcolo delle garanzie d’origine».
In aggiunta, vengono precisate alcune cause di forza maggiore rispetto alle quali gli impianti in avanzata fase di realizzazione non perderanno il diritto agli incentivi vanificando gli investimenti effettuati dalle imprese.
Che cos'è il dl energia
Il provvedimento prevede un plafond di spesa di 27 miliardi di euro e, nell’ambito delle riforme settoriali previste dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), introduce una semplificazione amministrativa di alcune procedure legate all’energia, allo scopo di rimuovere ostacoli amministrativi e procedurali che potrebbero influenzare negativamente le attività economiche.
Per quanto riguarda la promozione delle Fonti di energia rinnovabile (Fer), il decreto prevede una serie di interventi volti a promuovere investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile nei settori a forte consumo di energia elettrica (articolo 1), ad agevolare il rilascio delle concessioni geotermoelettriche (art. 3), ad incentivare le regioni a ospitare impianti a fonti rinnovabili (art. 4) mediante la costituzione di un fondo anche alimentato da un prelievo forzoso a carico degli impianti che entreranno in esercizio a partire dal 2024 (!!!), a sostenere la produzione di energia da bioliquidi (art. 5), a implementare le misure di stoccaggio della CO2 (art. 7) nonché a sviluppare parchi eolici off-shore (art. 8).
Promozione e sviluppo delle rinnovabili
Il dl energia ha previsto un nuovo fondo per lo sviluppo di impianti di energia rinnovabile in zone selezionate. Destinato alle Regioni e alle Province Autonome, il fondo dispone di un budget annuale di 350 milioni di euro fino al 2032.
Le risorse verranno utilizzate per azioni di compensazione e per garantire un equilibrio ambientale e territoriale in seguito all’installazione di impianti rinnovabili nelle aree designate come idonee.
Il finanziamento del Fondo proviene in parte dai ricavi delle aste di C02, per un ammontare di 200 milioni di euro l’anno, e da un contributo specifico imposto ai produttori di energia da fonti rinnovabili con impianti di dimensioni superiori a quelli domestici,