Lollobrigida: «Più import di mangimi dagli Usa potrebbe evitare nuovi dazi»

urante il question time alla Camera del 9 luglio scorso il ministro dell’Agricoltura ha confermato la volontà di di dialogare con Washington sui dazi Us

L'Italia esporta negli Usa più di quanto importi,o ossia 7 miliardi di export contro 1,7 miliardi di import. Uno squilibrio che secondo il ministro potrebbe essere risolto aumentando le importazioni dagli Usa. Questo potrebbe scongiurare il rischio di un aumento dei dazi. La questione potrebbecoinvolgere, ad esempio, mangimi e bresaola

L’Italia vuole evitare una guerra commerciale con gli Stati Uniti e, al tempo stesso, cogliere l’opportunità di aprire il mercato americano alla Bresaola italiana con carne importata proprio dal mercato statunitense. Il problema del paventato aumento dei dazi negli Usa è legato essenzialmente ai volumi di import-export tra i due mercati: gli Stati Uniti sostengono di esportare troppo poco in Europa rispetto a quanto l’Europa esporta a casa loro.

Questa la sostanza dell'intervento del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida che durante la Question Time alla Camera del 9 luglio scorso ha risposto illustrando le iniziative del Governo a tutela della filiera agroalimentare nazionale nel contesto delle tensioni commerciali con Washington e l'incognita dazi.

Tavolo di confronto permanente tra Italia e Usa

«Insieme agli imprenditori italiani, il 2 giugno scorso ho incontrato il Segretario di Stato all’Agricoltura americano Brooke Rollins, in visita in Italia -  ha dichiarato il ministro -. E in quell'occasione ho avuto modo di spiegare, dal nostro punto di vista, come sia per tutti noi indispensabile evitare guerre commerciali, che qualcuno, in maniera dissennata, auspica e che contrastano con l'interesse delle imprese e di alleati strategici quali devono essere l'Unione europea e gli Stati Uniti. A prescindere da chi viene eletto democraticamente presidente».

Lollobrigida ha annunciato che sarebbe stata raggiunta un'intesa per la creazione di «un tavolo di confronto permanente per rafforzare le relazioni commerciali tra Italia e Stati Uniti, uno dei nostri mercati principali, nel rispetto delle regole europee».

La questione dei flussi import-export Usa-Italia

Secondo Lollobrigida, le preoccupazioni statunitensi riguardano uno squilibrio percepito nei flussi commerciali: 7 miliardi di export agroalimentare europeo verso gli Usa contro appena 1,7 miliardi verso l'Italia.

Il Governo italiano, per evitare uno scontro commerciale e nuove misure protezionistiche ha valutato, insieme alle associazioni agricole e industriali, alcune concessioni possibili, cioè settori in cui l’Italia potrebbe aumentare l’import dagli Usa senza danni per la propria economia.

Il settore mangimistico

«Le proposte emerse dalle associazioni di rappresentanza agricola e industriale riguardano - ha sottolineato Lollobrigida - alcuni settori di approvvigionamento che, senza alcun danno per il nostro sistema economico, potrebbero andare incontro alle esigenze esposte dai rappresentanti statunitensi, e, in questo modo, limitare, fino ad azzerare in prospettiva, l'elemento sul quale si fonda la politica dei dazi».

Uno di questi, come ha ricordato il ministro, è il settore mangimistico nel quale «abbiamo una forte carenza, e attualmente le importazioni provengono da Stati meno interessanti come mercati di sbocco per i nostri prodotti».

Questo significa che importare più mangimi dagli Usa potrebbe soddisfare una necessità reale dell’Italia e convincere gli Usa a frenare sull'imposizione di nuovi dazi, riequilibrando i flussi commerciali, In questo modo sarebbero anche salvaguardate altre filiere sensibili.

Bresaola con carni statunitense destinata all’export negli Usa

Tra le ipotesi emerse c’è anche quella di consentire l’importazione di carni bovine statunitensi esclusivamente per la produzione di bresaola destinata al mercato americano.

«L’export di bresaola negli Stati Uniti non è modesto, non c’è proprio - ha sottolineato Lollobrigida. Il mercato è chiuso dal 2001 a causa delle restrizioni sanitarie legate alla Bse, la cosiddetta mucca pazza. La proposta – avanzata dagli stessi produttori – mira ad aggirare questo ostacolo, avviando una produzione destinata unicamente all’export verso gli Usa».

«Si tratterebbe eventualmente - ha continuato Lollobrigida - di un'importazione vincolata alla produzione di bresaola esclusivamente finalizzata al mercato statunitense e quindi in nessun modo commercializzabile in Unione europea».

Ovviamente non ci sarebbe, come ha sottolineato il ministro, alcuna violazione del disciplinare Igp visto che la Bresaola già oggi è prodotta utilizzando circa l'80% di carni di altre aree del continente americano.

Berni, Consorzio Grana Padano: «Già si paga il 25% come dazi per l'export negli Usa»

Sulla questione dei dazi Usa è intervenuto anche il direttore generale del Consorzio del Grana Padano, Stefano Berni, che ha ricordato come il dazio storico, in vigore per molti anni è sempre stato il 15%, ma dopo l'aumento deciso dal presidene Usa Donald Trump, ormai da qualche mese, sia arrivato al 25%.

«In questi giorni - aggiunge - si sta parlando quanto aggiungere al 25%. Si sta ipotizzando di aggiungere un ulteriore 10% che porterebbe a un totale del 35%».

 

Lollobrigida: «Più import di mangimi dagli Usa potrebbe evitare nuovi dazi» - Ultima modifica: 2025-07-10T20:24:10+02:00 da Francesca Baccino

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