Bmti listini, rialzi per latte spot, Parmigiano Reggiano, Grana Padano e bovini

Continuano i rincari per il comparto del latte spot nella settimana che va dal 27 al 31 gennaio 2025 secondo le rilevazioni delle Camere di Commercio e Borse Merci ed elaborati dalla Bmti (Borsa merci telematica italiana).

In particolare, presso la piazza di Milano i prezzi raggiungono 617,5 €/t, 17,50 €/t in più su base settimanale.  Il rincaro su base annua si porta al +26%. In aumento anche il latte spot quotato a Verona, che sale a 630 €/t dai 615 €/t della settimana precedente.  Guadagnano ulteriore terreno i prezzi del latte di importazione, sia il prodotto francese che quello tedesco.

Ancora in crescita il differenziale di prezzo a favore del latte spot nazionale che registra 42,5 €/t, valore che non si vedeva dagli inizi di luglio 2024. Segno “più” anche per il latte biologico presso la piazza di Milano mentre resta stabile quello quotato presso la piazza veneta.

Burro/crema di latte

Prosegue la stabilità per il comparto del burro. Nel dettaglio, i prezzi all’ingrosso del burro pastorizzato quotato a Milano si mantengono sui 5,43 €/kg.  Al contempo, il rincaro annuo resta prossimo al +50%. Nessuna variazione anche per il burro presso la piazza di Mantova, quotato 5,65 €/kg.

Restano invariati lo zangolato e la crema di latte, quotati rispettivamente 5,23 €/kg e 3,52 €/kg presso la piazza di Milano. A livello continentale, cenni di rialzo per il burro quotato a Kempten (Germania) che sfiora i 7,50 €/kg. Stabilità, invece, per il Verse Boter olandese che si conferma sui 7,34 €/kg.

Grana Padano

Ancora rialzi per il comparto del Grana Padano, sostenuto soprattutto dalla vivacità della domanda estera. In particolare, lo stagionato 9 mesi quotato a Milano raggiunge 10,8 €/kg (in aumento di 7 centesimi su base settimanale), valore record per questa piazza. La crescita annua segna +21%. Si muovono nella stessa direzione anche le piazze di Verona, Mantova e Cremona. Relativamente ai formaggi monitorati dalla Commissione Europea, il Gouda si riporta sopra quota 5 €/kg, un valore che non si vedeva da gennaio 2023. Stabili il Cheddar e l’Edam mentre l’Emmental cede il -2,3% su base settimanale.

Parmigiano Reggiano

Nuova settimana all’insegna dei rialzi nel comparto del Parmigiano Reggiano. Nello specifico, lo stagionato 12 mesi quotato presso la piazza di Parma archivia un ulteriore aumento di 5 centesimi, portandosi a 12,48 €/kg, valore inedito per questa piazza. Cresce di pari passo lo stagionato 24 mesi che si attesta a 14,53 €/kg. Il rincaro annuo per le due stagionature si aggira intorno al +24%.  Si osservano aumenti anche presso le altre principali piazze di scambio.

Pecorino Romano

Ancora nessuna novità significativa sul fronte dei prezzi all’ingrosso nel comparto del Pecorino Romano. In particolare, presso la piazza di Milano, la quotazione dello stagionato 5 mesi non si muove dai 12,03 €/kg, valore in corso da settembre 2024. Si attenua però il ribasso annuo, ora pari al -1%. Invariato anche il prezzo all’ingrosso del prodotto con 8 mesi di stagionatura, attestato sui 12,25 €/kg.

Bovini da macello

Non si arrestano i rincari nel comparto dei bovini. Tra i principali capi, i listini dei vitelloni Charolaise quotati presso la piazza di Mantova salgono a 4,06 €/kg, 5 centesimi in più su base settimanale. Incremento più lieve per la piazza di Mantova con prezzi che sfiorano 4,20 €/kg. Si registra il segno “più” anche per la razza Limousine e gli incroci nazionali. Nuovo rialzo per i bovini da ristallo che mettono a segno un aumento di 10 centesimi, oltrepassando 4,5 €/kg. Si confermano tutte positive le variazioni su base annua, con il picco del +26% registrato per i bovini da ristallo. Avanzano anche i vitelli a carne bianca, quotati 6,82 €/kg presso la piazza lombarda e 7,3 €/kg presso quella emiliana, entrambi superiori ai valori dello scorso anno di oltre il +10%.

Suini

Prosegue la striscia negativa per il comparto dei suini. In particolare, il prezzo della categoria 160-176 kg quotata alla CUN di settore accusa un nuovo ribasso di 3 centesimi attestandosi su 1,925 €/kg. Inferiore il decremento settimanale registrato nel circuito non DOP, pari a 2,1 centesimi, con il prezzo della categoria 160-176 kg sceso a 1,736 €/kg. Continua a ridursi, pertanto, il divario a favore dei capi DOP di peso 160-176 kg che si attesta a 0,189 €/kg, valore oltrepassato l’ultima volta a fine gennaio 2024.  Intanto, nel periodo gennaio-novembre del 2024 sono stati macellati oltre 8 milioni di capi (Fonte: Anagrafe Zootecnica Nazionale). Si tratta del livello più basso degli ultimi cinque anni, escludendo il 2023. Prevale il segno “meno” sul fronte estero dove spiccano i ribassi registrati in Germania, in particolare il calo di 15 € accusato dai suinetti di 25 kg in sole due settimane.

I ribassi dei suini continuano a ripercuotersi sui tagli di carne suina fresca da macelleria. In particolare, il lombo Padova e il lombo Bologna accusano un calo di 20 centesimi, ripiegando rispettivamente su 3,3 €/kg e 3,2 €/kg. In discesa anche i prezzi del busto con coppa e della coppa fresca con osso. Tra gli altri tagli cedono ulteriormente le cosce suine Dop che toccano quota 6 €/kg (taglio pesante). Segno “meno” anche per le cosce non-Dop, ma solo il taglio pesante. Arretrano anche la spalla fresca disossata e la pancetta fresca squadrata.