L’assemblea dei soci del Consorzio per la tutela del Formaggio Grana Padano riunitasi il 19 aprile a Rivoltella, Brescia (nella foto un momento dei lavori), ha eletto il nuovo consiglio di amministrazione. E questo il 2 maggio ha riconfermato presidente il presidente uscente, Nicola Cesare Baldrighi.
In occasione dell'assemblea Baldrighi ha detto: “Dopo un mio mandato complessivamente positivo ci aspetta un periodo molto difficile. Il nuovo Consiglio dovrà muoversi su quattro assi: livelli produttivi, qualità distintiva, promozione globale e tutela intransigente”.
Ma vediamo con calma le analisi economiche proposte da Baldrighi. “Questo mandato - ha detto - è stato sicuramente positivo anche se ha esordito con il catastrofico terremoto del 2012, superato con difficoltà e fatica ma senza generare conseguenze irreparabili grazie alla solidarietà interna, ai tempestivi interventi pubblici da noi impostati, sollecitati e seguiti passo a passo, oltre che alla risposta affettuosa dei consumatori. Un mandato che ha garantito quotazioni e risultati buoni, e alcune novità che vanno ancora ricordate, tra cui la vigilanza fissa sul grattugiato, il rinnovo del Piano produttivo con l’esclusione del retinato dalla differenziata, l’impegno ad Expo 2015, le modifiche del Disciplinare per migliorare la qualità e un impegno sempre più importante a favore dell’export che quest’anno ha raggiunto ben il 36% del totale”.
“Ringrazio tutti i Consorziati per la fiducia che hanno scelto di accordare a questo Consiglio il quale ha garantito in ogni circostanza impegno, serietà e imparzialità. Molte saranno le sfide che il nuovo Consiglio sarà chiamato ad affrontare nei prossimi anni – aggiunge il presidente Baldrighi – soprattutto relativamente a quattro assi: livelli produttivi, qualità distintiva, promozione globale e tutela intransigente. Come è stato fino ad ora, dovremo lavorare con sempre maggiore efficacia, capillarità, costanza e senza tentennamenti perché solo da qui passa il futuro di ciascuno di noi allevatori, trasformatori, stagionatori e commercializzatori. Questo sarà il mandato che con responsabilità dovremo concretizzare consapevoli che non solo il nostro futuro ma anche quello del lattiero-caseario italiano dipenderà dalle decisioni e strategie che adotteremo”.
Il direttore generale Stefano Berni ha illustrato compiutamente tutta l’attività di autocontrollo, di vigilanza e di promozione del 2015 cha ha fatto registrare alcuni record: prodotto food più raccontato dai media nel 2015; prodotto food più ricordato ad Expo 2015; ancora una volta, prodotto Dop più consumato nel mondo.
“L’abbandono del regime delle quote latte dall’aprile 2015 – continua Baldrighi – ha radicalmente trasformato il contesto in cui siamo chiamati a muoverci, penalizzando le quotazioni del latte e dei derivati che stanno imponendo radicali cambiamenti nelle prospettive. La reazione al calo delle quotazioni con incrementi di produzioni lattiere e la rincorsa alla resa casearia si stanno dimostrando come la peggiore delle risposte che il sistema poteva dare e la mancanza di qualsiasi regola, se non quella spietata del mercato, sta mettendo in seria difficoltà l’intero sistema lattiero-caseario europeo e da qualche mese ancor di più quello italiano”.
“In sintesi - conclude il presidente Baldrighi - le strade obbligate da percorrere in Italia sono esclusivamente due: la prima è quella della qualità distintiva delle nostre produzioni sia lattiere che casearie distaccandoci delle commodities. La seconda è quella del miglioramento delle performances sia in stalla sia in caseificio. Va rincorsa la qualità e non la resa che spesso confligge con l’eccellenza qualitativa e va rincorsa la riduzione dei costi sia in stalla che nei caseifici che quindi si traduce in maggiore competitività. Questa la linea secondo la quale dovrebbe muoversi per i prossimi quattro anni il nuovo Consiglio”.
Il 2 maggio il cda, oltre al presidente, ha confermato per acclamazione anche le altre cariche, il comitato di gestione e la commissione pubblicità.