Nel 2020 è stato trasformato tutto il latte prodotto in Italia, l’export è cresciuto leggermente in volume, perdendo qualcosa in valore. Le Dop non si sono arrestate, anzi, il Grana Padano è sempre in testa per quantità alla classifica dei formaggi che si fregiano del marchio Ue. La pandemia da Covid 2019 e il periodo di lockdown hanno lasciato il segno spostando i consumi (si veda Zanetti, Assolatte: «La pandemia ha spostato i consumi dall’ho.re.ca alla gdo»), ma il settore lattiero caseario ha reagito bene.
Queste, in estrema sintesi le indicazioni sull’andamento dell’annata fornite ieri nel corso dell’assemblea annuale di Assolatte, l’associazione a cui aderiscono 250 imprese di trasformazione in rappresentanza del 90% del fatturato del settore.
Anche i numeri del 2021 confermano la ripresa: produzione in crescita, vendite in riassestamento, export in forte incremento. «La ripresa – ha affermato il presidente di Assolatte, Paolo Zanetti, poggia su tre pilastri: la capacità delle nostre imprese, che per l’ennesima volta hanno dimostrato grande senso di responsabilità e capacità industriali uniche, i fondi del Recovery Fund, che dovranno essere usati per risolvere problemi storici e strutturali del paese, la seria riforma della burocrazia, un male per cittadini e imprese. Un problema che tutti – a parole – sono pronti a combattere, ma che nei fatti nessuno sembra voler risolvere».
Oltre 12,6 milioni di tonnellate lavorate
Come si legge nel comunicato di Assolatte sono oltre 12,6 milioni le tonnellate di latte raccolte in Italia e lavorate dalle industrie di trasformazione nel 2020 nonostante la pandemia e il lockdown.. Complessivamente le imprese italiane hanno prodotto 2,2 miliardi di litri di latte confezionato, 267 milioni di kg di yogurt, 159 milioni di kg di burro e 1,1 miliardi di kg di formaggi, di cui il 50% Dop.
Le aziende lattiero-casearie che operano in Italia hanno continuato ad assicurare il lavoro a oltre 100mila persone (tra personale diretto e indotto) e garantito il reddito degli allevatori italiani raccogliendo tutto il latte disponibile nelle stalle italiane.
Mozzarella il formaggio più prodotto
Leader della produzione di formaggi, con il 29% sul totale, si conferma nuovamente la mozzarella, seguita da Grana Padano (18%), Parmigiano Reggiano (14%), Gorgonzola e Mozzarella di bufala campana, entrambe con il 5%, crescenza (4%) e Provolone (2%).
Il Grana Padano è il primo formaggio Dop per volumi
Sono cresciute nel 2020 anche le Dop. Il Grana Padano si è riconfermato il formaggio a marchio Ue leader per produzioni, con il 35% dei volumi complessivi del settore. Seguono il Parmigiano Reggiano con il 28%, il Gorgonzola con l’11%, la Mozzarella di Bufala Campana con il 9%, il Pecorino Romano con il 5%, l’Asiago con il 4% e il Taleggio con il 2%.
Aumento degli acquisti domestici durante il lockdown
L’anno della pandemia ha portato ad una forte impennata degli acquisti domestici: cresciuti infatti quasi tutti i formaggi, con alcuni che hanno mostrato tassi a due cifre. I numeri messi a segno nel canale della Gdo, non devono però trarre in inganno, perché nella maggior parte dei casi si tratta di uno spostamento dal food service alla distribuzione organizzata.
Export: +1% in volume nel 2020
Nonostante la paralisi mondiale da Covid-19, l’export dei formaggi italiani ha retto l’onda d’urto: i volumi sono aumentati dell’1%, arrivando a 463mila tonnellate, pur sacrificando parte del valore (3,1 miliardi di euro, in calo di quasi il 3%).
Nel 2021 produzione casearia cresciuta del 6%
La produzione di latte continua la sua marcia. Il tasso di crescita delle consegne (+3,2%) è di gran lunga superiore a quello medio europeo ed è il più alto tra i grandi produttori di latte. E’ cresciuta del 6% la produzione casearia con la mozzarella e alcune Dop che continuano a fare da traino. Mentre gli acquisti domestici – causa progressive riaperture – stanno tornando ai livelli pre-covid (-9% il secondo trimestre dell’anno in corso).
Export: +12% nel primo semestre 2021
L’export invece, sempre secondo i dati diffusi da Assolatte, decolla. Grazie all’azzeramento dei dazi aggiuntivi trumpiani e alle minori restrizioni anti-covid, i formaggi italiani hanno ripreso la loro corsa: il dato relativo alle vendite all’estero dei nostri formaggi nel primo semestre 2021 evidenzia, infatti, un interessante balzo del 12%, con risultati positivi per tutte le categorie di prodotto. In particolare, ottime le performance registrate da Francia (+13,8%), Belgio (+20,8%) e Paesi Bassi (+15,6%). Al di fuori degli scambi con l’Ue, si consolida la ripresa negli Stati Uniti: le esportazioni sul suolo americano hanno messo a segno un incoraggiante +27,3%.