Aspettano Godot. Ossia il premio d’emergenza sul latte. Ancora nessun passo in avanti per rendere operativo il protocollo d’intesa sul prezzo del latte alla stalla che dopo il via libera dell’Antitrust avrebbe dovuto dare una boccata di ossigeno alle stalle in difficoltà. Il protocollo prevede infatti portare il pagamento della materia prima, per quanto riguarda latte alimentare e formaggi freschi e molli venduti attraverso la Gdo, a 41 centesimi al litro aggiungendo il premio d’emergenza stalle.
Dopo l’incontro tra le parti del 30 dicembre 2021 i rappresentanti della filiera lattiero casearia si sono nuovamente incontrati oggi al ministero delle Politiche agricole sempre per concordare le modalità operative dell’accordo.
Anche oggi, 5 gennaio, come ha fatto sapere la Cia, non è stato raggiunto alcun risultato. L’organizzazione agricola ha reso nota anche la data della nuova convocazione del Tavolo sul latte, fissata per l’11 gennaio.
I produttori di latte in grande difficoltà
Tra prezzi delle materie prime sempre più elevati che fanno lievitare i costi di produzione a carico di tutti gli allevatori e l’incubo dei vecchi debiti sulle quote latte oggi diventati anche cartelle esattoriali per coloro che hanno producendo di più senza averne diritto (con l’acquisto di quote per aumentare la produzione), la situazione della zootecnia da latte si sta facendo sempre più complicata.
Gli allevatori lavorano sotto i costi di produzione
L’ennesimo allarme è quello lanciato da Alessandro Rota, presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza, che ha sottolineato come l’ultima quotazione della farina di soia nazionale alla Granaria di Milano abbia raggiunto i 524 euro a tonnellata rispetto ai 419 euro di sei mesi fa, mentre a gennaio del 2020, prima del Covid, il prezzo era addirittura a 358 euro alla tonnellata (+46% in due anni).
«Non possiamo non sottolineare – ha detto Rota – che da quando il Mipaaf ha annunciato il raggiungimento dell’accordo sul prezzo del latte sono passati già due mesi nei quali il protocollo è rimasto totalmente disatteso».
«Quanto accaduto durante la pandemia deve portare a riscrivere tutti i contratti di somministrazione del latte – ha aggiunto, inoltre, Rota – tenendo conto del radicale cambiamento delle condizioni di partenza. E’ richiesto un atto di responsabilità a tutta la filiera perché con i prezzi attuali dell’energia e delle materie prime per l’alimentazione degli animali, gli allevatori stanno lavorando abbondantemente sotto i costi di produzione».
«Secondo le ultime analisi di mercato – spiega Rota – nel corso del 2021 il costo medio della razione alimentare dei nostri bovini è aumentato di oltre il 50%. Se aggiungiamo l’impennata delle bollette elettriche, si capisce come sia necessario arrivare già dall’inizio del 2022 ad accordi pluriennali che fissino il prezzo del latte alla stalla a non meno di 45 centesimi al litro, considerate anche le quotazioni del latte spot che negli ultimi mesi sono state costanti intorno ai 48 centesimi, contro una remunerazione media alla stalla inferiore ai 40».