«Dobbiamo rimetterci a sedere attorno a un tavolo con il consorzio del Grana Padano. E ragionare su progetti e iniziative da portare avanti. Sono tante le cose da fare, a partire dai piani produttivi fino ad arrivare ai controlli di qualità, ma possiamo lavorare insieme. Dobbiamo capire che la vittoria di uno può essere la vittoria anche dell’altro, così come la sconfitta di uno dei due consorzi avrà inevitabilmente ripercussioni sull’altro. Ma ricordiamoci che siamo i due consorzi più importanti del mondo, nessuno ci batte al momento». Queste parole di Alessandro Bezzi, presidente del consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano, pronunciate al termine dell’incontro con i produttori andato in scena il 17 gennaio nella sede di Confagricoltura Mantova, sembrano sancire un nuovo progetto di alleanza tra le due realtà consortili più importanti del settore lattiero-caseario italiano e mondiale.
«Il 2016 è stato un anno difficile – ha detto ancora Bezzi – con prezzi inizialmente non remunerativi, poi c’è stata un’importante evoluzione, soprattutto grazie al consumo estero. Abbiamo varato un piano di investimenti quadriennale da più di quindici milioni di euro, serve un salto di qualità ma ritengo che per crescere ancora si debba partire dal mercato nazionale, che può ancora dare molto».
Per il consorzio del Grana Padano la sfida è invece altrove: «Il mercato nazionale è fermo – ha detto il presidente Cesare Baldrighi – occorre puntare a un miglioramento delle vendite al di fuori dei confini nazionali. L’aspetto della promozione è l’elemento di maggior pregio dei nostri due consorzi, ma servono economie di scala condivise». Duplice l’obiettivo del consorzio guidato da Baldrighi: «Il nostro sforzo quotidiano è rivolto all’equilibrio tra domanda e offerta e alla promozione del prodotto. Il Grana è un formaggio nel quale il momento della produzione non coincide con quello della vendita, e per tale motivo occorre predisporre piani produttivi ben precisi, intuendo in anticipo come si potranno muovere i mercati, dato che risentiamo direttamente dell’andamento del mercato lattiero-caseario».
In apertura di serata c’è stato l’intervento di Angelo Rossi, fondatore e deus ex machina del portale Clal: «Ad oggi – ha spiegato Rossi – importiamo circa 500mila tonnellate di formaggio e ne esportiamo 350mila. Quello che esce è prodotto pregiato, quello che entra molto meno. La tendenza economica in ogni caso è positiva, ma dobbiamo spingere di più nelle aree extra-Ue. Tra dieci anni, con i giusti investimenti, potremmo trovarci ad esportare un quantitativo maggiore di prodotto».
Rossi ha puntato però il dito sui prezzi delle due Dop: «Devono essere contenuti, altrimenti altri formaggi soppianteranno i nostri sui mercati esteri». Sull’argomento è arrivata l’immediata replica di Bezzi: «Prezzi troppo alti? Produrre un quintale di latte in Italia ha costi esorbitanti, ci dobbiamo adeguare a questo quando facciamo il prezzo».
Il presidente di Confagricoltura Mantova Matteo Lasagna, in chiusura, ha rivolto l’attenzione alla disinformazione mediatica che colpisce anche il settore lattiero-caseario: «Il prossimo 25 gennaio – ha spiegato – verrà trasmesso il documentario “Animali come noi”, nel quale Giulia Innocenzi racconta fandonie su allevamenti intensivi e metodi produttivi di latte e carne, predicando anche ipotetici maltrattamenti sugli animali. Si tratta di una crociata che noi produttori dobbiamo combattere con forza. Non siamo contrari ai nuovi stili alimentari, ma non possiamo accettare che ci etichettino come avvelenatori della società».
E anche su questo fronte si intravede unità d’intenti da parte dei due consorzi: «È urgente formare un comitato esecutivo assieme al consorzio del Grana – ha detto Bezzi – per capire cosa poter fare assieme. Due Dop come le nostre devono necessariamente predisporre strategie di contrattacco». «Una linea comune è fondamentale – ha aggiunto Baldrighi – anzi, forse siamo già in ritardo per contrastare questo modo di pensare diffamatorio. Confcooperative da tempo sta chiedendo al ministro un tavolo interprofessionale, che coinvolga tutti gli attori della filiera contro tali fenomeni, ma il progetto al momento è fermo al palo».
Un plauso per la nuova alleanza tra Grana e Parmigiano è arrivato dal presidente di Confcooperative Mantova, Fabio Perini, che si è detto «estremamente soddisfatto che due entità come Grana e Parmigiano abbiano parlato di cooperazione. I nodi ora sono due. Il primo riguarda il 49% del latte fuori dalle Dop, che deve accompagnare verso quotazioni sempre più alte il latte Dop, il secondo invece l’8% dei cittadini che non si avvicina più al latte, un problema da affrontare».
(fonte: Confagricoltura Mantova)
Nella foto, da sinistra: Alessandro Bezzi, Matteo Lasagna e Cesare Baldrighi.