I primi sessant’anni di Granterre Modena

Granterre Modena
Una confezione di Parmareggio 30 mesi. I 14 caseifici soci di Granterre sono: Razionale Novese, Quattro Madonne, Castelnovese, Albalat, Bonlatte, Bagnolo, S.Stefano, Spilambertese, Casello, S.Pietro, Lame, La Nuova 2000, Cons. Vacche Rosse, Sociale del Parco.
È il consorzio che commercializza Parmigiano Reggiano con la marca Parmareggio. Che oggi vanta 564mila forme vendute, 300 dipendenti, 420 milioni di fatturato. Il presidente Ivano Chezzi: tutto questo grazie alla forza della cooperazione e al legame col territorio

A volte la crescita di un’impresa può essere sorprendente. Il 31 gennaio 1959, a Modena, dieci caseifici costituirono il Ccs, Consorzio caseifici sociali, successivamente rinominato Granterre. A 60 anni di distanza, perché oggi il consorzio modenese compie 60 anni, Granterre controlla l’intera filiera produttiva del Parmigiano Reggiano ed è leader di mercato con il marchio Parmareggio.
La marca Parmareggio, le confezioni di Parmigiano Reggiano pubblicizzate in tv con il cartoon dei topolini, nel 2006 portava a Granterre ricavi per 30 milioni di euro, oggi ne porta 190, il 533% in più. Nello stesso periodo l’export è triplicato.

E oggi la filiera produttiva che fa capo al consorzio conta 679 aziende agricole (operanti principalmente nel territorio modenese, il resto è su Reggio Emilia e Parma), 14 caseifici soci, quasi 564mila forme di Parmigiano Reggiano vendute, circa 300 dipendenti.
Diverse le situazioni che hanno favorito questo boom. Il legame col territorio ovviamente, date le caratteristiche della dop, la struttura cooperativa, la scommessa di lanciare una marca e di sorreggerla con importanti investimenti pubblicitari.
È stato durante la reggenza di Paolo Micheli (presidente Parmareggio 2005-2010) che è stato lanciato Parmareggio, “una marca all’interno di un prodotto, il Parmigiano Reggiano, che è già di per sé una marca, ben affermata nel vissuto dei consumatori”, come ha sottolineato lo stesso Micheli durante le celebrazioni dei 60 anni. Questa scelta, ha spiegato Micheli, “ha dato stabilità ai nostri bilanci anche negli anni in cui il Parmigiano Reggiano viveva una certa altalena dei prezzi: grazie alla marca siamo rimasti sul mercato in modo abbastanza solido indipendentemente dalle quotazioni del Parmigiano Reggiano. E i tre topolini della pubblicità hanno sostenuto in modo vincente questa nostra scelta di puntare sulla marca”. Pubblicità che ha richiesto forti investimenti: 53 milioni di euro per gli spot tv tra il 2006 e il 2019.

I famosi topolini dello spot tv.

Nello stesso periodo l’azienda ha investito altri 31 milioni di euro in altre iniziative di marketing e altri 50 milioni di euro in altri investimenti materiali e immateriali. “Spese fatte con costanza - ha aggiunto l’ad Giuliano Carletti - indipendentemente dai risultati annuali dell’azienda: abbiamo investito anche quando non eravamo a budget. Ma i risultati 2019 (riassunti nella tabella) dicono che è stata una strategia vincente”.
Si diceva del legame di Granterre col territorio. Un aspetto che durante le celebrazioni dei sessant’anni il presidente Ivano Chezzi ha sottolineato più volte: “Granterre è un pezzo della comunità, oltre che dell’economia del territorio. Per questo abbiamo voluto condividere con tutti questo anniversario, promuovendo diverse iniziative: abbiamo realizzato un libro che ripercorre la storia del Consorzio dal 1959 a oggi, organizzato una festa a Modena, e deciso di donare 60 alberi al Comune di Modena, uno per ogni anno di vita”. Questi 60 alberi, piantumati in un parco cittadino, “sono un segno della vicinanza di questa impresa al territorio”, ha aggiunto l’assessore comunale Andrea Bosi.
E in merito al libro, scritto da Eros Valenti (presidente Granterre dal 1994 al 2011) assieme alla giornalista Francesca Abbati Marescotti, Ivano Chezzi ha spiegato: “Il suo titolo, Il futuro ha radici profonde, ricorda che non c’è futuro senza memoria storica. Nel libro abbiamo raccolto le testimonianze dei protagonisti di ieri e di oggi, dalle quali non emergono solo date, evoluzioni societarie e risultati raggiunti, ma anche e soprattutto senso di appartenenza, condivisione delle difficoltà, decisioni assunte sempre insieme, e tanta lungimiranza, quella che ha portato alla realizzazione del progetto Parmareggio”.
Nella storia di Granterre e Parmareggio, ha aggiunto Chezzi, “la natura cooperativa è indubbiamente l’elemento che ha consentito di raggiungere i grandi traguardi di oggi. Il nostro miracolo, da conservare nel tempo, è aver dato vita ad un’industria importante, una delle più importanti oggi in Italia, che è controllata da una base sociale che condivide gli stessi valori e gli stessi progetti”.
A proposito di crescita, l’ad Giuliano Carletti ha ricordato: “A inizio 2019, assieme a Unibon, Granterre ha dato vita al gruppo Bonterre, in cui sono confluite Parmareggio e Grandi salumifici italiani. Un gruppo a totale proprietà cooperativa e fortemente legato al territorio modenese, frutto di un’operazione storica per il food italiano perché in totale controtendenza rispetto alle tante cessioni di marchi nazionali a player stranieri”.
Specializzato nelle eccellenze italiane dei salumi e dei formaggi stagionati, Bonterre vanta numeri da grande azienda: un fatturato consolidato di oltre un miliardo di euro, di cui 200 milioni in export, tre filiali commerciali all’estero, 16 stabilimenti in Italia, 2mila dipendenti, 4 dop e 4 igp, 140mila tonnellate prodotte/anno, la leadership nella filiera del Parmigiano Reggiano e nella produzione dei salumi.

I primi sessant’anni di Granterre Modena - Ultima modifica: 2019-11-28T14:16:20+01:00 da Giorgio Setti

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