I costi della fienagione dell’erba medica? Sono stati messi in fila da Rino Ghelfi, professore all’Università di Bologna, dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari, e direttore dell’Azienda agraria dell’università (Aub).
La Aub è una realtà che gestisce centinaia di ettari di terreni a fini di sperimentazione. A Ozzano dell’Emilia, nel Podere Poggiolina, la Aub coltiva 70 ettari di erba medica non irrigua. L’azienda nel 2019 ha ottenuto la certificazione biologica.
Ai microfoni di “Nova Agricoltura Fienagione” (vedi https://informatorezootecnico.edagricole.it/nova-agricoltura-fienagione), il professore ha spiegato nel dettaglio il lavoro realizzato sulla medica e l’esborso medio sostenuto al termine dei tre tagli.
I risultati finali sono questi: il costo totale di fienagione con rotopressa si è attestato attorno ai 12,55 euro per quintale di fieno, cifra scesa a 12,05 euro con l’utilizzo di macchine del tipo big baler. Si tratta del costo totale dei tre tagli, vedi tabella.
Addentrandosi tra i particolari del processo di fienagione e dei singoli costi di ogni lavorazione, la premessa fatta da Ghelfi è che, nonostante il processo «si differenzi necessariamente a seconda delle condizioni meteo presenti al momento degli sfalci, ormai negli anni la tecnica è standardizzata e si differenzia sostanzialmente sulla quantità di tagli».
Tra i pendii del podere Poggiolina l’ateneo realizza mediamente tre tagli all’anno, con buone produzioni che si attestano, spiega il professore, intorno ai «40 quintali per il primo taglio, 35 quintali per il secondo e 30 per il terzo e ultimo taglio».
Primo taglio
Venendo però ai costi e alle tecniche utilizzate dal team capitanato dal professor Ghelfi, queste mutano ad ogni taglio, con cifre che di conseguenza vanno progressivamente riducendosi. Si comincia col primo taglio, preceduto da uno sfalcio che costa 40 euro all’ettaro. L’operazione viene eseguita con macchine tra i 140 e i 160 cavalli di potenza, con una lavorazione media di circa 3/3,5 ettaro all’ora.
Allo sfalcio seguono due operazioni di voltafieno, il cui costo si attesta a 18 euro l’ettaro ognuna e vengono operate con mezzi meno potenti, tra i 90 e 110 cavalli, che consentono un ritmo di lavoro di circa 4 ettari all’ora. Si passa poi alle successive due ranghinature, anche queste eseguite con macchinari con potenza attorno ai 110 cavalli ad un prezzo pari a 20 euro per ettaro.
«Prima della definitiva imballatura – spiega il docente bolognese – noi eseguiamo un girandane, necessario nel primo taglio per riuscire a rimuovere l’ultima umidità che magari si è annidata sotto l’andana».
È così che si giunge alla fase finale di imballatura (o pressatura) che può essere eseguita sia con la tecnica della rotoimballatura, che attraverso i big baler. Come noto, la rotopressa ha una produttività più bassa; alla Poggiolina, ad esempio, riescono a fare non più di 15 o 20 rotoballe per ora, mentre con il big baler si può arrivare perfino al doppio di produzione oraria: tra le 35 e le 40 balle.
I costi non sono sostanzialmente differenti tra le due lavorazioni, con prezzi che variano tra i 6 e i 6,5 euro per balla ultimata. La differenza sostanziale tra le due riguarda da una parte l’aspetto della logistica (quindi trasporto e stoccaggio) – le balle quadrate consentono un risparmio del 20% circa sui costi – e di resistenza alle bagnature dall’altra, poiché le rotoballe, se non si ha tempo o modo di operare un ricovero immediato del fieno, sopportano meglio qualche bagnatura in più, rendendosi quindi più indicate in caso di cattiva stagione.
Secondo e terzo taglio
Passando al secondo e al terzo taglio, facendosi la produzione via via sempre più rada e la stagione maggiormente calda e secca, il gruppo di Rino Ghelfi in azienda diminuisce le varie lavorazioni. In particolare, nel corso del secondo taglio vengono eseguiti, oltre allo sfalcio iniziale, un voltafieno, una ranghinatura, un girandane e infine la pressatura.
Al terzo e ultimo taglio, invece, terminato lo sfalcio si procede a sole due ranghinature prima di passare all’imballatura.
Tutto questo si traduce in cifre che oscillano, ad ogni singolo taglio, tra i 4 e i 4,30 euro per quintale di fieno prodotto. «Questi – commenta Ghelfi – sono i costi di fienagione che sosteniamo nei nostri ambienti semi collinari. Sempre a Reggio Emilia abbiamo inoltre un’area più in piano nella quale produciamo circa 30 ettari di fieno e in questo caso riusciamo a raggiungere qualche economia, chiaramente dovuta all’orografia del territorio».
Fasciatura
Nei casi più critici, ossia quando la stagione non è delle più favorevoli dal punto di vista climatico, negli appezzamenti considerati più difficili l’Azienda agraria universitaria provvede anche alla fasciatura di alcune partite di erba medica non ancora essiccata, quindi con umidità attorno al 35%.
Si tratta di un’operazione piuttosto onerosa dal punto di vista strettamente economico, perché viene a costare mediamente 10 euro a balla, a cui si aggiungono 4 euro di film. «Quindi – conclude Ghelfi – ogni rotoballa fasciata ci viene a costare circa 14 euro di fasciatura. Operazione che in questo caso esternalizziamo, non avendo noi le attrezzature».
Studiati anche panìco, miglio e frumento
Nell’Azienda agraria universitaria di Ozzano (vedi https://site.unibo.it/azienda-agraria/it/unita-operative ) la squadra diretta da Rino Ghelfi ha affienato anche altre colture e non solo la medica. «Tra l’altro – aggiunge il professore – con una certa soddisfazione». Nello specifico, è stato affienato il panìco, seminato in secondo raccolto dopo orzo o piselli, da cui sono riusciti a ottenere produzioni interessanti, intorno ai 35/40 quintali per ettaro di fieno essiccato.
Nel caso appunto del panìco o del miglio la tecnica utilizzata è stata del tutto similare a quella impiegata per il primo taglio della medica, trattandosi di una coltura piuttosto voluminosa. Di conseguenza pure i costi sono stati simili, attestandosi tra i 4 e 4,2 euro per quintale di prodotto.
Sempre con soddisfazione per un paio d’anni è stato affienato anche il frumento, da cui l’azienda ha ottenuto un prodotto di ottima qualità per gli allevamenti. In questo caso, però, nel podere Poggiolina hanno dovuto in parte esternalizzare le lavorazioni, «perché oltre alla sfalcio e ai primi voltafieno – precisa Ghelfi –, il frumento è stato prima raccolto in andane e poi con la trincia e portato ad un impianto di essiccazione». In questo caso la produzione, a seconda dei vari appezzamenti, si è attestata tra gli 80 e i 90 quintali per ettaro di prodotto secco. E il costo per l’intero processo di fienagione, compresa l’essiccazione forzata, è costato all’azienda intorno ai 10 euro per quintale.