Per promuovere la propria carne bovina, la filiera francese, su iniziativa di Interbev, Associazione francese del bestiame e delle carni, e delle aziende esportatrici, ha dato vita a Bovillage, marca lanciata nel 2009 in tre dei principali mercati di esportazione della Francia: Italia, Grecia e Portogallo. Come marca collettiva comune a più Paesi europei, Bovillage si basa su un disciplinare animato dall’obiettivo di diventare un partner indispensabile per gli operatori e i distributori.
Per il nostro Paese la Francia è dal 2009 il primo fornitore di carne bovina fresca e refrigerata e da allora ha consolidato questa sua posizione con una quota di mercato in crescita costante. Nel 2013 la quota è stata pari al 24,4%. In termini di volumi, secondo le dogane francesi, le esportazioni francesi di carne bovina refrigerata e congelata verso l’Italia si sono attestate ad oltre 88.800 tonnellate nel 2013 (fonti: Ubifrance - dogane francesi). Bovillage è stata presente anche alla scorsa edizione del Cibus di Parma.
La filiera francese della carne bovina ha realizzato il disciplinare delle best practice di allevamento: pulizia ogni stagione, alloggio in stabilimenti sufficientemente illuminati e aerati, manipolazione senza abusi e con strumenti adatti, realizzazione di ripari per gli animali allevati all’aria aperta. La conoscenza del fabbisogno alimentare degli animali permette agli allevatori di fornire alle mandrie un’alimentazione adeguata.
L’allevamento
Se nati da razze da latte, gli animali sono svezzati dal primo mese di vita e ricevono fino all’età di circa 4 mesi un’alimentazione a base di latte e di fieno. Se nati da razze da carne, vengono allattati dalla madre nella stalla e l’accompagnano al pascolo. Lo svezzamento avviene in un’età compresa tra i 7 e 8 mesi. Gli animali nati da razze da carne nell’autunno trascorrono invece un po’ più tempo nella stalla con la madre e consumano, oltre al latte, del foraggio e del concentrato.
A seguire, tre quarti dei vitelloni prodotti in Francia sono alimentati con mangimi costituiti da foraggio di mais, integrati con cereali tritati (spesso granoturco), sostanze azotate (pannelli di soia), minerali e fieno.
Ma l’alimentazione dei vitelloni non è sempre a base di mais: nelle regioni produttrici di barbabietola da zucchero (ad esempio nel nord della Francia in Champagne-Ardennes, nella regione di Parigi, a Nord-Pas-de-Calais), il mais insilato viene sostituito dalla polpa di barbabietola secca o pressata. Come per il mais insilato, questo alimento viene integrato con cereali, pannelli, minerali, vitamine e del fieno.
La tracciabilità
La normativa impone un’etichettatura precisa di tutti i mangimi acquistati dagli allevatori e destinati all’alimentazione degli animali. L’etichetta deve riportare la composizione esatta del mangime commercializzato.
I servizi ufficiali di controllo veterinario realizzano sistematicamente controlli sia all’interno dell’azienda agricola che nello stabilimento di macellazione. La carne bovina Bovillage commercializzata risponde quindi alla regolamentazione europea in materia di igiene e di sicurezza degli alimenti (Pacchetto Igiene).
Quanto alla tracciabilità, oltre trent’anni fa la Francia ha realizzato un esemplare sistema nazionale di identificazione delle mandrie. Dal 1978 le modalità di identificazione sono regolarmente aggiornate per rispondere alle esigenze del controllo della produzione, della gestione dello stato sanitario delle mandrie, della conoscenza della provenienza. Ogni animale possiede una vera e propria carta di identità, il cosiddetto “Passaporto”. Grazie ad esso ogni quarto e taglio di carne possono essere identificati in ogni singola tappa di trasformazione della carcassa. L’animale rimane quindi sempre identificato, dal pascolo al supermercato.