Mi inserisco molto volentieri nel dibattito aperto con l’articolo del Ministero delle politiche agricole dal titolo “Dal benessere animale al sistema di qualità“ pubblicato su Informatore Zootecnico n. 17/2021 (vedi anche https://informatorezootecnico.edagricole.it/bovini-da-carne/dal-benessere-animale-al-sistema-di-qualita/), per evidenziare la posizione degli allevatori che rappresento.
Mi sia consentito di ripercorrere per date la storia del Sistema di Qualità Nazionale Zootecnia (Sqnz), per far capire quando è iniziato il percorso, le difficoltà incontrate e quanto tempo ci abbiamo impiegato per sdoganarlo.
Dal 2007 al 2016
Credo sia giusto citare il primo tavolo per la zootecnia bovina da carne organizzato al Mipaaf da Maurizio Ceci, allora capo segreteria del sottosegretario Guido Tampieri. Era il 2007 e il funzionario incaricato dal Mipaaf di seguirne i lavori era Pietro Gasparri. Lo cito perché oggi lo ritroviamo a dirigere l’ufficio che gestisce le produzioni di qualità, Biologico e Sqnz, incarico assunto dal 1° settembre 2021 e ritengo sia la persona giusta al posto giusto, per professionalità ed esperienza acquisita.
A quel tavolo abbiamo portato l’idea di organizzare oltre a un Sistema di Qualità anche un Disciplinare Stg del “Vitellone ai cereali”, che non entusiasmò molto le rappresentanze sedute al Tavolo.
Accantonata l’idea Stg, grazie alla mediazione e lungimiranza di Riccardo Deserti, allora direttore generale delle politiche di qualità del Mipaaf, che, di fatto, ha anticipato quanto previsto anni dopo dal Regolamento 1305/2013, Art. 16 (Regimi di qualità nazionali), siamo riusciti a ottenere, in data 4 marzo 2011, il decreto ministeriale che istituiva il Sistema di Qualità Nazionale Zootecnia.
Il 9 ottobre 2012, la prima istanza inviata al Mipaaf di riconoscimento del primo disciplinare del “Vitellone / Scottona ai cereali”, approvato dopo tre anni di vicissitudini (opposizioni varie) il 16 ottobre 2015, con il via libera definitivo dato dal Decreto attuativo dal Mipaaf il 28 aprile 2016.
Praticamente quasi 10 anni di battaglie per avviare un Sistema di Qualità riconosciuto dalla Commissione europea.
Sei Sistemi di qualità
Nel frattempo, come previsto dall’Art. 8 comma 3 del Decreto 4 marzo 2011, è iniziato parallelamente il lavoro per ottenere il riconoscimento di un Consorzio che organizzasse la promozione e valorizzazione dei Sistemi di Qualità Nazionali, diventati ad oggi sei:
- Il Vitellone allevato ai cereali;
- la Scottona allevata ai cereali;
- il Fassone di Razza Piemontese;
- il Bovino Podolico al Pascolo;
- Uovo+Qualità ai cereali;
- Acquacoltura Sostenibile.
Dal 2018 al 2019
Grazie all’impegno di Giovanni Di Genova, che ha seguito l’iter procedurale, il 26 febbraio 2018, il Capo Dipartimento Luca Bianchi ha firmato il Decreto di riconoscimento del Consorzio di promozione, valorizzazione dei prodotti ottenuti con il Sistema di Qualità Nazionale Zootecnica “Consorzio Sigillo Italiano”, poi riconfermato per un ulteriore triennio, il 2 febbraio 2021, con il Decreto firmato dal Capo Dipartimento Francesco Saverio Abate.
A novembre 2019 il debutto a Milano della carne bovina di Vitellone e Scottona allevati ai cereali, nei punti vendita degli iper del Gigante, oltre 50 macellerie situate in Lombardia e Piemonte, con il marchio Consorzio Sigillo Italiano che ha ottenuto il riscontro immediato da parte dei consumatori, grazie alla comunicazione organizzata nei punti vendita, sostenuta da un finanziamento recato da un bando Mipaaf-Ismea dedicato alla zootecnia.
2007-2019, 12 anni di mail, riunioni, telefonate ed arrabbiature, per coronare un sogno: dare un brand alla carne bovina prodotta in Italia, per renderla facilmente riconoscibile da parte dei consumatori e distinguerla da quella importata (oggi al 48%).
Il Disciplinare di sostenibilità
E dal Gigante la conferma che i consumatori hanno gradito la proposta, sia in termini qualitativi della carne (omogeneità del prodotto, grazie ai disciplinari di produzione applicati) sia per la facilità a riconoscerla, grazie al brand “Consorzio Sigillo Italiano”.
Ignorati dagli altri grandi marchi della gdo, attenti a sviluppare unicamente la marca del distributore, il nostro percorso continua con un cambio di passo, dettato dalla nuova Politica europea 2023-2027 (Farm To Fork, Green Deal, etc.) e dalla pubblicazione del nuovo Disciplinare di Sostenibilità Ambientale, Sociale ed Economica, che andrà ad arricchire il brand Consorzio Sigillo Italiano con la fogliolina verde “Allevamenti sostenibili”, già presentato al Mipaaf e attualmente in verifica presso la Commissione Sqn.
Benessere, problema animalisti
E veniamo all’Sqnba, il Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale in itinere, oggetto di numerose osservazioni da parte di tutte le componenti e rappresentanze della zootecnia, su modalità di utilizzo, disparità di trattamento della carne estera (avvantaggiata), appiattimento commerciale ed aumento dei costi di certificazione delle aziende zootecniche.
Nel 2020, in piena pandemia, avevamo sconsigliato il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Filippo Gallinella, a presentare l’articolo di legge che lo istituiva senza consultarsi con le rappresentanze di settore, poiché, oltre alle problematiche emerse in sede di verifica, era assolutamente anacronistico istituire un “Sistema Benessere Animale” blindato e gestito dalla Pubblica amministrazione.
Da rilevare che ciò ha contribuito a coalizzare le rappresentanze animaliste in un comitato che, prima ancora dell’uscita del Decreto Interministeriale, ha preso le distanze dall’Sqnba e iniziato una campagna di stampa contro non solo il Sistema, ma anche contro la zootecnia in generale, al limite della sopportazione umana.
Discutiamone prima del decreto
Comunque, per quanto ci riguarda, come sempre siamo pronti a collaborare con il Mipaaf per rendere applicabile l’Sqnba, se ci sarà la disponibilità a discuterlo assieme, prima che esca il Decreto Interministeriale. Questo perchè riteniamo che la proposta di istituirlo sia stata fatta in buona fede, per aiutare la zootecnia, tutta, soprattutto quella più bersagliata da “incursioni notturne e filmati raccapriccianti trasmessi in Tv e sui Social” e stabilire un minimo comun denominatore per comunicare il “benessere animale”.
Come detto, gli strumenti a disposizione della zootecnia non mancano. E soprattutto la nostra zootecnia, quella bovina da carne, ha un progetto iniziato nel 2008 come “Piano Carni Bovine Nazionale”, realizzato al 90%.
Il 10% che manca non dipende dalla nostra volontà bensì da chi, del settore, dovrebbe collaborare per realizzarlo completamente, con il rafforzamento dell’interprofessione.