Gestire l’emergenza per la Psa (peste suina africana) con una strategia condivisa di breve e medio termine in grado di sviluppando le migliori sinergie di collaborazione pubblico-privato.
È quello che ha chiesto Uniceb (Unione italiana filiera delle carni) con una lettera che il suo presidente, Carlo Siciliani, ha inviato al Governo per difendere i prodotti della salumeria italiani dai rischi derivanti dalla Psa.
Un pacchetto di cinque misure per contrastare la Psa
La prima richiesta riguarda il potenziamento delle figure e delle misure già esistenti del Commissario Straordinario e del ministero della salute per rassicurare i nostri partner commerciali dei Paesi Terzi sulla reale volontà politica di eradicare la malattia e garantire la sicurezza dei prodotti esportati; il Dl 75 del 22 giugno 2023 fornisce ulteriori strumenti al Commissario Straordinario per il contenimento e l'eradicazione che devono essere applicati con la massima urgenza.
Secondo Uniceb è necessaria una campagna di contenimento massivo del numero di cinghiali estesa all'intero territorio nazionale. Si sta assistendo, come ricorda l’Unione ad una penalizzazione degli allevatori, che si vedono abbattere animali sani solo perchè si trovano in aree di restrizione per la presenza della malattia nei cinghiali che sono il reale vettore della malattia.
La protezione degli allevamenti suinicoli dalla Psa dovrebbe prevedere di misure rafforzate di «biosicurezza esterna, strutturale e manageriale» con l'obiettivo di prevenire non solo il contagio ma anche rendere palese la volontà italiana di far fronte a questa malattia. Per Uniceb occorre anche valutare la possibilità di installare, nelle aree a maggior rischio per la presenza di cinghiali, reti di recinzione per impedire qualsiasi possibilità di contatto tra selvatici e domestici. Necessario prevedere anche misure di sostegno alle imprese per interventi strutturali ai fini della biosicurezza.
Fondamentale anche rafforzare il sistema informativo e di controllo Classyfarm, di cui già si avvale il ministero della Salute ed il Masaf per la valutazione del rischio degli allevamenti, utilizzandolo anche per fornire garanzie sanitarie ai fini dell'export delle carni suine e dei prodotti della salumeria italiana. Classyfarmpotrebbe essere presentato alle Autorità dei Paesi Terzi come ulteriore garanzia dei prodotti "Made in" poichè offre elementi certi, oltre che sulla biosicurezza, sulla tracciabilità, controllo dei residui e benessere animale.
Si chiede, inoltre la definizione, a priori, delle modalità attuative delle deroghe prevista dalla legislazione dell'Ue (es. applicazione art. 12, par. 2 e 3 del regolamento Ue n. 2023/594) sulle aree soggette a restrzione per permettere a tutti, allevatori, imprese di macellazione e trasformazione di affrontare una eventuale prevedibile diffusione della malattia. Dovrebbe anche essere svolta una accurata attività di formazione e informazione dei veterinari e degli operatori interessati, per armonizzare metodi d'intervento e comportamenti a livello territoriale.