L’Albo dei Fornitori di Foraggi e Mangimi per il Parmigiano Reggiano è stato istituito nel 1993. Dopo una prima lunga fase basata fondamentalmente sul controllo analitico dei mangimi prodotti, nel 2013 l’attività dell’Albo è stata orientata anche a favorire lo sviluppo di un sistema di garanzie sul rispetto dei requisiti del Disciplinare. Ma anche, più in generale, di garanzie sul controllo del processo produttivo degli alimenti.
A tal fine il Consorzio e le aziende aderenti all’Albo, in collaborazione con esperti delle università e del settore mangimistico, hanno lavorato insieme alla definizione di requisiti procedurali, specifiche analitiche dei mangimi, modalità di verifica e azioni conseguenti. E da sette anni quindi le aziende aderenti all’Albo sono sottoposte, con frequenza almeno annuale, anche ad audit di seconda parte, durante i quali sono di norma indagate quattro macro aree:
- sulle conformità alla normativa e alla Convenzione;
- sulle garanzie sui mangimi;
- sugli stoccaggi e le eventuali contaminazioni;
- sui controlli analitici.
Guardiamole. La prima macro area indagata ha lo scopo di valutare la conformità alla normativa vigente in materia di sicurezza alimentare e ai requisiti contenuti nella Convenzione tramite un controllo documentale. A tal fine vengono considerati provanti due fattori: l’evidenza di un controllo periodico da parte dell’autorità competente e le certificazioni volontarie relative all’applicazione di un sistema di gestione per la sicurezza alimentare o di un sistema qualità che integri i requisiti di sicurezza alimentare e i requisiti della Convenzione (ad esempio Iso 9001).
L’obiettivo della seconda è di valutare come l’azienda garantisca che vengano forniti, ai clienti che ne facciano richiesta, mangimi conformi alla Convenzione. A questo scopo viene valutata la presenza di un sistema organizzativo e di comunicazione che garantisca una corretta formulazione dei mangimi e la loro corretta etichettatura. In particolare viene regolarmente verificata la corrispondenza tra il cartellino e la scheda di produzione dei mangimi, al fine di controllare che le materie prime dichiarate corrispondano effettivamente a quelle impiegate durante la produzione, ponendo particolare attenzione a verificare l’utilizzo di materie prime ammesse dal Disciplinare.
Nella terza macro area vengono valutate, in funzione della criticità dei processi produttivi:
- le procedure adottate per uno stoccaggio dei prodotti (materie prime, semilavorati, prodotti finiti) che sia efficace nel prevenire le alterazioni;
- le procedure per evitare le contaminazioni crociate.
Particolarmente scrupolosi sono i controlli per verificare che le aziende abbiano adottato adeguate procedure per evitare la contaminazione dei mangimi con materie prime non ammesse dal disciplinare; a tal fine particolare attenzione è dedicata ai trasporti, che senza dubbio rappresentano uno dei punti più critici per la contaminazione dei mangimi con sostanze indesiderate.
La quarta parte della verifica ha lo scopo di identificare e valutare il piano dei controlli analitici attuati per garantire il rispetto dei requisiti del disciplinare e di quelli aggiuntivi fissati nella Convenzione PR, nonché di identificare i laboratori e le metodiche utilizzati per le analisi. Particolare attenzione è posta alla valutazione del piano dei controlli per la ricerca dell’aflatossina B1, per la quale, nella Convenzione PR, è previsto un limite più restrittivo rispetto alla normativa.
Se quest’ultimo aspetto oggi potrebbe apparire di facile raggiungimento da parte di molte aziende, sicuramente non lo è stato negli anni passati, quando garantire mangimi con un tenore massimo di 3 ppb di aflatossina B1 ha richiesto ai mangimifici aderenti una scrupolosa selezione di fornitori affidabili, un significativo incremento del numero di analisi e una innovazione nella gestione dei lotti di materie prime che hanno rappresentato una sfida impegnativa. E un importante elemento di distintività di cui la filiera del Parmigiano Reggiano ha potuto beneficiare.
Con frequenza annuale sono prelevati campioni di mangimi, presso i mangimifici o presso gli allevatori loro clienti, che vengono sottoposti ad analisi presso laboratori qualificati; questi controlli analitici sono volti a confermare l’efficacia delle procedure adottate dai mangimifici per soddisfare i requisiti del Disciplinare (queste attività saranno oggetto di uno dei prossimi articoli della newsletter).
L’attività di auditing e le azioni di miglioramento eventualmente scaturite hanno determinato la selezione di un gruppo di aziende che impegnate a fornire le garanzie richieste. Aziende la cui collaborazione ha consentito un miglioramento progressivo del livello di queste garanzie di rispetto dei requisiti del Disciplinare e dell’affidabilità complessiva della filiera.
Barbara Ricci
( spp@parmigianoreggiano.it )
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