La tempesta di inizio ottobre che ha devastato le Alpi del mare nei due versanti, italiano e francese, ha avuto pesanti conseguenze sui malgari alle prese con la demonticazione. Nell’alta valle Roya, dove un’enorme voragine ha inghiottito la strada del valico del Colle di Tenda, uno dei 22 “bergers” impegnati in alpeggio è stato dichiarato “scomparso”, portato via dalla catastrofica inondazione che ha distrutto i luoghi di pastorizia e fatto strage di capi di bestiame. E’ subito scattata la solidarietà fra i malgari che ha consentito a una mandria di duecento bovini di trovare riparo a Vernante dopo una lunga marcia nella notte da Casterino. Ma a trovarsi in difficoltà sono stati anche gli allevatori ancora presenti nelle zone d’alpe sulle Marittime, dalle alture di Limone – dove il ciclone ha provocato un disastro mai visto – fino a Ormea.
Ha spiegato “a caldo” Battista Camisassa, capo area dell’Arap di Cuneo: “Stiamo raccogliendo i dati che ci vengono via via segnalati dai malgari. La situazione è sicuramente grave, e la conta dei danni sarà lunga, considerando il numero di allevatori che hanno subìto perdite di animali, mezzi e strutture”.
Ma questo terribile 2020, già segnato dalla perdurante emergenza sanitaria, ha riservato una brutta sorpresa nella fase del “ritorno dall’alpe”, da sempre occasione di festa per i malgari che scendono dai pascoli. “In questo momento – ha sottolineato il presidente Arap Roberto Chialva - siamo vicini ai nostri allevatori così duramente provati e stiamo collaborando con tutte le istituzioni per dare il massimo di assistenza. Voglio ribadire che la monticazione è in primo luogo cura dell’ambiente montano e conservazione dei territori più fragili, nonché importante attività economica anche ai fini della salvaguardia della biodiversità”
Solidarietà ai malgari da parte degli allevatori
Il mondo dei malgari conta i danni delle devastazioni