Un’attività ancora viva e fondamentale che rappresenta un pezzo della nostra storia ma anche del nostro presente». Con queste parole l’assessore regionale all’Agricoltura della Lombardia, Alessandro Beduschi, ha definito la pastorizia in occasione della Giornata sul Pastoralismo, istituita nel 2022 e celebrata dalla Regione nell’autunno scorso.
Al convegno di presentazione della giornata, che si è svolta a Milano a Palazzo Pirelli, Gianmario Tramanzoli dellAral (Associazione regionale allevatori della Lombardia), ha raccontato “La salvaguardia della biodiversità e la valorizzazione delle razze autoctone lombarde”.
Un’occasione per conoscere un patrimonio spesso nascosto che, tra le razze bovine autoctone (Original Brown, Grigio Alpina, Varzese e Rendena), conta attualmente 1.895 fattrici, cui se ne aggiungono 8.901 per le razze caprine (Orobica, Bionda dell’Adamello, Lariana, Frisa Valtellinese, Verzaschese).
Cinque, invece, le varietà ovine (Pecora Brianzola, Pecora Bergamasca, Pecora Ciuta, Pecora di Corteno, Naso nero del Vallese) per un totale di 2.973 fattrici. «Le razze autoctone vanno difese perché fonte preziosa di biodiversità a variabilità genetica – ha spiegato Tramanzoli –. Adatte ad un allevamento estensivo con bassi input, contribuiscono all’utilizzo di territori marginali in tutta Italia con grande rilevanza per il contenimento di rischi idrogeologici, sismici e di incendio».
Necessaria la sostenibilità anche economica in montagna
Naturalmente un asset fondamentale rimane quello della sostenibilità economica, che nell’azienda montana deve essere raggiunta tramite lo sviluppo di tutte le possibili forme di multifunzionalità che la zootecnia di montagna può esprimere (tra cui senza dubbio la trasformazione diretta dei prodotti tipici). A sostegno del comparto possono senza dubbio arrivare anche iniziative significative come la candidatura al Registro delle Buone Pratiche Unesco del Patrimonio Alimentare Alpino, processo coordinato dall’Italia in partenariato con Francia, Svizzera e Slovenia che, ha concluso Tramanzoli, «ha nelle razze autoctone il punto cardine per il mantenimento degli ecosistemi montani».