Roberto Nocentini, allevatore di Dicomano (Fi), è l’ottavo presidente della storia dell’Associazione Italiana Allevatori. A sei mesi dal via al suo secondo mandato (2019-2022), ci spiega linee guida e prossimi progetti in casa Aia.
Presidente Nocentini, in occasione della sua rielezione alla presidenza Aia ha dichiarato: “Completando la trasformazione del Sistema Allevatori abbiamo posto le basi per l’Aia del futuro”. Come sarà l’Aia del futuro? Quali saranno i nuovi progetti e le linee guida che caratterizzeranno il suo lavoro e quello della sua squadra?
«Proseguiremo, nel segno della continuità, a lavorare come ente tecnico per una zootecnia sempre più sostenibile, ecocompatibile, rispettosa del benessere degli animali e vocata alla qualità delle produzioni e alla tutela della biodiversità. Nel secondo semestre del 2019, assieme ad altre associate del Sistema Allevatori, ci siamo attivamente impegnati sulla conservazione della biodiversità animale, sugli accordi di filiera con importanti organismi per la tutela di Dop simbolo del Made in Italy, mi riferisco in particolare a quello con il Consorzio del Parmigiano Reggiano, sulla valorizzazione delle tradizioni, come la “Transumanza”, e sull’innovazione. Valorizzeremo ancora di più la certificazione del disciplinare “Gli Allevamenti del Benessere”, strumento che ha già avuto importanti adesioni. L’Aia del futuro sarà sempre più snella ma solida e ferma nel perseguire gli scopi di miglioramento generale delle condizioni dell’allevamento italiano, per sostenere i redditi degli allevatori, dando sempre maggiori servizi alle aziende e risposte alle istituzioni e ai cittadini-consumatori, in un’ottica di trasparenza e efficienza».
La zootecnia del futuro sarà sicuramente più digitale. A tal riguardo l’Aia ha lanciato, insieme a importanti partner, il progetto “Leo”, che riunisce in una sola banca dati digitale tutte le informazioni relative al comparto zootecnico. A che punto è il progetto?
«Il progetto “Leo” è a buon punto: le sinergie tra i partner sono consolidate, sono convinto che riusciremo a raggiungere l’obiettivo ambizioso di far condividere a una platea di fruitori sempre più ampia molti dei dati che sono frutto del know how del Sistema Allevatori, sviluppato in oltre settant’anni di attività di analisi e controllo negli allevamenti italiani. La sfida nel campo dei big data è sempre aperta. Abbiamo posto le basi per essere protagonisti nell’ambito della cosiddetta zootecnia 4.0».
Come funzionerà la piattaforma informatica di digitalizzazione dei dati? E perché sarà importante per gli allevatori?
«In maniera molto schematica, possiamo dire che “Leo” si fonda su cinque azioni che vanno dalla scelta e validazione di nuovi parametri su, ad esempio, impatti del clima, analisi di laboratorio, dati sul benessere animale, sulla produttività e sulla gestione aziendale.
Alla piattaforma affluiscono, e questa è una seconda azione fondamentale, i dati provenienti da raccolta in campo, alcuni dei quali vanno a costituire un database per la biodiversità. Dati che poi vanno validati - terza azione – e poi trasferiti a una banca dati applicativa condivisa. Infine, è prevista anche un’azione di “disseminazione”, ovvero di trasferimento delle informazioni ai fini dell’innovazione. L’importanza per gli allevatori è evidente: si troveranno a usufruire di dati sempre nuovi e utili al miglioramento generale della propria mandria, sia dal punto di vista sanitario che economico-produttivo e gestionale».
Per aumentare la competitività e garantire un adeguato sostegno al reddito quali strategie sviluppare per tutelare gli allevatori?
«Riteniamo che sia importante perseguire sempre più la strada della qualità e distintività dei prodotti derivanti dai nostri allevamenti. Certamente tutte le pratiche virtuose perderebbero senso se gli allevatori non fossero incentivati ricavando dal loro lavoro una redditività quantomeno dignitosa. Siamo certi che i consumatori stiano apprezzando gli sforzi fatti in materia di qualità e tracciabilità delle produzioni, lo dimostra il fatto che si dichiarano disposti a riconoscere un plus di valore per prodotti derivanti da filiere etiche e rispettose dei diritti di tutti. Anche lo sforzo per accorciare le filiere può rientrare in questo percorso di tutela».
Quali azioni mette in campo Aia per favorire la tracciabilità delle produzioni made in Italy di origine zootecnica?
«Oltre al disciplinare “Gli Allevamenti del Benessere”, nel Sistema Allevatori opera una “Rete dei Laboratori” che costituisce un valore aggiunto per il consistente numero di analisi prodotte (solo per il latte, circa 14 milioni di analisi annue effettuate e 40 mila analisi genetiche e genomiche). Tutto ciò si traduce in una cassaforte di informazioni che possono ritornare al consumatore in modo chiaro, puntuale e soprattutto attendibile».
Ci parli della “formazione continua” per operatori e tecnici di campagna, tema centrale per Aia.
«Le attività di formazione continua, in collaborazione con il Polo di Formazione per lo Sviluppo Agro Zootecnico di Maccarese, anche queste realizzate con importanti partner, stanno formando circa 800 tecnici di campagna su tutto il territorio nazionale. Un progetto importante».
Cos’è Sialleva?
«Il Sistema Allevatori ha sempre dato grande importanza alla velocità nello scambio di informazioni con le aziende zootecniche; gli strumenti informatici sono un mezzo potente per migliorare il lavoro quotidiano in stalla. Ne è un esempio anche la recente realizzazione dell’app Sialleva, che permette un accesso più veloce e facile, anche da smartphone e tablet, per la consultazione di tutte le informazioni contenute nel nostro gestionale Sialleva. Un altro esempio concreto del nostro stare di pari passo all’evoluzione della “zootecnia 4.0”».
Cos’è il Progetto “Leo”
Il Progetto “Leo” (acronimo di livestock environment opendata), finanziato nell’ambito della Sottomisura 16.2 del Psrn 2014/2020 (autorità di gestione è la Direzione generale dello Sviluppo rurale del Mipaaf) vede come capofila l’Aia assieme a importanti e qualificati partner. In sintesi, gli elementi caratterizzanti del progetto sono biodiversità, benessere animale e sostenibilità ambientale, obiettivi che possono essere raggiunti con la raccolta di dati di qualità direttamente negli allevamenti.
Il progetto riunisce in un’unica banca dati digitale tutte le informazioni relative al comparto zootecnico. Con l’obiettivo finale di sostenere e migliorare la qualità delle produzioni zootecniche italiane nel rispetto del benessere degli animali e dell’ambiente. Le informazioni provenienti da “Leo” saranno condivise e accessibili agli interessati per favorire la trasparenza di tutta la filiera zootecnica e la sicurezza dei prodotti alimentari.
Roma, venerdì 17 gennaio. Festa di Sant’Antonio abate
La 13esima “Giornata dell’Allevatore”, che si celebra ormai da più di un decennio a Roma, in Piazza Pio XII, di fronte al celebre Colonnato del Bernini in onore del santo Patrono di uomini e animali, Sant’Antonio Abate, si terrà anche nel 2020, come da tradizione.
L’appuntamento è nella Capitale per la mattinata di venerdì 17 gennaio 2020, con un programma - in via di definizione - che prevede la realizzazione della “Fattoria sotto il cielo” promossa dall’Aia, dalle associate territoriali del Sistema allevatori nazionale e dalla Coldiretti, nella piazza con vista sul frontale della Basilica di San Pietro. Dove, al termine della Santa Messa officiata dal Cardinale Angelo Comastri, Vicario generale di Sua Santità Papa Francesco per la Città del Vaticano, avverrà la benedizione degli allevatori e delle loro famiglie, provenienti da tutta Italia.
Il Cardinal Comastri benedirà poi gli animali esposti, simboli della biodi-versità italiana e del patrimonio delle stalle del nostro Paese. Nel program-ma anche la suggestiva sfilata di cavalli e cavalieri: percorreranno, partendo da Castel Sant’Angelo, tutta Via della Conciliazione per raggiungere la piazza a conclusione dell’evento.