Agazzano, il più importante centro della Val Luretta, nel Piacentino, ha ospitato la prima edizione della Mostra della biodiversità zootecnica della Val Luretta e Val Tidone organizzata da Araer (Associazione Regionale Allevatori dell’Emilia-Romagna) in collaborazione con il Comune e la sede locale della Croce rossa italiana.
La rassegna ha incassato un grande successo con un’affluenza di pubblico particolarmente elevata e un interesse da parte di tutti i visitatori che rappresenta la migliore spinta per programmare una prossima edizione nel 2023.
«Quando siamo stati contattati per collaborare all’organizzazione non abbiamo avuto dubbi – spiega il presidente dell’Araer, Maurizio Garlappi – la nostra disponibilità è stata immediata perché abbiamo capito il valore che avrebbe rappresentato per il territorio. Abbiamo, quindi, fornito tutte le nostre competenze per favorire la miglior riuscita possibile».
Grande la soddisfazione anche del direttore dell’Araer, Claudio Bovo. «Durante la giornata i visitatori hanno potuto vivere diversi momenti ludici e formativi – racconta – e sia grandi che piccini hanno ammirato gli esemplari di diverse specie animali: ovini, caprini, equini, bovini da latte e da carne, compresa la razza Piemontese, al centro di un’iniziativa serale di grande successo. Stiamo parlando del concorso Indovina il peso del vitello, un concorso che ha richiamato un pubblico numerosissimo. Erano presenti in mostra anche alcuni esemplari di bovini a duplice attitudine, come la Cabannina, una razza autoctona di cui sono rimasti purtroppo pochi soggetti».
«Storicamente la Val Luretta vantava un patrimonio di stalle e cascine molto importante – ha ricordato il sindaco di Agazzano, Maurizio Cigalini – e proprio ad Agazzano si teneva periodicamente il mercato del bestiame e nel mese di maggio la Fiera dei bovini. Poi, dal dopoguerra in avanti, la Valle si è spopolata e chi ha avuto la forza e il coraggio di rimanere l’ha fatto a costo di grandi fatiche. Oggi stiamo contando i giovani che decidono di rimanere subentrando alla guida delle aziende agricole dei genitori o degli zii, ma non mancano quelli che abbandonano la città per una scelta di vita radicale, ma dalle grandi e innegabili soddisfazioni».