Innovazione tecnologica, ricerca e professionalità

Plinio Vanini.
Parla Plinio Vanini, presidente Aral Lombardia e vice presidente Aia

Ricerca, formazione continua, investimenti in nuove tecnologie, sono solo alcuni degli asset di Aral, Associazione regionale allevatori della Lombardia, guidata da Plinio Vanini. Asset volti a garantire servizi mirati sulle necessità reali degli allevatori e dei rispettivi territori.

Presidente, lei ha puntato molto sul rilancio delle attività territoriali al fine di esaltare le peculiarità locali e l’espressione di una filiera d’eccellenza. In che modo?
«Investendo in tecnologie, ricerca, formazione e valorizzazione di un patrimonio di competenze che, per quanto riguarda Aral, è rappresentato da 320 collaboratori e 80 consulenti. È una grande responsabilità, non valorizzare questa potenzialità sarebbe davvero un enorme spreco. Oltre alle attività istituzionali, siamo presenti in più di 27 progetti di ricerca e ne diffondiamo i risultati innovativi per garantire servizi sempre più mirati sulle necessità reali dei nostri soci e dei rispettivi territori. Anche in questi difficili momenti dovuti all’emergenza sanitaria Aral è sempre stata operativa, dai campioni per la sicurezza alimentare all’anagrafe, fino a risolvere il problema di foraggi di un circo con i Servizi Veterinari e la protezione civile».

Qual è la prima sfida che Aral Lombardia si pone?
«Questo difficile momento ha fatto emergere l’importanza fondamentale del comparto agricolo e zootecnico. Ed è ancora più attuale la nostra principale sfida: far comprendere al consumatore la professionalità e le capacità dei nostri produttori, impegnati con noi nel raggiungimento di alcuni importanti obiettivi, quali il benessere animale, l’utilizzo consapevole del farmaco, la sicurezza alimentare, la sostenibilità ambientale.

innovazione tecnologica
Bovino di razza Varzese, un tipico esemplare della biodiversità lombarda di interesse zootecnico.

Le competenze dei nostri collaboratori, la rete delle nostre attività, i nostri laboratori, sono una parte del sistema che garantisce sia ai propri soci che ai consumatori la piena sicurezza alimentare e l’alta qualità dei prodotti ‘made in Italy’. E’ un compito che siamo riusciti ad assolvere anche in questi ultimi terribili due mesi. Ma dobbiamo migliorare la nostra capacità di comunicarlo».

Quali sono le attività del laboratorio Aral Lombardia? Quanti campioni analizzate?
«Lo sviluppo del nostro laboratorio ha seguito il progetto Aral, quindi innovazione, tecnologia, stretto rapporto con gli istituti scientifici, i rappresentanti della filiera e le Istituzioni, per cogliere il massimo vantaggio dagli investimenti.

Il ventaglio delle ricerche diagnostiche è in continuo ampliamento e sviluppo, con l’intento di anticipare le esigenze del comparto e dei consumatori. Il laboratorio rappresenta un punto di riferimento fondamentale per il servizio di analisi e diagnostica. I controlli funzionali mensili sono ormai estesi a circa l’80% dei capi bovini lombardi, pari al 90% del latte prodotto in una regione che, ricordiamolo, rappresenta il 40% del latte nazionale. Tutto questo ha riscontro nel volume delle richieste che ci giungono. Supportati da una impegnativa evoluzione tecnologica, analizziamo fino a 20mila campioni al giorno per un totale annuo che supera i 4 milioni di campioni, con un numero di determinazioni che supera i 20 milioni».
La genetica a supporto di una zootecnia sostenibile. Quanto è importante, in tal senso, incrementare il percorso di miglioramento genetico? Come state lavorando su questo aspetto?
«Il miglioramento genetico è un aspetto centrale nel nostro lavoro. Abbiamo molteplici nuovi studi da esplorare per favorire la possibilità che la genetica possa essere ancora una delle basi del lavoro di un allevatore, come lo è sempre stata, con metodi diversi.

innovazione tecnologica
La capra Frisa Valtellinese. In Lombardia, soprattutto nell’arco alpino, il comparto ovicaprino ha una grande valenza ambientale. Ma è importante anche per la tipicità delle produzioni.

Gli enti selezionatori, cui competono le scelte genetiche delle varie razze, lavorando con noi possono valorizzare le innovazioni che introduciamo, calcolare valori genetici basati sulle nuove indagini analitiche che compiamo sul latte o accompagnarci nell’approfondimento di quegli aspetti di sostenibilità ambientale che indaghiamo nell’ambito dei progetti di ricerca. Tutto questo aumenta il valore della nostra genetica e aiuta gli allevatori nel loro lavoro».

L’etichetta a protezione del made in Italy, per contrastare il crescente utilizzo di latte proveniente dall’estero, sta funzionando? Su cosa si potrebbe lavorare per avere risultati migliori?
«Io credo sia necessario rimettere il consumatore al centro, trovando nuove modalità di raccontare il nostro mondo, la nostra dedizione, l’antica cultura alla base del nostro lavoro. Il tutto cercando di fare leva anche sugli investimenti e gli sforzi che il comparto sta affrontando su tematiche quali il benessere animale, antibiotico-resistenza, compatibilità ambientale, divenuti oggi centrali nel dibattito sulle produzioni zootecniche. Aspetti sui quali, come detto, stiamo portando innovazione anche con studi e proposte tra i primi a livello internazionale. Ad esempio le cellule differenziali».

Aral partecipa a progetti di ricerca che prevedono lo studio dei risultati di diversi approcci di bioeconomia affinché questi si possano tradurre in azioni a supporto di una maggiore redditività per gli allevatori.
«Esattamente. Puntiamo a dare risposte a un comparto che è sempre pronto per nuovi salti di qualità, e sono svariate le possibilità che si offrono. Ci adoperiamo per diffondere anche in agricoltura la cultura del bilancio aziendale con l’obiettivo di implementare una gestione davvero manageriale dei nostri allevamenti. Ma non solo. Il nostro primo obiettivo è mettere agricoltori e allevatori nelle condizioni di fare scelte che diano un futuro alle loro aziende. Quando chiediamo loro una quota per qualsiasi servizio o bene, quel servizio deve poter migliorare il reddito aziendale di un valore ben superiore a quello che chiediamo. La presenza di un sistema allevatori nazionale compatto e efficiente, guidato da Aia, ci permette di raggiugere gli obiettivi che ci diamo, lavorando in comunione d’intenti e supportandoci nei diversi nostri ruoli. Sento doveroso esprimere un sincero ringraziamento anche ai nostri collaboratori che, anche in questo momento difficile, dimostrano loro professionalità e dedizione al lavoro».


Aral Lombardia in cifre

Aral Lombardia riunisce 6.700 soci, che rappresentano quasi il 90% della produzione lattiera lombarda. Attraverso il quotidiano lavoro di oltre 320 collaboratori e di 80 consulenti fornisce servizi tesi al miglioramento degli allevamenti, dei capi allevati, della qualità delle produzioni e della loro certificazione.
Sono 640mila i Controlli Funzionali dedicati a capi bovini, caprini, bufalini. Un impegno che, insieme a Libri Genealogici e Registri Anagrafici, ha restituito dati fondamentali per portare la quantità e la qualità delle produzioni a livelli di vera eccellenza.
E sono 1.800 gli allevamenti che hanno aderito ai protocolli forniti dalla Consulenza Aziendale. Anagrafe, diagnostica di laboratorio, 27 progetti di ricerca per sicurezza alimentare, impatto e sostenibilità ambientale, riduzione uso del farmaco, bilanci aziendali ed altro ancora, insieme alla fattiva collaborazione con le istituzioni e le filiere, rappresentano il completamento delle attività di Aral.

Innovazione tecnologica, ricerca e professionalità - Ultima modifica: 2020-04-22T17:40:40+02:00 da Lucia Berti

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