In occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità, che ricorre il 22 maggio, l’Aia (Associazione italiana allevatori) e altre associate regionali hanno ricordato l’impegno costante del Sistema allevatoriale nazionale a tutela della biodiversità animale di interesse zootecnico, con ricadute positive anche sull’ambiente in cui essa viene conservata e valorizzata. «Il nostro Paese si distingue a livello mondiale anche in materia di biodiversità animale: può infatti contare su un patrimonio incredibilmente vasto di razze e specie animali allevate in ambito zootecnico – hanno sottolineato il presidente dell’Aia, Roberto Nocentini, e il direttore generale, Mauro Donda –, la cui salvaguardia e valorizzazione ha un indubbio valore genetico, ma anche economico, tecnico, sociale, etico e culturale. Tutto ciò è stato possibile sia per le condizioni pedoclimatiche del nostro Paese, ma soprattutto perché si tratta di una grande varietà di razze funzionali, ovvero di razze che gli allevatori italiani hanno saputo utilizzare e valorizzare a fini produttivi nel corso dei secoli». La conservazione delle specie è legata ai peculiari modelli di allevamento adottati nei diversi territori italiani. Senza questi allevatori-custodi oggi non si potrebbero realizzare la gran parte dei prodotti agroalimentari di origine zootecnica, quelli di eccellenza a denominazione d’origine fino a quelli più di nicchia. La bravura e sapienza degli allevatori ha saputo esaltare le caratteristiche di queste razze, individuando gli animali più adatti per determinate produzioni, ovvero producendo ciò che era più confacente per quella specie e per quel determinato territorio.
Il valore della biodiversità in mostra con il Progetto Leo
Con il Progetto Leo, acronimo di Livestock environment opendata, avviato nel 2018 per realizzare una piattaforma digitale per la zootecnia italiana, Aia, come hanno ricordato presidente e direttore, si prefigge, assieme a partner di prestigio quali Università, Istituti Zooprofilattici e altri Enti di ricerca, sotto la supervisione del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (in qualità di Autorità di gestione), di raggiungere anche l’obiettivo di far conoscere il valore della biodiversità di interesse zootecnico. L’enorme mole di dati, informazioni e conoscenze rese disponibili con il progetto Leo consentiranno di elaborare efficaci azioni a tutela della biodiversità, di individuare nuovi e più precisi parametri per la valutazione del benessere animale, di misurare l’entità delle emissioni in ambiente e nell’atmosfera dalle attività connaturate alla zootecnia.
PILLOLE DI LEO
Attualmente il progetto Leo vanta una raccolta di dati di ben 58 razze bovine (tra queste, ricompresa anche la specie bufalina, con la razza Bufala Mediterranea Italiana) per un totale di oltre 3 milioni e 130 mila animali, 46 ovine (oltre 52 mila e 800 animali) e 38 caprine (121 mila animali). Si tratta di alcune delle razze-simbolo della biodiversità.
Per le bovine: Agerolese, Burlina, Cabannina, Calvana, Castana, Chianina, Cinisara, Garfagnina, Grigio Alpina, Marchigiana, Maremmana, Modenese, Modicana, Mucca Pisana, Pezzata Rossa d’Oropa, Piemontese, Pinzgauer, Podolica, Pontremolese, Pustertaler, Reggiana, Rendena, Romagnola, Sarda, Sardo Bruna, Sardo Modicana, Tarina, Valdostana Pezzata Nera, Valdostana Pezzata Rossa, Varzese.
Per le pecore: Alpagota, Altamurana, Appenninica, Bagnolese, Barbaresca, Bergamasca, Biellese, Brianzola, Brogna, Ciuta, Comisana, Corniglio, Corteno, Delle Langhe, Fabrianese, Frabosana, Gentile di Puglia, Laticauda, Massese, Merinizzata, Moscia Leccese, Nera di Arbus, Pomarancina, Sambucana, Sopravissana, Tacola, Zerasca.
Per le capre: Aspromontana, Bianca Monticellana, Bionda dell’Adamello, Camosciata delle Alpi, Capestrina, Cilentana Fulva, Cilentana Nera, Ciociara Grigia, Fiurinà, Garganica, Girgentana, Jonica, Maltese, Messinese, Napoletana, Nicastrese, Orobica, Pezzata Mochena, Roccaverano, Rustica di Calabria, Sarda Primitiva, Valdostana, Verzaschese.