L’edizione numero 25 del Congresso della Sipaoc (Società di patologia e allevamento degli ovini e dei caprini) che si è svolta in Sardegna presso l’Università di Sassari, dal 17 al 20 settembre 2024, ha costituito un’importante occasione di confronto sulle questioni più attuali e sul futuro del settore ovicaprino.
Moltissimi i lavori presentati sotto la regìa del presidente della Sipaoc, Giuseppe Cringoli, alla presenza di numerosi ospiti, non solo del mondo agropastorale. Tra questi anche il direttore generale e il direttore tecnico dell’Aia, Mauro Donda e Riccardo Negrini.
Tra le sessioni che hanno scandito i lavori congressuali, quella denominata Comunicazioni orali zootecnia ha visto le presentazioni dei risultati di cinque lavori svolti nell’ambito del progetto Sheep&Goat di AssoNaPa (Associazione nazionale della pastorizia) curate dai ricercatori che hanno lavorato al progetto: da Arianna Bionda (Università degli Studi di Milano) ad Alessio Negro (Asso.Na.Pa.), da Federica Turri (Cnr Consiglio Nazionale delle Ricerche) a Sotero Salaris (Agris Sardegna-Agenzia per la ricerca in agricoltura) ed infine a Francesca Maria Sarti (Università degli Studi di Perugia).
Il progetto Sheep&Goat declinato in cinque lavori
Presenti in sala anche il presidente e il direttore di Asso.Na.Pa., Battista Cualbu e Silverio Grande. Testimoniano l’ottimo livello delle presentazioni scientifiche i titoli dei singoli lavori del progetto Sheep&Goat: “Sheep&Goat biodiversity: una fotografia genomica del panorama ovino e caprino italiano”; “Longevità produttiva: una nuova prospettiva di selezione nelle razze ovine e caprine italiane”; “Studio della struttura della popolazione e della diversità genetica nelle razze ovine Appenninica e Merinizzata italiana per definire un quadro di riferimento per la selezione genomica”; “Constitution of a semen cryobank for the conservation of the italian small ruminant local breeds: improvements from the Sheep&Goat project”; “Utilizzo di una popolazione di riferimento femminile per la valutazione genomica del contenuto in proteina del latte nella pecora di razza Sarda”.
Nella seconda giornata del Congresso sono stati presentati anche altri due lavori che hanno visto il coinvolgimento di Asso.Na.Pa.: “Caratterizzazione climatica, ambientale e paesaggistica delle popolazioni ovine e caprine italiane”, “The role of milk minerals in the efficiency of the cheese-making process of sheep milk”.
L’Ente Selezionatore della pastorizia, aderente a FedAna, ha anche preso parte alla Tavola rotonda organizzata nell’ambito del Congresso, con un intervento del direttore, Grande, che ha discusso con gli esperti del settore del tema: “Modelli di assistenza tecnica e consulenza aziendale degli ovini e caprini".
Tra i partecipanti all’incontro anche i rappresentanti dell’Aia, con un intervento di Donda, e alcune Associazioni regionali allevatori, dalla Sardegna (Aars), alla Campania e Molise (Aacm), alla Basilicata (Arab). Presente anche Andrea Rosati, segretario generale dell'European federation of animal science (Eaap-Fez), che ha concluso la Tavola rotonda, e delegati di altri enti e strutture del settore.
Necessario più coordinamento tra gli attori della filiera
Sebbene sia unanimemente condivisa la consapevolezza dell’importanza del settore ovicaprino per l’intero sistema zootecnico del nostro Paese, per la sua valenza in funzione agroambientale, presidio del territorio e tutela delle aree agricole marginali, oltreché in termini produttivi, quale base di produzioni lattiero-casearie fondamentali anche per le nostre esportazioni, le grandi potenzialità del comparto rischiano di essere frenate da un insufficiente coordinamento tra gli attori della filiera (allevatori, associazioni tecniche degli allevatori, enti di ricerca, trasformatori).
Necessario un piano di rilancio organico per il settore ovicaprino
In sostanza, andrebbe forse definito un piano di rilancio organico per il settore ovicaprino, ricompattati gli obiettivi della filiera uscendo anche dalla logica delle emergenze soprattutto in relazione alla gestione delle crisi sanitarie, come la diffusione del virus della Lingua blu ha insegnato negli ultimi decenni. Il momento della riflessione scientifica e delle analisi tecniche di alto livello, come quelle proposte a Sassari, potrebbe perdere la sua efficacia se non accompagnato da un progetto coerente e compatto della filiera verso obiettivi comuni, anche per consentire il rilancio di un comparto assolutamente importante all’interno della zootecnia italiana.