Al contrario di molti altri Paesi del mondo, in Italia l’emergenza coronavirus non ha bloccato l’impegno per la conservazione della biodiversità. Questo grazie anche al fatto che la progettualità e le attività di Aia e del Sistema allevatori non si sono fermate. Anzi, l’impegno a favore della biodiversità delle specie di interesse zootecnico si andrà a rafforzare.
A titolo di esempio, si ricordano alcuni numeri significativi del patrimonio della biodiversità italiana di interesse zootecnico.
Il nostro Paese può vantare ben 16 razze bovine autoctone e a limitata diffusione, presenti nei rispettivi territori: dalla campana Agerolese alla toscana Cabannina, dalle sicule Cinisara e Modicana all’emiliana Modenese, dalla piemontese Pezzata Rossa d’Oropa alla lombarda Varzese, che assieme alla Reggiana è stata al centro di un ottimo lavoro di recupero da parte dei rispettivi allevatori. Il numero totale di queste razze si aggira attorno agli 87 mila capi, tra maschi e femmine, distribuiti in circa 4.000 aziende iscritte ai relativi registri.
Restando alle razze di Registro Anagrafico, le equine sono 25, tra cavalli e asini: si va dal cavallo Persano, al Sanfratellano, al Pentro, fino all’Asino dell’Amiata ed all’Asino Sardo; i capi totali sfiorano le 20 mila unità, distribuiti in oltre 4.500 allevamenti.
A questi vanno aggiunte altre razze iscritte a Libri Genealogici e a Registri Anagrafici tenuti da Aia e da altre Associazioni allevatori, sia per gli equidi (Libro Genealogico del cavallo Murgese, del Norico e del Lipizzano), che per gli ovicaprini, i suini, gli avicoli ed i conigli. Da non dimenticare, poi, la razza Bufala Mediterranea Italiana.
Sempre a titolo di esempio, nel comparto ovino oltre alle dieci razze di Libro Genealogico Assonapa (dove si trovano la Sarda, la Comisana, la Massese e la Bergamasca), si annoverano ben 51 razze autoctone di Registro Anagrafico (si ricordano l’Alpagota, l’Altamurana, la Bagnolese, la Brianzola, la Gentile di Puglia, la Laticauda e la Pomarancina). In totale sono oltre 430 mila capi distribuiti in più di 3 mila allevamenti.
Per i caprini, alle tre razze di Libro Genealogico (Camosciata delle Alpi, Saanen e Sarda) si aggiungono ben 48 razze autoctone di Registro Anagrafico (Bionda dell’Adamello, Girgentana, Verzaschese, Nicastrese, Orobica, solo per citarne alcune). I capi totali sono oltre 86 mila, in quasi duemila allevamenti. Infine le specie avicunicole, tra le quali le 43 di Registro Anagrafico di competenza dell’Associazione nazionale coniglicoltori e quaranta avicole.
Difesa delle razze con le aziende custodi
Il Sistema allevatori per la biodiversità