Aumenta la produzione di latte ma il lupo è sempre più una minaccia

minaccia lupo
All’interno del Laboratorio dell’Arav a Vicenza anche strumentazioni d’avanguardia
Assemblea dell’associazione regionale allevatori del Veneto

«Stiamo attraversando un periodo di mercato iniziato nel tardo autunno del 2021, di cui non s’intravede la fine, che ha coinvolto tutte le nostre stalle in un vortice impetuoso, incontrollato e velenoso d’incremento dei costi della razione alimentare e dell’energia, mentre i prezzi del latte in molti casi sono rimasti al palo». Con queste parole, il presidente di Arav (Associazione regionale allevatori del Veneto), Floriano De Franceschi, ha aperto l’Assemblea generale ordinaria dell’Associazione, che si è svolta di recente presso la sede di Vicenza. Un chiaro grido d’allarme: «Con costi di produzione così fuori controllo la zootecnia è a rischio default».
Una situazione di fronte alla quale gli allevatori, però, non intendono arrendersi. Dalla parte di Arav la Regione Veneto, con l’assessore alle Politiche agricole, Federico Caner, che non ha mai fatto un passo indietro, impegnato su più fronti per determinare, da una parte un input positivo sul fronte prezzi alla stalla, dall’altra proponendo misure immediate da attuare utilizzando i fondi a disposizione (Psr, Pac e Pnrr).
«Non capiamo perché – ha fatto notare il presidente De Franceschi – non siano ancora stati resi pubblici i dati delle predazioni da lupo del 2020 e del 2021: non ci sembra che siano oggetto di segreto di Stato. Non possiamo più attendere, serve un Piano nazionale per la difesa dal lupo di agricoltori e animali allevati: c’è bisogno dell’impegno reale, non più procrastinabile, delle istituzioni nel definire misure adeguate, anche attingendo da quanto stanno facendo altri Paesi, a partire da Francia e Svizzera».

Nel nuovo Laboratorio oltre 810mila analisi nel 2021

Dal 7 aprile l’attività di analisi è svolta nella nuova sede del Laboratorio di Arav in Viale Leonardo Da Vinci a Vicenza. «Realizzato con capitali e soldi degli allevatori, senza alcun contributo pubblico, il percorso è stato lungo e complesso – spiega De Franceschi – ma alla fine ce l’abbiamo fatta». Il Laboratorio, operativo sette giorni su sette, ha superato nel 2021 le 810mila analisi e a ragione è oggi definito la Casa degli allevatori.

In aumento i dati sui controlli funzionali

I dati raccolti dal Sistema allevatori negli allevamenti zootecnici sono indispensabili per la conservazione della biodiversità e per il miglioramento genetico delle razze allevate su tutto il territorio nazionale. E al centro di questo processo non può che esserci il benessere animale.
«Il valore dei controlli funzionali – ha aggiunto il presidente di Arav – sta nella fondamentale funzione di concorrere a far ottenere un miglioramento genetico capace di dare trasparenza alla filiera, a partire dalla gestione delle stalle, che deve materializzarsi in un aumento del valore dei capi coniugato a una riduzione dei costi di gestione della stalla. I bovini da latte controllati nel 2021 sono cresciuti di 2.684 unità, con un totale di capi controllati pari al 77,4% del totale di quelli allevati in Veneto, con un aumento del latte ottenuto da allevamenti controllati dal 64% del 2020 al 66% del 2021».

Zootecnia da latte, l’evoluzione in Veneto

È proseguito il trend di aumento della produzione di latte, +3,0% nel primo trimestre 2022, rispetto al 2021. All’incremento produttivo degli allevamenti italiani corrisponde una contrazione costante del numero di stalle attive (meno stalle con più capi in azienda) e un calo produttivo che sembra essersi consolidato in Germania, Francia, Olanda, trascinato in basso in alcune aree da pressioni ambientali particolarmente intransigenti verso la zootecnia intensiva. La conseguenza sono prezzi eccezionalmente elevati delle quotazioni del latte spot e di Grana Padano.
La zootecnia da latte in Veneto sta migrando sempre di più verso un numero minore di aziende, con più capi, produzioni e rese qualitative maggiori. Confrontando il 2021 con il 2004 emerge che la percentuale degli allevamenti con maggior numero di vacche controllate è sensibilmente aumentata. Le aziende con più di 60 vacche sono, infatti, passate, considerando il periodo 2004-2021, dal 37,3 al 53,7%. Di conseguenza, nel 2021 le aziende con più di 100 vacche, sono il 29,5% e allevano il 62,7% del totale degli animali.

L’assistenza tecnica sempre più preziosa

Nel 2021, anche grazie alla prosecuzione del Percorso di consulenza orientato al benessere animale latte e carne, finanziato dalla misura 2 del Psr 2014-2020 e alle consolidate convenzioni con alcuni caseifici cooperativi e privati, Arav ha svolto un’attività di assistenza tecnica specializzata presso oltre 800 allevamenti. Importante l’impatto del Protocollo di lavoro per l’Asciutta selettiva messo a disposizione di allevatori e veterinari.
«Anche nel 2021 abbiamo assistito a un incremento della platea di utenti del software gestionale Si@llEvA, da 484 a oltre 550 – sottolinea il presidente De Franceschi – pratica conseguenza della sua capacità di integrarsi con le informazioni rilevate attraverso i Controlli funzionali, che vengono costantemente e automaticamente caricate e ora implementate con il protocollo dell’Asciutta selettiva, che può essere personalizzato dall’allevatore».

I progetti proseguono e avanzano nuove sfide

Prosegue il progetto Leo con la piattaforma open data, unica nel suo genere a livello comunitario e funzionale alle esigenze dell’imprenditore-allevatore. Con l’obiettivo di migliorare le produzioni zootecniche italiane nel rispetto del benessere animale e vincere le sfide del futuro di sostenibilità e sicurezza alimentare sono state raccolte informazioni su oltre 4,5 milioni di capi, con oltre 140 milioni di dati relativi in anagrafica e oltre due miliardi e 300 milioni di record d’interesse zootecnico.
Grandi soddisfazioni derivano anche dal progetto Stalla 4.0, sviluppato per il quarto anno dei cinque previsti, in cui Arav, capofila, ha coinvolto 14 stalle in Controllo funzionale, tre dipartimenti dell’Università di Padova (Territorio e sistemi agro-forestali, Agronomia animali alimenti risorse naturali e ambiente e Medicina animale, produzioni e salute), tre latterie (Latterie Vicentine, LatteBusche e Latteria Soligo), Coldiretti Veneto e Impresa Verde Vicenza. Il traguardo è quello di costruire un nuovo modello di allevamento in grado di integrare i tre principali ambiti della sostenibilità: ambientale, sociale ed economico: «Tutto si sta concretizzando – evidenzia il presidente De Franceschi – nella realizzazione di uno strumento gestionale Smart per la stalla da latte, accessibile a una vasta platea di aziende, che permetta una valutazione in tempo reale delle prestazioni economiche, ambientali e di benessere degli animali, avendo quale fine ultimo quello della sostenibilità globale».
Anche il progetto Fitoche per la valorizzazione dei pascoli e dei prodotti di montagna prosegue speditamente, con capofila la Latteria Pennar (Vi) e come partner le Latterie Ca’ Verde Bio (Vr), Livinallongo (Bl), Agricansiglio (Tv), nel 2020 sostituita da Latteria Soligo, Centro caseario e agrituristico dell’Altipiano Tambre-Spert-Cansiglio (Bl), l’Università di Padova-dipartimento di Agronomia animali alimenti risorse naturali e ambiente e Arav. A queste realtà si è recentemente aggiunta l’Università degli Studi di Scienze gastronomiche di Pollenzo-Bra (Cn).

Aumenta la produzione di latte ma il lupo è sempre più una minaccia - Ultima modifica: 2022-07-14T16:30:47+02:00 da Lucia Berti

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