Un protocollo condiviso da applicare in stalla per scegliere le bovine da destinare al trattamento con antibiotici durante il periodo di asciutta: questo il risultato cui è giunto il progetto Maga (Modelli aziendali per la gestione efficiente e sostenibile del periodo di asciutta della bovina da latte) dopo tre anni di sperimentazione.
Venerdì 21 ottobre 2022, nella prima giornata della 94esima Fazi di Montichiari, si è tenuto il convegno conclusivo del progetto organizzato dall’Aral, (Associazione regionale allevatori della Lombardia), uno dei partner coinvolti nella ricerca insieme all’Università di Milano.
Come ricordato in apertura da Flavio Sommariva, tecnico storico dell’Aral, il periodo di asciutta, fase fondamentale della vita produttiva della bovina da latte, «ha una grande rilevanza nel garantire sanità della mammella nella successiva lattazione e, quindi, la produzione di un latte di qualità. Tradizionalmente l’asciutta in allevamento era affrontata attraverso un trattamento profilattico a tappeto su tutte le bovine. L’entrata in vigore da gennaio 2022 del nuovo regolamento Ue n. 6 del 2019 concernente i medicinali veterinari ha imposto, di fatto, l’obbligo di procedere all’identificazione e selezione dei soggetti malati cui somministrare in via esclusiva i trattamenti».
La sperimentazione del progetto effettuata in tre allevamenti
Maga si è inserito in questa dinamica creando un gruppo operativo eterogeneo coinvolgendo direttamente alcune aziende zootecniche nelle quali verificare e sperimentare determinati modelli gestionali per dare, poi, diffusione dei dati della sperimentazione a tutti gli allevatori del comparto zootecnico lombardo, che, com’è noto, produce più del 40% del latte italiano. Il team di lavoro ha coinvolto tre aziende agricole nella fascia sud di Milano. «L’obiettivo – ha spiegato Luciana Bava dell’Università di Milano – era quello di indagare le pratiche gestionali delle aziende durante l’asciutta per aumentare efficienza produttiva e sostenibilità aziendale, analizzarle e fornire strumenti attuabili per l’applicazione dell’asciutta selettiva».
L’applicazione del protocollo, costruito dal lavoro di squadra della stessa Unimi, da Aral, dalla Dg Sanità e dalle Ats, in un arco di tempo triennale, è stato valutato e validato arrivando a un modello da applicare in stalla per scegliere in maniera selettiva le bovine da destinare al trattamento con antibiotici. Il modello è già stato implementato come funzionalità in Si@llEvA. Non è solo un obbligo, ma una scelta consapevole. «La salute umana – ha detto a Montichiari Cristiano Orlandelli del distretto veterinario Alto Lodigiano – non è scindibile da quella dell’ambiente o degli animali: l’asciutta selettiva mira non solo a migliorare la sostenibilità economica dell’azienda, ma anche a combattere l’antimicrobico resistenza, problema sempre più preoccupante sul quale l’Europa è intervenuta con questa importante legge».