Allevatori della Puglia tra eccellenze e criticità

allevatori Puglia
Il pubblico durante la gara dello scorso anno tra gli studenti Itas a Noci (Ba).
«Nonostante il periodo difficilissimo che stiamo attraversando per l’emergenza sanitaria da coronavirus, Ara Puglia resta accanto ai suoi allevatori». Lo afferma il presidente dell’Ara pugliese, Pietro Laterza

Le Associazioni allevatori presenti nelle cinque province pugliesi offrono un indispensabile contributo tecnico a tutte le aziende zootecniche presenti sul territorio e in maniera diretta seguono oltre 41mila capi bovini allo scopo di migliorare la qualità della produzione lattiero-casearia, attraverso un lavoro altamente professionalizzato di miglioramento genetico delle razze allevate.
Con Pietro Pietro Laterza, allevatore di bovine di razza Bruna, alla guida per il secondo mandato (sino al 2022) di Ara Puglia, approfondiamo risultati e progetti dell’Associazione, facendo il punto sulla realtà allevatoriale pugliese.

In questo momento di grave emergenza per il Paese dovuto all’epidemia da Coronavirus, la presenza di Ara sul territorio è quanto mai fondamentale. Il suo punto sulla situazione attuale?
«Il nostro primo impegno come Ara è la presenza costante sul territorio e il contatto con gli allevatori per tutte le esigenze di assistenza tecnica e di sostegno alle attività di tipo sia economico che promozionale. Lo faremo ancora di più ora, che ci troviamo nel pieno della crisi dovuta all’emergenza sanitaria globale da Covid-19. La Puglia zootecnica, soprattutto quella bovina da latte, sta già pagando un prezzo altissimo con grandi difficoltà nelle consegne e ritiri della materia prima».

Le conseguenze?
«Al momento non possiamo ancora quantificare quali saranno gli effetti nel breve, medio e lungo termine di questa grave crisi, ma voglio rassicurare sul fatto che la struttura Ara non ha interrotto le sue attività di servizio per il territorio, compatibilmente con le disposizioni governative, né lo farà in futuro. Siamo preoccupati in particolare per il settore latte, che ha faticato molto negli ultimi anni per imporre la propria eccellenza sia nel campo della selezione genetica sia nella valorizzazione del prodotto, anche affrontando la massiccia concorrenza dovuta all’invasione incontrollata di materia prima dall’estero».

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Pietro Laterza

Nel suo precedente mandato aveva indicato come azione prioritaria, nel quadro della modifica della normativa nazionale che regolamenta l’attività di selezione del bestiame, la tenuta dei conti dell’Associazione in un’ottica di gestione virtuosa delle risorse, sia pubbliche che private. A che punto siamo?
«Direi che l’obiettivo è stato raggiunto. Nonostante i ritardi nelle erogazioni della parte pubblica, siamo riusciti, infatti, a proseguire nell’attività di selezione del bestiame, attuata seguendo i termini stabiliti e indicati dalle disposizioni e dai regolamenti nazionali. Per le attività di controllo funzionale, facendo solo l’esempio del settore latte, i controllori dell’Ara hanno lavorato in 640 allevamenti, su oltre 44mila bovine, in 13 aziende bufaline (3.029 capi), ed in altrettante ovicaprine (690 capi). Le analisi sul latte (al 2018) hanno riguardato circa 400 mila campioni. La gestione dei servizi per il comparto equino interessa circa 500 allevamenti».

Quali sono le eccellenze zootecniche del territorio pugliese?
«I risultati nella selezione delle principali razze bovine da latte, Frisona e Bruna Italiana, hanno costituito nel tempo e continuano a rappresentare un vanto per gli allevatori pugliesi, con presenze di rilievo e partecipazioni ricche di riconoscimenti in manifestazioni di livello nazionale. Per il comparto carne, c’è stato un positivo ritorno di interesse della bovina Podolica, associato anche al rilancio e valorizzazione dell’antica pratica della transumanza. Attività riconosciuta di recente patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, e che interessa anche alcune razze tipiche della pastorizia locale, quali la Gentile di Puglia e la Merinizzata, che assieme ad altre razze ovine e caprine, come la pecora Leccese e la capra Garganica, sono rappresentanti della biodiversità pugliese di interesse zootecnico. Da non trascurare anche il contributo della Bufala Mediterranea Italiana, che con la sua diffusione nella zona della Capitanata contribuisce alla produzione della Dop Mozzarella di Bufala Campana».

Il punto sulla realtà allevatoriale in Puglia, quali le criticità e i punti di forza?
«La zootecnia pugliese, in linea con la distintività dell’allevamento nazionale, proprio per la presenza delle numerose razze di cui abbiamo parlato prima, riesce a coniugare tradizione e innovazione. Il forte legame con il territorio è indubbiamente un punto di forza. Tra le criticità, sicuramente la frammentazione e difficoltà di aggregare le filiere; su questo c’è molto da lavorare, la progettualità non manca».

Per dare maggior peso alle produzioni e reddito agli allevatori quindi bisognerebbe partire con un progetto di filiera?
«Certamente sì. Unitamente bisognerebbe dare forza a progetti di valorizzazione del prodotto, cito ad esempio l’ottimo lavoro fatto per il riconoscimento della Dop “Mozzarella di Gioia del Colle”. E ancora, maggior sostegno nella comunicazione rivolta ai cittadini sui grandi passi avanti fatti in tema di benessere animale e sostenibilità ambientale. Ara Puglia si è impegnata molto su queste tematiche, anche con il supporto del Sistema Allevatori nazionale, mi riferisco alle più recenti iniziative pubbliche di “Stalle Aperte” e la partecipazione, per la prima volta con animali, alla rassegna di livello internazionale Agrilevante a Bari».

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I giovani allevatori della Frisona tra le poste in preparazione per i concorsi di razza.

Prezzo del latte e stalle chiuse, altri due temi caldi per il settore. Qual è la situazione in Puglia?
«Per quanto riguarda il problema della chiusura delle stalle, tendenza che purtroppo non riguarda solo la Puglia, nonostante tutti i problemi legati alle infrastrutture, alla logistica, alle cicliche emergenze sanitarie, gli allevatori pugliesi vanno ammirati per la loro resilienza. Sul prezzo del latte, attualmente siamo sulla soglia dei 42 centesimi al litro, più qualità e Iva. Anche qui, c’è molto da lavorare per garantire più stabilità».

Quali sono i vantaggi della zootecnia di qualità e perché è importante difenderli?
«Proprio questi giorni di profonda crisi per tutto il Paese, deve essere forte il messaggio a cittadini e Istituzioni che tutelare e difendere il made in Italy, nel nostro caso il “made in Puglia”, non è una pura e semplice battaglia ideologica. Il modello italiano, in tutti i suoi territori, è inimitabile. La dipendenza dall’estero, soprattutto se in alcuni casi comporta immissione sul mercato nazionale di prodotti con scarsi requisiti qualitativi e provenienti da lavoro non etico, non deve preoccuparci solo in presenza di emergenze come quella attuale».

Allevatori della Puglia tra eccellenze e criticità - Ultima modifica: 2020-03-19T17:33:34+01:00 da Lucia Berti

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