Dal 15 gennaio 2022 la zootecnia italiana è ancora più trasparente, a vantaggio degli stessi allevatori, degli studiosi, dei ricercatori, degli operatori e, in prospettiva, anche delle istituzioni, del mondo della comunicazione e dei cittadini. È, infatti, al debutto, sul nuovo portale www.leo-italy.eu, quello che si potrebbe definire il “forziere” del nostro allevamento: il progetto Leo (Livestock environment opendata), che è giunto nel 2022 al suo penultimo anno di attuazione, ora mette a disposizione una prima parte della mole impressionante di dati raccolti, circa 2 miliardi, in modalità open. Può dirsi così pienamente raggiunto l’obiettivo iniziale di acquisire nuovi dati e riunire in un’unica banca dati digitale tutte le informazioni relative al comparto zootecnico. Oggi, quindi, dopo tre anni d’intensa attività di raccolta e organizzazione dei dati e sviluppo informatico, il progetto Leo ha compiuto un altro importante passo avanti.
È, infatti, attivo, il link da cui accedere agli Open data, vero fulcro dell’iniziativa finanziata dall’Unione europea, con Fondi Fears (sottomisura 16.2 – Psrn 2014-2020) supportata anche dalla direzione generale dello sviluppo rurale del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (il Mipaaf è l’autorità di gestione del progetto). L’obiettivo è chiaro: lo sviluppo di nuovi processi, pratiche e tecnologie attraverso la creazione di un sistema di gestione unitario delle informazioni per la biodiversità zootecnica.
L’allevamento nazionale, con la sua specificità e distintività costituisce un unicum ed è alla base di produzioni dell’agroalimentare made in Italy, fatto di eccellenze e tesori che in molti casi possono essere solo imitati, ma che costituiscono il “marchio di fabbrica” del saper fare degli allevatori italiani. Un obiettivo che il progetto Leo ha raggiunto avvalendosi di un partenariato di alto profilo, con l’Associazione italiana allevatori, come capofila, che opera con i dipartimenti di Zootecnia di tre Università (Palermo, Tuscia e Cattolica), due Istituti Zooprofilattici (Umbria-Marche e Abruzzo-Molise), un Istituto Sperimentale (Lazzaro Spallanzani), un consorzio che opera per la tutela della biodiversità (ConSDABI), una società informatica che realizzerà l’Open data (Bluarancio).
L’Aia ha messo a disposizione anche l’esperienza di raccolta sistematica dei dati nelle aziende zootecniche e la propria banca dati.
Le “pillole del progetto Leo”
Per tutto il 2022 saranno a disposizione dei lettori “Le Pillole del progetto Leo”, contenenti informazioni e analisi su alcuni fra i dati più significativi estratti tra gli oltre due miliardi di record disponibili nella Opendata Leo. Per consultare il sito: www.leo-italy.eu. Suggerimenti e commenti possono essere inviati all’indirizzo mail allevatore@aia.it.