Rilanciare la carne italiana grazie a più vacche nutrici

vacche nutrici
Vacche di razza Piemontese in un ricco pascolo nella pianura torinese
La riduzione dell’offerta europea e l’aumento della domanda globale rendono necessario potenziare la capacità produttiva interna di carne bovina, intervenendo su genetica, filiera, incentivi e gestione aziendale

Per decenni in Italia si è pensato di poter fare a meno delle vacche nutrici compensando questa carenza con l’importazione di vitelli da ristallo da altre aree di produzione europee per avere una produzione nazionale che potesse soddisfare, almeno per il consumo domestico, una parte del fabbisogno nazionale. Negli ultimi anni questo ingranaggio si è inceppato a causa del drastico calo della produzione in tutta Europa e dell’aumento considerevole della domanda dai Paesi terzi.
Aumentare dunque il numero delle vacche nutrici in Italia, e di conseguenza il numero dei vitelli da ristallo destinati alla produzione di carne, è divenuto un obiettivo indispensabile e strategico.

Il raggiungimento di questo obiettivo richiede tuttavia un intervento su più livelli: economico, gestionale, zootecnico e politico.
A questo punto risulta indispensabile implementare un piano specifico per lo sviluppo dell’allevamento della vacca nutrice in Italia dotandolo di risorse sufficienti per accompagnare gli allevatori che vorranno aderire per almeno 5 anni. Va infatti tenuto conto che il ciclo di produzione di un vitello da ristallo, partendo da una vitella da fecondare fino allo svezzamento del vitello da ristallo stesso, risulta non inferiore ai 3 anni.
Per ottenere un risultato soddisfacente, anche in termini di conformità di prodotto sulla base della richiesta del mercato, il piano dovrà prevedere un sistema di aiuti destinandoli solamente ai bovini di razze da carne iscritti nei propri libri genealogici o registri anagrafici.

Vacca e vitello di razza Piemontese

Di seguito una sintesi delle principali strategie che dovrebbero essere messe in atto allo scopo di perseguire l’obiettivo di aumentare il numero di vitelli da ristallo di razze da carne in Italia:

1. Incentivi economici e sostegni pubblici

  • Sussidi diretti: rafforzare i premi Pac (Politica agricola comune) per le vacche nutrici, collegandoli anche alla qualità del benessere animale e alla sostenibilità ambientale.
  • Fondi regionali e Pnrr: utilizzare risorse del Pnrr e dei Psr regionali per sostenere nuovi insediamenti e l’ampliamento degli allevamenti esistenti. Prevedere un contributo minimo del 60% rispetto al valore di mercato del capo nel caso in cui vengano acquistate dall’esterno o destinati alla rimonta interna manze da riproduzione.
  • Agevolazioni fiscali e contributive: ridurre il carico fiscale per chi alleva vacche nutrici, specialmente nelle aree interne o marginali. Prevedere sgravi fiscali diretti per chi assume manodopera salariata da inserire negli allevamenti di vacche nutrici.

2. Valorizzazione del prodotto

  • Filiera corta e marchi di qualità: promuovere i sistemi di qualità riconosciuti a livello europeo e ministeriali quali Dop, Igp e Sqnz legandoli alle denominazioni delle varie razze autoctone (es. Fassone di razza Piemontese, Vitellone Bianco dell’Appenino centrale, Bovino Podolico al pascolo) e incentivare la vendita diretta o in filiera corta.
  • Promozione della carne bovina italiana: campagne per sensibilizzare il consumatore sull’origine nazionale, sul benessere animale e sull’impatto ambientale inferiore rispetto all’import. Valorizzare le razze da carne di provenienza estera, in particolar modo francese, che grazie alle loro performance ben si adattano alle richieste del mercato.

3. Ricambio generazionale e formazione

  • Formazione tecnica e imprenditoriale: corsi per giovani allevatori su genetica, benessere animale, gestione alimentare e tecnologie. Incentivi per chi inserisce in allevamento sistemi tecnologici di ultima generazione anche attraverso l’utilizzo dell’IA per migliorare e agevolare le operazioni di gestione della mandria quali individuazione dei calori e gestione dei parti.
  • Sostegno ai giovani agricoltori: incentivi per chi avvia nuovi allevamenti, subentra in aziende familiari o acquisisce allevamenti e strutture destinati alla chiusura.

4. Accesso alla terra e alle strutture

  • Banca della terra: rimettere in produzione terreni incolti per destinarli alla zootecnia estensiva attraverso il sistema del pascolo nelle aree interne e di collina e montagna.
  • Riqualificazione delle stalle esistenti: contributi per l’ammodernamento delle strutture nel rispetto del benessere animale.

5. Selezione genetica e produttività

  • Miglioramento genetico: incentivare programmi di miglioramento genetico e selezione per razze da carne e incroci più produttivi.
  • Ottimizzazione della fertilità e dell’allevamento: ridurre i vuoti produttivi e aumentare i parti regolari per vacca.

6. Sinergie territoriali e incentivi per le Op

  • Pastorizia estensiva integrata: integrazione tra allevamento bovino e gestione del territorio (prevenzione incendi, mantenimento paesaggi aperti).
  • Cooperazione tra allevatori: incentivare i sistemi di cooperative e le Op per condividere risorse, macchinari, tori da monta e spese di trasformazione. Incentivare gli allevatori che scelgono di commercializzare la loro produzione all’interno di filiere integrate gestite dalle Organizzazioni di produttori (Op) riconosciute. Prevedere contributi specifici e sgravi fiscali per le Op riconosciute che gestiscono filiere integrate attraverso il conferimento del bovino da ristallo, la gestione dei cicli di condizionamento e ingrasso e l’immissione dei bovini da macello certificati sul mercato.

Conclusione

Per aumentare il numero di vacche nutrici in Italia serve una strategia coordinata tra pubblico e privato, valorizzando le razze locali e autoctone senza dimenticare le razze specializzate da carne con genetica estera che vengono maggiormente richieste dal mercato attuale.
Occorrerò migliorare la redditività degli allevamenti per rendere più appetibile l’ingresso di giovani nel settore al fine di favorire una zootecnia moderna e sostenibile, in grado di rivalorizzare le aree interne e marginali e di sfruttare a pieno tutte le potenzialità delle zone più vocate alla produzione di cereali e foraggi quale il bacino padano.

Rilanciare la carne italiana grazie a più vacche nutrici - Ultima modifica: 2025-09-10T13:16:58+02:00 da Laura Della Giovampaola

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