Non bastava la Psa (Peste suina africana), ora c’è preoccupazione anche per la Blue tongue, o febbre catarrale che è molto pericolosa per gli ovicaprini, ma colpisce anche i bovini. Sono stati rilevati nell'ultimo mese alcuni casi negli allevamenti della Lombardia, ma la malattia è presente anche in Sardegna, in Piemonte, in Liguria e in altre regioni.
La Blue tongue è una malattia infettiva virale non contagiosa dei ruminanti, trasmessa da insetti vettori appartenenti al genere culicoides. Quasi tutte le specie di ruminanti, domestiche e selvatiche, possono essere infettate, ma la gravità dei sintomi è molto variabile. Tra gli animali domestici, gli ovini sono quelli in cui la Blue tongue si manifesta nella forma clinicamente più grave, causandone anche la morte.
Le province interessate dalla Blue tongue in Lombardia
Al momento, secondo Confagricoltura Mantova, le province interessate sono quelle di Lecco, Como, Bergamo, Monza Brianza, Pavia, Sondrio, Varese e Milano. «Con oltre 300mila capi — spiega Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova— la nostra è una delle province con la più alta densità di allevamenti bovini ed è chiaro, dunque, come i nostri allevatori debbano rafforzare sempre di più le misure di biosicurezza. Stiamo vedendo gli effetti della diffusione di un virus pericoloso come quello della Psa, non possiamo permetterci altre emergenze».
«Non è escluso che la Blue tongue possa arrivare anche da noi – fa sapere il presidente di Confagricoltura Brescia, Giovanni Garbelli – allevatori di essere scrupolosi e di comunicare immediatamente alle autorità sanitarie i casi sospetti, oltre a vigilare con attenzione su quanto accade. Va tenuto sotto controllo soprattutto il vettore, ovvero le punture di insetti, che potrebbe portare all’interno dei nostri allevamenti il virus. Le autorità sanitarie stanno diffondendo delle informative e organizzando degli incontri, è per questo raccomandato di tenersi prontamente informati, anche attraverso gli uffici di Confagricoltura Brescia».
«È scontato dire che - ha aggiunto Garbelli - siamo al fianco dei nostri allevatori e disponibili a prendere tutte le misure che si renderanno necessarie per difendere un comparto fondamentale e vitale della nostra economia. Superfluo aggiungere che, per evitare pericoli, serve un intervento rapido da parte di tutti e iniziare a ragionare sull'istituzione di un tavolo tecnico di monitoraggio». Confagricoltura Brescia ha invitato la Regione, gli assessorati all’Agricoltura e alla Sanità, a convocare un tavolo per capire la reale portata del problema e mettere a punto un piano anticrisi.
Regione Lombardia ha emanato il 13 settembre 2024 una nota nella quale evidenza come siano di fatto nove i comuni bresciani parte della zona di restrizione riguardo alla Blue Tongue. «Al momento la nostra provincia – ha detto Laura Facchetti, presidente di Coldiretti Brescia – non ha focolai di ovini e bovini ma l’inserimento di 9 comuni nella zona di restrizione deve indurre comunque tutti i soggetti coinvolti alla massima attenzione e precauzione, per contrastare il diffondersi della malattia».
Per tutelare gli allevatori occorre anche effettuare controlli serrati sulle importazioni di animali vivi dall’estero, poiché la lingua blu è arrivata nelle regioni settentrionali probabilmente dal Nord Europa, dove la malattia sta dilagando: «è importante in tale ottica – aggiunge la presidente Facchetti – l’utilizzo delle stalle di sosta, oltre all’uso di repellenti per gli insetti e più controlli sui capi importati anche attraverso le stalle di sosta».
Le misure di Regione Lombardia contro la Blue tongue
Regione Lombardia è scesa in campo con misure di contrasto compresa la limitazione delle movimentazioni negli allevamenti di specie recettive in un raggio di 20 chilometri dai focolai in uscita dagli allevamenti ovicaprini e bovini, ricadenti in area di circolazione attiva del virus, verso allevamenti siti al di fuori di tale zona.
È fortemente raccomandata inoltre l’esecuzione di indagini cliniche su un campione di allevamenti presenti nel raggio di 20 km dal caso di positività confermato. Non è consentita la movimentazione di greggi vaganti presenti nei terri-tori ricadenti nei 20 km di raggio dai focolai ver-so altri territori di Regione Lombardia o verso altre regioni. Nelle province al momento interessate dalla diffusione del virus, sono poi vietate mostre, esposizioni, fiere e mercati di animali delle specie sensibili alla Blue tongue.
In Sardegna 360 focolai di Lingua blu
In Sardegna, dove la malattia è considerata endemica, sono 360 i focolai di lingua blu: 94 sono già stati confermati, mentre 266 sono quelli sospetti. Complessivamente i capi coinvolti sono 10.134, di cui 1.062 morti secondo l'osservatorio epidemiologico veterinario dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna. La maggior parte dei focolai si ritrovano nel Sulcis e nel Nuorese (81 tra 26 confermati e 55 nel sud ovest dell'Isola e 4 confermati e 77 sospetti a Nuoro), segue poi l'Oristanese con 65 focolai (2 gli allevamenti dove è stata confermata la presenza del virus con 51 capi morti e 63 sospetti) e quindi la Gallura con 49 (41 attivi e 8 sospetti). Nel Cagliaritano i focolai invece sono 34 (tutti sospetti da confermare), 32 nel Medio Campidano (18 attivi e 14 sospetti), 17 in Ogliastra (2 attivi e 15 sospetti) e solo uno confermato nel Sassarese.
Liguria, alcuni casi nell’entroterra di Genova e Savona
Il 23 agosto la Regione Liguria ha segnalato l'insorgenza di alcuni casi di Blue tongue nell’entroterra di Genova e Savona. Il comunicato ha fatto sapere che «I focolai di Blue tongue sono stati accertati in Liguria e in altre regioni del Nord Italia, dopo che nei mesi scorsi il virus si era diffuso prevalentemente in Sardegna. Il Centro di referenza nazionale ha isolato con PCR il sierotipo 8, uno dei più virulenti e con più alta mortalità negli ovini colpiti».