Tavolo latte Lombardia, un punto di ri-partenza

tavolo latte 2023
Così la Regione promuove il dialogo tra gli attori della filiera. L'editoriale di Alessandro Beduschi per l’Informatore Zootecnico

Nella programmazione della Fiera Agricola Zootecnica di Montichiari anche quest’anno naturalmente è centrale la filiera lattiero casearia. Non potrebbe essere altrimenti, in una regione che da sola conta quasi seimila allevamenti, che produce quasi la metà del latte italiano e che ospita aziende famigliari e grandi allevamenti che forniscono la materia prima per specialità lattiero-casearie presenti sulle tavole di tutto il mondo.

In un contesto di difficoltà, ma anche di estrema resilienza per tutta l’agricoltura lombarda, il settore continua ad essere uno dei traini del settore primario, che nel primo semestre di quest’anno, dopo l’impennata dei costi produttivi nel 2022 e la crescita delle quotazioni dei prodotti agricoli, ha registrato un momento di stabilizzazione.

In questo contesto, il lattiero-caseario ha fatto registrare, seppur di poco, una variazione positiva (+0,13%), grazie al calo dei costi dei mezzi di produzione e alle quantità prodotte, che in Lombardia continuano a crescere a differenza di quanto avviene in Italia.

Produzione, trasformazione, gdo

Alessandro Beduschi è l’assessore all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste della Regione Lombardia

Tuttavia, la filiera necessità di una strategia d’azione a medio-lungo termine che Regione Lombardia intende alimentare attraverso un’azione di confronto e coordinamento degli attori della filiera all’interno del “Tavolo regionale latte”, che è tornato a riunirsi a fine settembre 2023 a Palazzo Lombardia per affrontare le criticità del comparto, analizzare le dinamiche economiche e tecniche che portano alla formulazione del prezzo della materia prima, valutare le opportunità offerte dalla programmazione regionale e dai fondi europei. Il tavolo riunisce tutti i rappresentanti delle fasi della filiera: produzione, trasformazione, gdo.

Il quadro di riferimento per il comparto è articolato, perché caratterizzato da alcuni elementi interni e altrettanti esterni che incidono sul settore.

  1. Tra i primi, osserviamo la dinamica della produzione e la concentrazione dimensionale e geografica degli allevamenti, l’utilizzazione del latte nei processi di trasformazione, i rapporti nelle filiere e la redditività della produzione all’interno di queste.
  2. Tra i secondi gli elementi più rilevanti sono le tendenze dei consumi, l’instabilità dei mercati, l’evoluzione della politica comunitaria e aspetti più specifici come la disponibilità di materie prime per l’alimentazione, la problematica connessa ai nitrati e al fosforo, con l’urgenza di non entrare nella fase esecutiva della procedura di infrazione in atto e di avere una forte attenzione alla sostenibilità delle produzioni.

Non meno importanti le problematiche riguardanti il benessere animale, il cambiamento climatico, l’accettabilità sociale dell’allevamento e la distorta comunicazione rispetto ad un settore il cui impatto ambientale è comunque limitato rispetto ad altri settori produttivi.

Infine, il problema del ricambio generazionale che stenta sempre più ad avvenire e questo è motivo di grande preoccupazione per il futuro del settore.

In sintesi, la disponibilità di materia prima e l’andamento del prezzo dipende dalla combinazione equilibrata di tutti questi fattori. Negli ultimi anni, del resto, le imprese della filiera lattiero casearia hanno registrato oscillazioni impreviste nell’ambito dei costi fissi, variabili e gestionali con un forte aumento delle spese energetiche, i trasporti, la logistica, la manutenzione, i macchinari, ma anche le materie prime, i fertilizzanti e i mezzi tecnici durante il periodo del Covid e subito dopo il conflitto russo-ucraino.

Prezzo del latte bene l’indicizzazione

Questa sequenza di situazioni ha condotto a un riconoscimento del prezzo del latte a livelli prima mai toccati, in parte per effetto della domanda di materia prima, scarsa in Europa, in parte per consentire alle aziende di sopravvivere all’aumento dei costi alimentari negli allevamenti e dell’energia.

In questo contesto, che naturalmente non è esente da interessi divergenti, Regione Lombardia, pur nella sua funzione di accompagnamento del settore, è intervenuta con misure d’emergenza da un lato, ed ha proseguito, attraverso i propri osservatori economici, nelle attività di informazione, analisi degli andamenti del settore e perfezionamento di un sistema di determinazione di un prezzo di orientamento, che senza essere vincolante, continua a dare un’indicazione agli operatori, fornendo elementi di riferimento e trasparenza nei rapporti di filiera.

Quel che è certo è che il sistema di determinazione del prezzo va migliorato e continuamente adeguato ma l’indicizzazione rimane una buona soluzione, un servizio utile per tutti soprattutto nei momenti di crisi e di incertezza, evitando il verificarsi di dinamiche di prezzo della materia prima di brevissimo periodo, e fenomeni di speculazione a favore della trasparenza del mercato.

Inoltre, rispetto all’inflazione, oggi molto elevata sui prodotti food ed in particolare sui lattiero-caseari, è necessario perfezionare e accorciare i tempi di adeguamento in aumento e in diminuzione dei prezzi al consumo rispetto ai prezzi alla produzione.

La prima riunione del tavolo ha rappresentato quantomeno un punto di ri-partenza, con la condivisione di un documento aperto al contributo migliorativo di tutti gli attori della filiera, con la proposta di riunire con cadenza almeno trimestrale un gruppo tecnico a supporto del Tavolo Latte e del dialogo, dati alla mano, tra gli attori della filiera.

Tavolo latte Lombardia, un punto di ri-partenza - Ultima modifica: 2023-10-26T08:30:24+02:00 da K4

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