Il 2022 è stato un anno molto complesso caratterizzato dalla guerra in Ucraina e dalla crescita costante dell’inflazione, la cui corsa era già iniziata nella seconda parte del 2021. In questo contesto il costo della materia prima latte è aumentato di quasi il 35% raggiungendo il livello di 600 € per 1000 litri in modo da garantire la sostenibilità della filiera a monte.
I costi in crescita hanno obbligato quindi le aziende a negoziare continuamente nuovi aumenti di prezzo con la Grande Distribuzione per ritrovare il corretto equilibrio economico.
Il 2023 si preannuncia altrettanto complesso per il settore lattiero caseario, che dovrà misurarsi con la necessità di risvegliare i consumi del mercato inevitabilmente colpiti dagli aumenti di prezzo del 2022. Fondamentale sarà ritornare a concentrarsi sulle marche, sui prodotti e sull’innovazione e lavorare allo sviluppo di nuovi mercati potenziali.
SOPRATTUTTO SUI MERCATI ESTERI
Sarà necessario recuperare efficienza per rimanere competitivi, soprattutto sui mercati esteri, che sono per il nostro paese un’enorme opportunità per la crescita del settore. La competitività oggi richiede non solo capacità di saper innovare sui prodotti, ma anche investimenti sull’evoluzione digitale del settore e sullo sviluppo della tecnologia, soprattutto sul terreno della sostenibilità.
Come leader del settore lattiero-caseario in Italia, riteniamo che sia nostra responsabilità aiutare l’evoluzione della filiera del latte.
L’innovazione oggi non è più un processo che può essere condotto solo all’interno delle aziende, ma richiede il contributo di tutto l’ecosistema che le circonda. Lactalis dal 2018 ha arricchito i processi di innovazione tradizionale affiancandoli ad una funzione di Open Innovation, per dialogare costantemente con tutti i contesti in cui si affrontano i temi di innovazione, collaborando stabilmente con i player più innovativi della Gdo, con gli incubatori di impresa e con le singole start-up di giovani imprenditori sul territorio.
AGRICOLTURA DI PRECISIONE
Nell’ambito dell’innovazione, la digitalizzazione nel mondo agricolo si è sviluppata attorno alla cosiddetta “agricoltura di precisione”, che rappresenta uno snodo centrale per creare valore lungo la filiera e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. La digitalizzazione consente di ridurre al minimo le inefficienze, migliorare le performance ed al contempo misurare gli impatti.
È con questa prospettiva che abbiamo deciso di collaborare con la startup XFarm. È un progetto con cui è possibile arricchire le piattaforme utilizzate dalle aziende agricole con una nuova funzione, specifica per l’allevamento, che permette la gestione dei piani alimentari attraverso un sistema di compilazione automatica di alcune informazioni, facilitando al contempo la gestione della mandria. Contemporaneamente si può gestire la tracciabilità in ottica di sostenibilità della filiera, grazie a sensori tecnologicamente avanzati e all'utilizzo di differenti strumentazioni installati all’interno delle stalle.
La transizione che oggi siamo chiamati a dover affrontare ci rende consapevoli del fatto che non possiamo agire da soli. Gli obiettivi di sostenibilità si raggiungono se abbandoniamo un modello di sviluppo basato su dinamiche puramente commerciali.
La sostenibilità per le aziende della filiera deve essere un elemento di coesione e non di contrapposizione. La competitività della filiera è fondamentale con l’obiettivo di farla crescere. Fondamentale dovrà essere anche l’intervento del Governo non soltanto nazionale ma anche della Unione Europea, perché la collaborazione tra governi, enti privati e pubblici è condizione imprescindibile per affrontare i nuovi contesti sempre più incerti e complessi.
EFFICIENTAMENTO ENERGETICO
È comunque importante che le aziende continuino ad investire per contrastare in modo deciso il cambiamento climatico. In Lactalis abbiamo da tempo avviato un vasto piano di efficientamento energetico per assicurare un percorso di transizione ecologica e garantire il raggiungimento di obiettivi di diminuzione dei consumi.
In Italia già da due anni, la fabbrica simbolo di Parmalat a Collecchio (Parma) ha raggiunto un’autosufficienza energetica del 94%, mentre gli impianti Galbani di Corteolona (Pavia) e Casale Cremasco (Cremona) rispettivamente del 90% e del 92%, con conseguenti benefici anche in termini di riduzione di emissioni di CO2 e di consumi. Questo ci ha aiutato a sopportare la tempesta dei mesi scorsi ma ci spinge oggi ad attivare nuovi e più impegnativi investimenti in tal senso.
PARMALAT E GALBANI
L’Italia è uno dei maggiori mercati per Lactalis ed è strategica per i suoi investimenti. Supportare la filiera italiana e farla crescere grazie alla capacità del nostro gruppo di raggiungere tutti i mercati del mondo è per noi un obiettivo fondamentale.
Così come è fondamentale riuscire a garantire la sostenibilità economica e sociale delle comunità in cui operiamo e lavorare per garantire la sostenibilità nutrizionale dei nostri prodotti garantendo la giusta informazione ai consumatori, il tutto nel rispetto dell’ambiente.
A fare da traino le nostre marche Parmalat e Galbani; quest’ultima, con un fatturato di 1,2 miliardi di euro (comprensivo sia delle esportazioni sia delle produzioni destinate al mercato domestico), si conferma il maggior esportatore di formaggi italiani.