Uniti per la salvaguardia della pecora di Razza Sarda

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Il convegno sul futuro della pecora di razza Sarda
Allevatori e trasformatori siglano un patto per il rilancio e il futuro dell’ovino isolano

In una sala gremita da 150 persone tra allevatori, trasformatori e tecnici, giovedì 12 gennaio 2023 a Macomer, in provincia di Nuoro, in occasione del Convegno sul futuro della pecora di razza Sarda, organizzato da Assonapa (Associazione nazionale della pastorizia), Aars (Associazione allevatori della regione Sardegna) e Agenzia Agris Sardegna, è emersa chiara la volontà da parte di tutte le parti della filiera di rilanciare la pecora di razza Sarda in quanto patrimonio economico e culturale dell’Isola.

Nel convegno, aperto dai saluti del sindaco di Macomer, Antonio Onorato Succu, del commissario straordinario dell’Agenzia Agris, Francesco Baule, del presidente dell’Aars, Luciano Useli Bacchitta, e del presidente di Assonapa e FedAna (Federazione delle Associazioni nazionali di razza e specie), Battista Cualbu, si è messo in evidenza quanto la pecora Sarda abbia perso in termini di competitività nei confronti delle altre razze direttamente concorrenti, quali la Lacaune e l’Assaf. È stato, quindi, caldeggiato un impegno condiviso nell’affrontare quanto prima il problema e scegliere in quale direzione deve andare la pecora di razza Sarda.

Problemi di competitività per l’ovino isolano

L’incontro, moderato da Nicola Pietro Paolo Macciotta, presidente Associazione per la Scienza e le Produzioni Animali e docente dell’Università di Sassari, e da Giovanni Filippini, direttore dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna, ha fatto emergere dati sulla scarsa competitività dell’ovino autoctono isolano.

Antonello Carta, dell’Agenzia Agris, ha evidenziato come la razza Sarda stia cumulando ritardi importanti in termini di efficienza produttiva (e dunque sostenibilità ambientale) e attitudine alla trasformazione non solo rispetto alle razze cosmopolite (Lacaune e Assaf) ma anche rispetto a razze tradizionalmente meno selezionate della Sarda, quali, ad esempio, la Manech Tête Rouge francese che nel 2005 produceva 168 litri di latte contro i 202 della Sarda e oggi l’ha sorpassata, con una produzione media di latte di 255 litri contro i 238 della Sarda. I motivi? In Francia e in Spagna tutta la filiera partecipa al programma di selezione e vengono utilizzate moderne tecniche di selezione, quali la fecondazione artificiale e la genomica. In Sardegna, invece, la fecondazione artificiale è inesistente e di conseguenza la genomica non riesce a decollare.

Carta ha fatto notare che il Libro genealogico non è un circolo privato. Gli allevatori hanno il compito di produrre riproduttori di elevato pregio economico per tutti i colleghi che oggi faticano a trovare disponibilità di arieti di pregio genetico certificato. Sulla stessa linea anche il direttore di Assonapa, Silverio Grande, il quale ha ribadito come sia la riorganizzazione del Sistema Allevatori, con l’entrata in vigore del Dlgs 52/201, sia con la riorganizzazione a livello regionale delle attività delle ex Apa, abbia sicuramente influenzato l’adesione al Libro genealogico.

Dai 978 allevamenti del 2016 con 312mila animali iscritti le adesioni sono oggi scese ai circa 600 allevamenti con 160mila animali iscritti, con una perdita del 36% degli allevamenti e un 46% delle pecore.

Un programma ambizioso di valorizzazione della razza

Eppure, le potenzialità del sistema ci sono tutte. Il direttore dell’Aars, Aldo Manunta, ha ricordato il grande supporto offerto dalla Regione Sardegna con il programma aggiuntivo per l’ovino di razza Sarda inserito nella legge regionale n. 8/2022 che ha, tra le altre cose, reso coerenti i rapporti con l’Agenzia Agris. Manunta ha sottolineato come la riorganizzazione abbia creato un sistema più efficiente, ma soprattutto più trasparente, e attento nella raccolta del dato in azienda.

«Il nostro ruolo – ha proseguito il direttore dell’Aars – è quello di raccogliere un dato quanto più utile e preciso possibile al fine di poter calcolare indici genetici che realmente corrispondano al potenziale dell’animale. È stata ribadita con forza la personale posizione dell’Associazione, secondo la quale chi non intende lavorare seguendo le rigide regole derivanti dal finanziamento pubblico non potrà più far parte del sistema, così come non potranno più restare nel Libro genealogico gli allevatori che non rispettano le regole.

Sulle potenzialità del programma aggiuntivo si sono soffermati Sotero Solaris e Sara Casu dell’Agenzia Agris, i quali hanno mostrato che il personale e gli strumenti aggiuntivi hanno prodotto risultati sin dall’inizio della loro utilizzazione. L’Agenzia Agris, grazie al lavoro svolto sia nel centro arieti di Bonassai (Sassari) che nell’azienda genomica di Monastir (Cagliari), dove collaborano attivamente tecnici dell’Aars, è in grado di produrre per gli allevatori Indici misti (fondati sui dati del gregge genomico combinati con quelli rilevati nel Libro genealogico) per quantità di latte, tenore in grasso e proteina, cellule somatiche e morfologia dell’apparato mammario; indici genomici fondati sul gregge genomico per la resistenza ai nematodi gastro-intestinali e genotipi resistenti al Maedi-visna virus e la semplificazione gruppi di monta con analisi Dna per l’attribuzione e la verifica delle genealogie mentre in prospettiva potrebbe offrire genotipi resistenti alla paratubercolosi e genotipi che aumentano il rendimento in proteina e acidi grassi salutari nel latte.

Necessari obiettivi condivisi in modo da fare massa critica

Per poter offrire questi indici è necessario che trasformatori e allevatori abbiano obiettivi condivisi. Per l’occasione è stato chiesto ad Alessandro Mazzette, direttore del Consorzio di tutela dell’Igp Agnello di Sardegna e a Riccardo Pastore, direttore del Consorzio di tutela della Dop Formaggio Pecorino Romano. di spiegare quali caratteristiche dovrebbero essere migliorate nella razza Sarda per soddisfare le esigenze di macellatori e trasformatori. In questo senso il direttore della Cao Formaggi di Siamanna (Oristano), Gavino Nieddu, ha confermato il progressivo decadimento della qualità casearia del latte ovino sardo, con danni per circa 7 centesimi per litro. Questi temi sono stati ripresi poi nel corso del dibattito dal presidente di Assonapa, Cualbu, che ha rimarcato la determinazione del Sistema Allevatori nel reimpostare su basi più certe l’approccio alla selezione, dal presidente Aars, Useli Bacchitta, che ha evidenziato come per la prima volta tutti abbiano partecipato a un tavolo di confronto concreto sul futuro della pecora di razza Sarda, e dal presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano, Gianni Maoddi, che ha rivendicato la decisione dell’Assemblea dei soci di inserire nel Disciplinare l’obbligo della provenienza del latte dalla pecora di razza Sarda seppure con un periodo di transizione. Il presidente della V Commissione Attività produttive del Consiglio regionale, Pietro Maieli, ha riconosciuto l’elemento positivo della capacità di autocritica del Sistema allevatori, ribadendo la disponibilità della politica regionale a dare tutto il supporto necessario affinché la pecora di razza Sarda ritorni l’ovino da latte più ricercato al mondo

Uniti per la salvaguardia della pecora di Razza Sarda - Ultima modifica: 2023-01-26T12:21:45+01:00 da Lucia Berti

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