Riflettori sulla Conferenza annuale congiunta Icar e Interbull che si è svolta a Montreal, in Canada, dal 30 maggio al 3 giugno scorsi. Il meeting rappresenta, da anni, non solo il momento in cui Icar (International committee for animal recording) organizza la sua Assemblea generale, ma anche l’occasione per fare convergere in un’unica sede tutti i gruppi tecnici che, all’interno di Icar e a livello internazionale, lavorano sulla raccolta ed elaborazione dei dati zootecnici.
L’incontro annuale è anche l’occasione per discutere e confrontarsi su temi innovativi in diversi ambiti, nelle sessioni tecniche a focus specifico, dove si presentano nuovi sviluppi e strategie, tra cui l’applicazione di strumenti statistici avanzati, l’introduzione di ulteriori servizi per gli allevatori e le tecnologie all’avanguardia di precision farming.
L’Aia (Associazione italiana allevatori), come membro storico di Icar, ha partecipato all’Assemblea generale e ai lavori del convegno con il suo direttore tecnico, Riccardo Negrini. In particolare, sono state fatte due presentazioni, riguardanti il progetto Leo, in due sessioni tecniche.
Un progetto innovativo in modalità open data
Nel corso della sessione tecnica Advanced analytics for adding value to livestock, il direttore tecnico di Aia ha illustrato lo scopo e le modalità operative del progetto Leo, mentre nella sessione tecnica Using sensor technologies for health and welfare monitoring and recording as part of dairy herd improvement ha presentato l’attività del progetto Leo per la gestione dello stress da caldo e la mitigazione degli effetti negativi delle alte temperature e umidità sulle caratteristiche produttive e riproduttive degli animali allevati.
Il progetto Leo ha riscontrato un grande interesse nel pubblico, sia per la sua modalità open data, riconosciuta come uno sviluppo del tutto innovativo, sia per l’ampiezza dei dati raccolti. Anche l’attività riguardante la raccolta e la diffusione dei dati di indice stress da caldo ha ricevuto consensi per l’innovazione dell’approccio proposto che sfrutta anche le potenzialità dei sistemi di comunicazione e degli smartphone.
Nell’occasione, Aia ha dimostrato ancora una volta, di fronte a una platea di tecnici di livello internazionale, di svolgere un’attività che risponde in maniera propositiva e concreta anche alle nuove esigenze della zootecnia, tra cui, ad esempio, il benessere animale, la sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica.
Pillole di Leo
Il progetto Leo si propone di tutelare la biodiversità zootecnica attraverso la misurazione delle variabili intraspecie che non utilizzano informazioni di carattere genetico o morfologico, ma si basano su concetti di densità e omogeneità riferiti ad aree geografiche di interesse.
Per fare la valutazione dello stato di salute della biodiversità zootecnica italiana, sono stati individuati all’interno degli indicatori che sinteticamente illustrano la distribuzione della diversità biologica nelle diverse regioni del territorio nazionale. Intuitivamente, la quantità di biodiversità disponibile è proporzionale all’abbondanza di specie, razze o varianti di uno specifico carattere presenti. Nell’ambito del progetto Leo è stato adottato l’indicatore di Shannon-Wiener che armonizza la ricchezza di specie (richeness) all’uniformità (eveness) sulla base delle consistenze demografiche delle varie razze e popolazioni presenti. Una mappa visualizza i risultati ottenuti dal calcolo dell’indicatore per la specie bovina: le zone in rosso rappresentano le regioni con più alto livello di biodiversità (www.leo-italy.eu).